«Rock Arena Metal Festival»

Data dell'Evento:
31.07.2010

 

Nome dell'Evento:
Rock Arena Metal Festival

 

Band:
Sabotage
Rain [MetalWave] Invia una email a Rain [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Rain [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Rain [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Rain [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il canale YouTube di Rain
Il Bacio della Medusa [MetalWave] Invia una email a Il Bacio della Medusa [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Il Bacio della Medusa [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagine GooglePlus di Il Bacio della Medusa
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Ibridoma [MetalWave] Invia una email a Ibridoma [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Ibridoma [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Ibridoma [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Ibridoma
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Luogo dell'Evento:
Campo Sportivo

 

Città:
Mercatale di Cortona (AR)

 

Autore:
Cynicalsphere»

 

Visualizzazioni:
4915

 

Live Report

[MetalWave.it] Immagini Live Report: Nessuna Descrizione Per il terzo anno consecutivo la tranquilla e pacifica val di Pierle, zona posta al confine tra l’Umbria e la Toscana, diventa per un giorno punto di convergenza dei metalheads del centro Italia grazie al RockArena, rassegna messa in piedi dai ragazzi dell’associazione Reset tutta dedicata all’hard rock e all’heavy metal. E’ un pomeriggio d’estate piacevole e, per fortuna, non troppo asfissiante quello che scalda il paese di Mercatale ed i presupposti per una bella serata di buona musica ci sono tutti. La location si presenta accogliente, con punti di ristoro e gastronomia a far da padrone (quest’anno, oltre agli ottimi panini, pure la pasta al ragù!). Purtroppo però devo constatare al mio arrivo poche decine di spettatori nell’area antistante al campo sportivo cittadino, complice anche il periodo vacanziero e la prevedibile scelta di molti di preferire arrivare verso sera, a concerti già iniziati. Peccato, perchè un festival ad ingresso gratuito avrebbe certamente meritato maggior risposta, così come le band pomeridiane avrebbero meritato maggiore supporto. Veniamo però alla cronaca...
Causa contrattempi vari, arrivo in ritardo a Mercatale, perdendomi così l’esibizione degli ADAMAS, prima band in cartellone a cui spettava l’arduo compito di aprire l’edizione 2010 del RockArena. Il sestetto spoletino arrivava all’appuntamento in val di Pierle fresco di pubblicazione del suo primo album “Evil All Its”, uscito proprio in concomitanza con la data del festival. Dalle opinioni che ho potuto racimolare, è sembrato che il gruppo si sia ben comportato sul palco, offrendo una prova positiva nella mezz’ora di esibizione prevista. Rimando però ad altre più fortunate occasioni un mio giudizio su questi ragazzi, perlomeno quando fra me e loro non ci saranno lenti trattori e camion in salita a porsi come ostacolo. Arriva dunque il turno degli IBRIDOMA, metal band marchigiana attiva da diversi anni, con alle spalle due Ep, un album ed un discreto bagaglio live, fra cui un tour italiano di supporto all’ex Iron Maiden Blaze Bayley (già headliner del RockArena nell’edizione 2009). Autrice di un heavy metal piuttosto datato, ma comunque quadrato e massiccio, la band ce la mette tutta per coinvolgere i pochi supporters sotto al palco, con un repertorio caratterizzato da brani energici e di impatto. Da segnalare la prestazione di Christian Bartolacci, singer dotato di un ottimo timbro, che per tutto il concerto si sbatte come un forsennato, saltellando qua e là (con tanto di arrampicata sulle transenne) lungo il palco. Ma in generale anche il resto dell’act maceratese non ha sfigurato, offrendo una prova onesta e sentita nella mezz’ora a sua disposizione, nonostante molti dei presenti abbiano preferito rimanere in disparte ed avvicinarsi allo stage soltanto qualche minuto dopo per l’esibizione del terzo gruppo in scaletta.
La curiosità e l’attesa che precedeva il concerto dei CENTVRION era infatti palpabile, vuoi perchè la band non capitava in zona da diversi anni, vuoi perchè il prolungato periodo di assenza dai palchi poteva far destare qualche dubbio sul suo reale stato di forma, specie dopo l’abbandono della storica voce di Germano Quintabà, per tanti una figura carismatica nei Centvrion. Ebbene, tutti i dubbi sono stati spazzati via fin dalle prime note di “Maximvm Golgotha”, terremotante opener dalle ritmiche serrate e travolgenti. La band non sembra affatto aver perso lo smalto dei tempi migliori, è convinta più che mai dei propri mezzi e gli intenti live sono rimasti gli stessi: mettere tutto a ferro e fuoco. Del resto, la loro intro affidata al discorso del generale Massimo, tratta dal noto film “Il Gladiatore”, lo diceva chiaro: “al mio segnale, scatenate l’inferno!”. Ed inferno è stato. Sul palco il quintetto macina metallo puro al 100%, ripescando per la gioia di fans vecchi e nuovi chicche del suo repertorio come le storiche “Centurion” e “Mors Tua, Vita Mea”, nonchè l’immortale cavallo di battaglia “Panzer March”. Il povero Emanuele Beccacece dietro le pelli deve però fare i conti con una batteria non troppo stabile, tanto che un tecnico ha dovuto tener ferma la cassa per tutta la durata dello show. Nonostante il piccolo inconveniente, non si può negare che il combo marchigiano abbia offerto una prestazione a dir poco maiuscola, in cui il nuovo singer Roberto Cenci si è dimostrato un più che degno erede del suo predecessore. E con il finale affidato alla cover di “Painkiller”, il mondo diventa più bello e gli applausi scrosciano che è un piacere. Ben tornati Centvrion!

Set-list

Maximvm Golgotha
Katerpillar
M.A.S.
Bloodstreets
Centurion
Mors Tua, Vita Mea
Panzer March
Painkiller (Judas Priest cover)

Nel frattempo si è fatta sera e la temperatura si è decisamente abbassata. Nonostante l’umidità latente, le presenze aumentano e l’atmosfera immediatamente si riscalda quando sul palco fa ingresso IL BACIO DELLA MEDUSA. Ad onor del vero, il progressive rock in italiano della band di Tuoro sul Trasimeno stona un po’ con la linea decisamente heavy del festival, ma anche fra i metallari più incalliti c’è chi apprezza le trame complesse e raffinate di un genere che nella penisola vanta da sempre molti sostenitori. Davanti ad un buon numero di presenze, fra spettatori occasionali e fedelissimi del gruppo giunti dalle vicinanze (Tuoro e Mercatale distano appena 10 km), il quintetto capitanato dall’istrionico Simone Cecchini dà sfoggio della sua consueta bravura tecnica ed esecutiva, nonchè della sua rinomata capacità di tenere il palco come pochi, forte anche dell’esperienza acquisita in tanti anni di concerti su e giù tra Italia ed Europa. Sotto di loro sono in tanti a cantare i brani estrapolati dalle due uscite discografiche del Bacio, dall’opener “Requiem per i Condannati a Morte” fino alla conclusiva “De Luxuria et De Ludo et De Taberna”, passando per le coinvolgenti “Orientoccidente” e “Ricordi del Supplizio” ed un breve excursus malinconico con il “Cantico del Poeta Errante”. Anche le frange inizialmente più scettiche si lasciano coinvolgere dallo spettacolo visivo e sonoro offerto dai cinque umbri e alla fine sono applausi coinvinti quelli che salutano l’uscita in scena di una delle più belle realtà del panorama prog-rock tricolore.
E’ già notte fonda quando sul palco del RockArena è il turno dei RAIN. Molti dei presenti erano ben memori del formidabile concerto tenuto dall’act felsineo all’Urban Club di Perugia lo scorso Gennaio, perciò il ritorno in zona della band aveva suscitato in parecchi la voglia e la curiosità di rivederli all’opera. Salutati quindi da una folla entusiasta, la storico combo bolognese non tradisce le aspettative e regala 50 minuti di sano heavy metal combinato ad un feroce hard rock e tante belle melodie, sfoderando una prestazione grandiosa, ineccepibile, sebbene qualche problema tecnico abbia inizialmente creato qualche grattacapo ai nostri sul palco. Nonostante dunque un’acustica non proprio eccelsa, i Rain risultano essere compatti e ben amalgamati, con un’ottima presenza scenica, pose sincronizzate e con brani potenti e taglienti, per lo più estrapolati dal loro ultimo album “Dad Is Dead”. Da rimarcare le bellissime “Love In The Back”, “Bang Bus”, “8 Bar”, “Mr 2 Words” e la stupenda “Rain Are Us”, pezzo forte del repertorio targato Rain, a cui si aggiungono le cover di “Rain” dei The Cult (per chi scrive, uno dei suoi pezzi preferiti di sempre) e “Highway To Hell” degli immortali AC/DC, sulla quale il pubblico va letteralmente in delirio. Sugli scudi Francesco “Il Biondo” Grandi, singer di grande spessore e valore, ma va fatto un plauso anche al resto della band, una rodata e collaudata macchina da rock ‘n roll che ad ogni occasione è capace di travolgere tutto e tutti con il suo sanguigno e martellante heavy metal, piano perfettamente riuscito anche questa sera di fronte al pubblico del RockArena, che ha incitato i cinque emiliani dall’inizio alla fine.
Spenta l’eco del martello pneumatico dei Rain, tocca ai toscani SABOTAGE far calare il sipario sulla terza edizione del RockArena. Molti che fino a pochi istanti prima transitavano sotto lo stage guadagnano l’uscita, forse perchè stanchi, ma quasi certamente perchè disinteressati allo show del quintetto di Firenze. E’ in casi come questi che mi chiedo dove vada a finire il tanto sbandierato concetto di “supporto”, parola tanto ripetuta come una teoria matematica, quanto scarsamente dimostrata (se non proprio assente) nella realtà dei fatti, a parte quei casi in cui sono coinvolti interessi personali. A essere sinceri, è avvilente vedere una band che ha dato i natali al metal in Italia suonare di fronte a poche anime. Se non altro è stato comunque confortante notare che i cinque fiorentini capitanati dall’inossidabile Morby (noto ai più per i suoi successivi trascorsi nei Domine) non si siano lasciati scoraggiare, offrendo uno spettacolo magistrale ed assolutamente coinvolgente. A partire dalla opening track “Hot Zone”, il concerto dei Sabotage è stato un susseguirsi di classici ripresi direttamente dagli album che la band ha pubblicato fino al 1989, anno del loro primo scioglimento. Una vera e propria lezione di storia di metal all’italiana, in cui a far la voce grossa sono stati Morby per l’appunto ed il funambolico chitarrista Andy Fois. Immune allo scorrere tempo, la voce del primo non sembra essere affatto scalfita dagli anni che passano ed anzi, ancora oggi l’ugola d’oro di Chianciano si dimostra più ruggente che mai, tanto da proporre con una facilità disarmante acuti inarrivabili ed una versatilità che nel nostro paese ha ben pochi eguali. Non da meno la prova offerta dal secondo, axe-man di indiscusso talento, dalla tecnica invidiabile e dotato di un ottimo gusto per la melodia, intento per tutta la durata dello show a macinare ritmiche serratissime e soli da capogiro che hanno deliziato un pubblico affascinato ed interessato. A sentirli suonare, non sembra proprio che i Sabotage siano rimasti inattivi per quasi vent’anni ed uno dopo l’altro i brani della loro scaletta si riversano sul pubblico senza tregua, come vere bordate sui denti: “War Machine”, “Heroes Of The Grave”, “Anguish”, la stupenda “I Believe”, “It’s Time”, fino a “Victim Of The World”, che chiude la prima parte dello show. “Promised Land”, struggente perla dal songwriting eccelso, apre la seconda e ultima frazione dell’esibizione dei cinque toscani: a parer mio, fosse stata scritta da una band straniera, sarebbe oggi una hit del genere, tanta è la bellezza che circonda i quasi 8 minuti di durata del brano. Si prosegue poi con “Welcome”, pezzo apprezzatissimo dal pubblico e ben eseguito dalla band, che arriva all’atto finale del suo concerto con “Night Killer”, traccia con cui il gruppo saluta i pochi coraggiosi rimasti ad incitarli. Per chi non è rimasto fino alla fine e per chi non c’era, una nota di demerito per essersi perso una band del calibro e della potenza dei Sabotage, un pezzo di storia dell’hard ‘n heavy italico che, pur non avendo mai riscosso il successo che meriterebbe, ancora oggi sa il fatto suo e ad ogni occasione sa mostrare il talento di cui è dotato.

Set-list

Hot Zone
War Machine
Heroes Of The Grave
Hoka Hey
Anguish
I Believe
Ridin’ Trough The Dark
Mothers
It’s Time
Victim Of The World
Promised Land
Welcome
Night Killer

Con il saluto finale di Morby e compagni, cala definitivamente il sipario sul RockArena e su una terza edizione che, tutto sommato, può considerarsi positiva, nonostante le poche presenze. Eppure di note positive ce ne sono, prima fra tutte la buona qualità dei servizi offerti agli spettatori (stand gastronomici e bevande), nonchè gli orari rispettati al minuto e, soprattutto, lo spessore artistico delle band ospiti, aspetto fondamentale di qualsiasi rassegna, grazie a cui RockArena si sta pian piano imponendo tra il panorama dei festival estivi italiani. Starà ora alla tenacia degli organizzatori riuscire a migliorare quanto già di buono è stato costruito dal 2008 ad oggi ai piedi della Rocca di Pierle, con la speranza che anche il pubblico cominci concretamente a supportare queste iniziative.

 

Immagini della Serata

 

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