Hatesphere + Methedras + Neurasthenia + Reality Gray

Data dell'Evento:
19.09.2008

 

Band:
Hatesphere
Methedras [MetalWave] Invia una email a Methedras [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Methedras [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Methedras [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Twitter di Methedras [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Methedras [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina ReverbNation di Methedras [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina SoundCloud di Methedras
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Reality Gray

 

Luogo dell'Evento:
Rock House

 

Città:
Sambuceto (PE)

 

Promoter:
Black Havoc [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Black Havoc

 

Autore:
Snarl»

 

Visualizzazioni:
3272

 

Live Report

[MetalWave.it] Immagini Live Report: Nessuna Descrizione L’inizio della stagione 2008 – 2009 per il Rock House inizia direttamente con la ripresa dalla pausa estiva, e stavolta il concerto che la Black Havoc ci propone è quello degli Hatesphere, supportato dai Reality Gray e dai già conosciuti e apprezzati (almeno da noi) Neurasthenia e Methedras.
È stata una vera e propria odissea, per me, quella giornata: dopo essere andato a Roma per motivi universitari, dopo essere ritornato al volo, dopo essermi sbattuto tutto il pomeriggio per cercare una macchinetta fotografica decente (la mia fa foto orribili), dopo averne trovata una che però non funzionava neanche, ero arrivato al concerto quasi all’esasperazione. Per fortuna è venuto in mio aiuto un ragazzo chiamato Eugenio, a cui devo la possibilità di fare le foto e anche un doveroso ringraziamento e citazione in questo articolo che, se non fosse stato per lui, non si sarebbe potuto pubblicare.
Il concerto inizia con i pugliesi Reality Gray, una nuova band Barese che ci propone circa 5 o 6 brani di death/metalcore più una cover (“Praise the lord” dei Dying Fetus). Appena il gruppo suona, manifesta da subito entusiasmo e grinta, come del resto ogni gruppo emergente che sta ad un concerto importante, e malgrado un pubblico non certo folto (99 persone paganti) alla fine i RG riescono a sciogliere un po’ le articolazioni del pubblico stesso, e questo è segno evidente che la band, in un concerto più normalmente metalcore sarebbe certamente in grado di dire la propria. A dire la verità, poi, musicalmente non li ho apprezzati moltissimo: il fatto è che non sono un amante del metalcore, e la band spesso si rivolge a delle partiture melodiche e orecchiabili che non ho mai apprezzato neanche dai nomi celebri, quindi figurarsi da loro. Chiaramente, però qui non stiamo recensendo un album, ma stiamo giudicando la band da live, e allora formulo un giudizio positivo su di loro: forse sono ancora un po’ non al massimo delle capacità, ma sono riusciti a fare ciò che da live una band di apertura deve fare: far scaldare il pubblico per i gruppi successivi. Con un po’ di esperienza, almeno da live se la caveranno. Come giudizio finale ipotizzo un sei e mezzo.
L’attesa del pubblico, va detto, era tutta per la coppia assassina Neurasthenia + Methedras. Entrambe queste bands sono venute a suonare in precedenza dalle nostre parti, ed entrambe hanno lasciato un feeling talmente positivo che, lo ripeto, i Pescaresi e i Chietini più amanti del thrash stavano appunto tutti là per loro.
Il concerto dei Neurasthenia si può senz’altro riassumere in tre parole: fare piazza pulita! Circa 6 o 7 pezzi più la cover della bella e sottovalutata “Low” dei grandi Testament per un concerto che ha svegliato il pubblico e lo ha portato sotto il palco a fare headbanging quasi a forza. A parte infatti che, non fosse altro, i Neurasthenia riescono ad attrarre il pubblico già solo con un’ottima presenza scenica (cantante/chitarrista gigante in primis) e con una dinamicità allucinante della band (e quando mai si rivedono i membri di un gruppo allinearsi insieme e fare headbanging?), è proprio la musica, graziata da un soundcheck perfetto e da un suono di chitarre molto bello, che per la qualità mostrata colpisce sempre in positivo. Il thrash dei Neurasthenia, infatti, nonostante sia perfettamente old school, è comunque decisamente fresco e coivolgente, non sa di stantio e neanche di troppo dipendente da quello o quell’altro gruppo: certo, si citano spesso Testament, Metallica e Megadeth, ma non è certo un difetto, questo. La band per tutto il tempo macina riff senza sosta, e credo che riceva il massimo gradimento del pubblico quando vengono proposte canzoni come “Screaming Corpse” o “Majestic March”, oltre alla cover. Insomma: il giudizio da live per i Neurasthenia è ancora una volta favorevolissimo, all’unanimità per tutto il Rock House! Nove e mezzo.
Ma lo scapellamento non è finito: ora tocca ai Methedras. Purtroppo però, ciò che annacqua il concerto di un pur validissimo gruppo come questo è la resa sonora abbastanza confusa, che non permette ai Methedras, malgrado il grande impegno, di scaricare a terra tutta la potenza. Il pubblico sulle prime recepisce ugualmente e tributa comunque headbangings e pogate (soprattutto sulla cover di “Davidian” dei Machine Head) ai Methedras, ma purtroppo ad un certo punto avviene il colpo di grazia al concerto dei Methedras: per cercare di migliorare la resa sonora, forse, i fonici si mettono a regolare volumi durante lo svolgimento delle canzoni, e questo fiacca ulteriormente le pur notevolissime composizioni. Questo è stato evidente quando ad un certo punto la cassa si è sentita veramente altissima, sballando il suono. La situazione migliora progressivamente ed il sound si rende ben comprensibile solo sugli ultimi due dei circa dieci brani più cover portati, che corrispondono a “Wreck ‘n roll” e “L.R.S.”, peccato che sia ormai troppo tardi e l’adrenalina si sia attenuata. In definitiva: è ugualmente un ottimo concerto quello dei Methedras, ma il suono li ha penalizzati. Otto su dieci.
Salgono ora sul palco gli Hatesphere. E qui lo devo dire chiaro e tondo: Io la discografia degli Hatesphere l’ho sentita e risentita, ma cosa abbia questo gruppo di speciale non l’ho ancora capito. Certo, si tratta di un death/thrash rabbioso, ma assolutamente non di più: è il solito death/thrash svedese sentito e strasentito, secondo me. L’unico lavoro che mi ha comunicato qualcosa è stato “Bloodred Hatred”, il loro secondo album, che univa effettivamente alcune cose degli Arch Enemy con altre dei The Haunted, il resto, a partire da “The sickness within”, è per me nella media. Io ci ho provato a seguirli, ma dopo tre o quattro brani, a dirla tutta, mi stavano già scoppiando i maroni e ho preferito seguirli da lontano, finché non sono andato via anticipatamente. Chiaramente gli Hatesphere non possono essere giudicati da me in nessun modo (e quindi si prendono un “Senza voto”), però francamente non mi hanno comunicato proprio nulla. Certo, da live sono compatti e tutto, ma per me questo non basta. La gente, intanto, ha partecipato e tributato alcuni headbanging, meglio così…

 

Immagini della Serata

 

Recensione di Snarl Articolo letto 3272 volte.

 

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