Methedras «System Subversion» (2014)

Methedras «System Subversion» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
03.12.2014

 

Visualizzazioni:
2970

 

Band:
Methedras
[MetalWave] Invia una email a Methedras [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Methedras [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Methedras [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Twitter di Methedras [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Methedras [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina ReverbNation di Methedras [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina SoundCloud di Methedras

 

Titolo:
System Subversion

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Andrea Bochi :: Bass
Martina L. McLean :: Vocals
Daniele Colombo :: Guitars
Daniele Gotti :: Drums

 

Genere:
Thrash / Death Metal

 

Durata:
51' 5"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2014

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
ClawHammer PR
[MetalWave] Invia una email a ClawHammer PR [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di ClawHammer PR [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Twitter di ClawHammer PR [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di ClawHammer PR [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagine GooglePlus di ClawHammer PR [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il canale YouTube di ClawHammer PR

 

Recensione

L’ho scritto qua e là in questa webzine: i Methedras sono tra i migliori per me per fare thrash metal in Italia, tra le poche persone che non si riducono a fare un altro cd emule di sonorità già fatte da altri, ma che album dopo album e con intelligenza hanno cercato di intraprendere un cammino personale senza che per questo motivo sia qualcosa di più moderno. Bene: dopo 5 anni il quarto album è fuori, con una formazione che ha ancora basso e batteria della vecchia formazione, mentre per il resto il cantante e il chitarrista sono cambiati, e da due che ne erano nei live, qui ne figura uno solo.
Non era facile risorgere indenni da un tale cambio di formazione, e penso che per questo motivo “System Subversion” propone 51 minuti di musica che sì, non è per niente male, ma che non è il meglio dei Methedras. Non si sente tanto dalle canzoni, che di per sé sono ottime, ma dai dettagli delle stesse, che infastidiscono un po’ la riuscita dell’album, dandogli un tocco di moderno qua e là che ogni tanto affiora e rende questo cd meno gradevole per qualche purista del thrash. Ne sia un esempio l’apporto di tastiere in sottofondo che continuamente sono proposte brano dopo brano conferendo ai brani un feeling di easy listening sinceramente non necessario, e che dà la sgradevole sensazione che stia per partire il tipico ritornellino pop delle bands metal moderne più sciacquate; e questo è un peccato perché in realtà le canzoni spaccano per bene, con la migliore su tutte “Blood, oil and vengeance”, terremotante e con un ritornello davvero trascinante, ma anche con un assolo potente e competitivo, che rendono benissimo. E questo insieme a canzoni come “you got it", dove dei ritornelli un po’ alla Testament non inficiano più di tanto la riuscita di un brano altrimenti riuscita, o come “Deathocracy”, furiosa e fiammeggiante, o come la complessa eppure melodica “Distorted Emotions” di chiusura, ottima a livello di riffs. Il problema è che qua e là questa formula vincente sembra perdere la bussola un po’ da sola, con dei grooves palesemente alla Pantera nell’opener “Subversion”, o dove a volte non si disdegna la soluzione più moderna e fatta per arruffianarsi qualche fan del “core”, come in “Brawl”, troppo fuori contesto, o con dei ritornelli più orecchiabili, solo mascherati da una voce alla Testament invece che da una stucchevole voce pulita.
In altre parole, probabilmente il cambio di formazione e 5 anni di silenzio hanno inciso parecchio sullo stato di forma dei Methedras, e come abbiamo detto si alternano momenti di eccellenza ad altri dove pensi “ma perché hanno voluto metterci questo?”. Sappiamo bene che questa band non è mai stata una band che suona semplice e ignorante, e sappiamo bene che “L.R.S.”, ineguagliata, probabilmente appartiene al passato e che c’è altro da ascoltare e giudicare di loro, ma ciò non toglie che secondo me questo cd rappresenta una fase di passaggio assimilata ma non del tutto smaltita, che deve migliorare. Il giudizio è comunque positivo per una serie di brani da ricordare, nonché per una qualità dei brani che di sicuro risalterà di più da live, dove non ci saranno gli orpelli che affliggono un po’ questi brani, e se ne consiglia l’acquisto a chi il thrash più che old school o new school lo apprezza complesso e decentemente suonato. Ostico all’ascolto e non perfetto, ma affascinante.

Track by Track
  1. Subversion 70
  2. You got it 80
  3. Deathocracy 80
  4. Dead memories 70
  5. Fallout 75
  6. Thrown away 75
  7. Shit happens 75
  8. Brawl 60
  9. Blood, oil and vengeance 75
  10. Distorted Emotions 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
74

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 03.12.2014. Articolo letto 2970 volte.

 

Articoli Correlati

News