«Run to the Hills festival»

Data dell'Evento:
06.07.2013

 

Nome dell'Evento:
Run to the Hills festival

 

Band:
Sabotage
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Centvrion [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Centvrion [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Centvrion
Hatred [MetalWave] Invia una email a Hatred [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Hatred [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Hatred
Last Rebels
Hi-gh [MetalWave] Invia una email a Hi-gh [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Hi-gh [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Hi-gh
Armed Riot

 

Luogo dell'Evento:
Parco della pace

 

Città:
Servigliano (FM)

 

Autore:
Snarl»

 

Visualizzazioni:
4240

 

Live Report

[MetalWave.it] Immagini Live Report: Sabotage Non c’è che dire: le Marche basse sono un terreno estremamente fertile per l’heavy metal, speed, thrash e qualsiasi cosa che abbia a che fare con il metal classico rigorosamente vecchio stile. Questo “Run to the hills Fest” è la prima edizione di questo evento ma non è affatto il primo evento di questo tipo di musica proposto in questa zone d’Italia. Un plauso agli organizzatori, che caparbiamente organizzano festival su festival per tenere vivo l’interesse per la musica metal, alla faccia degli haters e di chi dice da anni che “il metal è morto” e menate di questo tipo. La location non era facilissima da raggiungere, ma va detto che una volta raggiunto, il Parco della Pace dove si è svolto questo concerto era decisamente un posto più che consono.
Con un discreto ritardo comincia il festival, che propone in apertura gli Armed Riot da San Benedetto del Tronto, gruppo giovane e che non ha ancora prodotto niente, ma che nondimeno ha già un discreto seguito e nome. Tra il sole in faccia nonostante la temperatura abbastanza mite e pubblico ancora da carburare per bene, la proposta musicale degli Armed Riot è striminzita (3 brani più cover) e per quanto il concerto non sia male, dura troppo poco e ha troppi pochi pezzi disposizione per esaltare davvero. Sufficienza quasi politica. Voto: 60.
Salgono sul palco i romani e che fino ad ora non conoscevo Hi-Gh, fautori di un concerto di circa 6-7 pezzi thrash speed metal contraddistinto da suoni molto buoni e comprensibili, con una musica tirata e potente che viene recepita positivamente dal pubblico, favorendo enormemente la sintonia tra l’atmosfera del festival e il pubblico nonostante il sole ancora alto e il pubblico che cominciava a venire solo ora. Non conosco i titoli delle canzoni fatte, ma per competenza e qualità musicale, oltre che per suoni ottimi (anche il basso si sentiva e rombava di brutto) il concerto degli Hi-Gh attecchisce e si fa ricordare, anche per via di una buona presenza scenica. Non male per un gruppo formatosi l’anno scorso. Da seguire. Voto: 72.
Salgono ora sul palco i Last Rebels, gruppo di Fermo e composto da persone note nella scena ascolana per la cospicua organizzazione di concerti e per la militanza da diverso tempo in altre bands sempre locali. Orbene: I last Rebels sono un trio volontariamente non originale e volontariamente in stile retrò (basta sentire la musica per capirlo), e che fondamentalmente propone una musica molto stile Motorhead, con al massimo qualche richiamo ai Venom meno malvagi e più rockettari. Qui, per la notorietà dei membri, il pubblico sotto il palco si fa più presente, e la band fa il suo dovere con la consueta perizia dei loro concerti, sbattendo semplicemente in faccia una musica molto semplice e diretta, che il pubblico recepisce positivamente. Purtroppo a un certo punto avvengono alcuni problemi tecnici che fiaccano la riuscita del concerto dei Last Rebels, tipo il loro unico chitarrista che rompe una corda e il concerto si ferma per un po’ di tempo. Nulla di grave, ma questo e un altro paio di inconvenienti, tipo l’asta del microfono, zavorrano un po’ la presa del concerto, che finisce in maniera un po’ meno entusiasmante di come era iniziato. Gruppo non male, ma concerto un po’ sfortunato. Voto: 67.
Spazio ora ad un altro gruppo locale: gli Hatred da Falerone, un gruppo che è composto da persone altrettanto note nelle basse marche per la militanza in altre bands seminali come Baphomet’s Blood, Witchunter e Blasphemophager, tra le altre. E per il fatto di essere anche il gruppo più estremo proposto nell’evento, i borchiatissimi Hatred sfoggiano un live molto valido e sapiente, ben recepito da un pubblico ormai largamente in palla e finalmente sotto al palco in buona quantità. Circa 9 (se non sbaglio) dovrebbero essere i pezzi portati, tutti mozzafiato e molto tirati, senza pause né funambolismi eccessivi. Un concerto diretto e senza fronzoli, fatto da una band schietta, diretta e senza fronzoli. Ben fatto! Voto: 77.
Comincia ormai ad essere buio quando salgono sul palco i locali (ma col cantante dal forte accento romano) Centurion, ovvero un gruppo molto debitore ai Judas Priest anche nell’abbigliamento del cantante, ma nondimeno tra i più famosi del bill del concerto e che hanno riscosso un discreto successo. Che però in questo concerto hanno suonato con dei suoni francamente non buoni. Loro sul palco probabilmente si capivano, ma i volumi erano bassi sulle prime, e poi quando sono stati aggiustati durante il concerto il chitarrista ritmico era sempre troppo alto e con un suono che sembrava troppo compresso. Ho provato a seguire il loro concerto, ma circa a metà ho abbandonato. Nonostante il pubblico abbia comunque apprezzato parecchio, e questo è ciò che conta, io mi riservo di risentirli in futuro. Voto: 68.
L’attesa del Run to the Hills festival, manco a dirlo, era in gran parte per i due gruppi headliner, ovvero i grezzissimi e senza fronzoli Fingernails e i celebri Sabotage, molto più raffinati e tecnici. È ormai sera inoltrata quando sale il quartetto romano che, come al solito, fa un concerto che punta tutto sulla genuinità e sull’impatto, con il chitarrista Maurizio “Angus” Bidoli che per una volta non suona la sua maltrattatissima Fender Stratocaster per usare una chitarra degli Hi-Gh a causa di noie tecniche. A parte questo, il concerto dei Fingernails è sempre il solito: godibilissimo, amichevole e parecchio energico, con alcuni bei momenti come quello in cui soddisfano una richiesta musicale del chitarrista dei Witchunter suonando un brano che non avevano provato da molto tempo giusto per la gioia dei fans. C’è altro da dire? Direi quasi di no, se non che il picco di questo concerto è dato dalla celebre e potentissima “Heavy Metal Forces”, con Anthony Drago che salta e canta in continuazione accogliendo sul palco chiunque volesse cantare insieme a loro su questo brano, per un risultato molto efficace e riuscito. Poco da dire: se volete appassionarvi all’old school oppure se avete qualche vostro amico da iniziare a questo genere musicale, direi che un concerto dei Fingernails è l’ideale. Si tratta di un concerto semplice, potente e molto godibile. What’s not to be liked? Voto: 90.
E in conclusione arrivano i non meno celebri Sabotage. Già incensati a dovere su un vecchio live report (Armageddon in the Park 2012) come gruppo estremamente preciso e carismatico da live, nonché particolarmente efficace in quanto a capacità tecniche, in questa occasione i Sabotage si confermano totalmente, con una musica riproposta in maniera ineccepibile e che ti ci fa rimanere di stucco per l’incredibile precisione di questi 5 musicisti sotto tutti i punti di vista. Concentrati ma non freddi, tecnici ma coinvolgenti, e ineccepibilmente precisi ma mai noiosi, per i Sabotage è un altro tripudio che convince completamente il pubblico del Run to The Hills Metal fest, e che a scanso di una scaletta direi troppo lunga (il concerto è finito con almeno un’ora e mezza di ritardo, anche se non ci sono stati problemi di nessun tipo) ma invero completissima, si lascia ascoltare e apprezzare dall’inizio fino alla fine del festival, con varie punte di cordialità dei membri, come i generosi sorsi di Jack Daniel’s presi da un pubblico grato e gaudente. Non c’è che dire: classe all’ennesima potenza, con la classica “Riding through the dark” a fare da picco del concerto. Voto: 93.

Riassumendo: malgrado fosse solo alla sua prima edizione, il Run to The Hills festival promette bene e non sembra avere nulla da invidiare all’ormai celebre Heavy Metal Night di Martinsicuro. Non si è trattata di un’organizzazione precisissima dal punto di vista degli orari, ma non importa: qui l’atmosfera è talmente amichevole e coinvolgente che predomina molto di più la componente “metal friends” su qualsiasi altra. Si consiglia questo evento (ed anche altri organizzati dalla stessa crew in zona) praticamente a tutti, visto che gli appassionati del genere sicuramente traggono godimento, mentre la genuinità e la potenza della musica proposta rendono questo concerto egualmente interessante sia agli appassionati di rock più leggero per la presenza di chitarre elettriche definibili come tali rispetto a certi nomi commerciali bolliti, sia per chi, come me, è maggiormente interessato al metal estremo, visto che semplicemente si respira un’aria molto casinara ma così tranquilla e serena, priva di spocchiosità e interessata unanimente alla musica, senza posers, scrausi vari, pseudo groupies o gente con complessi strani di superiorità. Tutte cose che, ahimé, nel concerti di metal estremo in Italia sono sempre presenti in una certa percentuale.

 

Immagini della Serata

 

Recensione di Snarl Articolo letto 4240 volte.

 

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