«The Endgame Tour»
04.06.2010
Nome dell'Evento:
The Endgame Tour
Band:
Megadeth
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Luogo dell'Evento:
Atlantico
Città:
Roma
Promoter:
Live
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Autore:
Dust»
Visualizzazioni:
3426
Live Report
Siamo all'Atlantico, in questo bellissimo locale appena fuori Roma, ha luogo la seconda data del tour italiano dei Megadeth, gruppo che non ha decisamente bisogno di presentazioni che per l'occasione presentarà ufficialmente il loro ultimo album “Endgame” uscito da qualche mese e celebra allo stesso tempo il ventesimo anniversario dalla pubblicazione di uno dei capolavori indiscussi della scena metal mondiale “Rust in peace”. Il connubio tra passato e presente è veramente intrigante visto lo spessore dei due album. Sarà che con questo ultimo lavoro la formazione sembra aver trovato finalmente un proprio equilibrio dopo innumerevoli cambi di formazione, cause legali ed eccessi che hanno caratterizzato in negativo le precedenti apparizioni nella nostra penisola, sarà che a noi italiani appena si parla di capolavori del passato ci brillano gli occhi; questa data fa registrare il SOLD OUT come del resto tutto il tour con una calorosissima partecipazione, ma andiamo con calma dal principio.
Ore 19:30, i cancelli si aprono e sotto strettissime misure di sicurezza la fila inizia a scorrere: entrati nella location vera e propria ci si rende subito conto della bellissima acustica dell'ambiente attraverso il sottofondo musicale offerto, perciò chi andrà a qualche concerto in questo locale, può essere sicuro dell'ottimo sound; ma non c'è tempo per soffermarsi su troppi particolari, le luci si spengono e salgono sul palco i Labyrinth, gruppo ricostituito di recente, tornando con la formazione che li ha resi una realtà della scena melodic-power grazie al loro album “Return To Heaven Denied ” molto apprezzato da pubblico e critica. La personalità della band risulta completamente rinnovata rispetto a quella a cui eravamo abituati ultimamente; Roberto Tiranti, ormai svincolato dal ruolo di cantante-bassista riesce a dare il meglio della sua bellissima voce e Alessandro Bissa torna a martellare veramente forte alla batteria. A mio avviso il ritorno nella formazione di Olaf Thorsen ha portato nuova grinta e spirito guerriero che giova a tutta la performance: per l'occasione viene proposto un pezzo dal nuovo album “Return to Heaven Denied, Pt. 2 - A Midnight Autumn Dream” che esalta il pubblico riuscendo ad alternare composizioni melodiche ad altre piene di impatto. Nulla da dire, decisamente un grande ritorno sottolineato dalla risposta dei numerosi e aggiungerei fedelissimi fan dei Labyrinth, anche se forse i volumi di esibizione e effetti di luce non erano proprio all'altezza, ma essendo la prima band della serata ci può stare.
Dopo un rapidissimo cambio di back line appena sufficiente a prendersi una birra, i Sadist salgono sul palco, ma l'approccio con il pubblico non è però dei migliori già dalle prime note: sarà perchè il frontman della band Trevor offre un impatto scenico forse un po' sottotono rispetto alle presenze a cui ha abituato in altre occasioni limitandosi a far roteare la sua famosa barba, sarà perchè noi italiani ai concerti siamo veramente dei fenomeni nel passare da cretini, ma per la mezzora di concerto si alternano una certa quantità di fischi e lanci di bicchieri sul palco da un numero fortunatamente contenuto di “spettatori paganti” visto che a mio parere non meritano il titolo di pubblico. Detto questo, la performance dei Sadist mi ha veramente convinto, sebbene non sia un grande appassionato del loro recente sound acquisito, preferendoli in “Tribe” e “Crust”, sul palco riescono ad uscire con suoni grossi e pieni, creando il muro sonoro adeguato al genere.
Anche la scaletta proposta alterna in modo perfetto pezzi dal groove pericolosamente elevato e brani estremamente tecnici proprio in stile Sadist. Credo che una particolare nota sia necessaria per l'esecuzione di “Christmas beat”: Alessio Spallarossa, batterista del gruppo, offre una performance assolutamente impeccabile cambiando diversi passaggi rendendoli più appropriati a performace live, poi inutile dire che vedere il chitarrista Tommy Talamanca suonare allo stesso tempo chitarra e tastiera è veramente una gioia per occhi e soprattutto per le orecchie. Come ho già detto in diverse recensioni, in Italia abbiamo delle ottime band che a differenza di molte altre anche più blasonate provenienti da altri paesi, riescono a sorprendere enormemente dal vivo; quando riusciremo ad accorgercene, secondo me la scena metal cambierà completamente.
Ore 22:00, ultimo cambio palco questa volta decisamente più lungo; è bastato sollevare lo striscione con su scritto “MegadetH” e scoprire la batteria per far urlare la folla che esplode letteralmente all'ingresso in ordine di Shawn Drover, Chris Broderick, David Ellefson e infine Dave Mustaine: la sua presenza riempie totalmente la scena, una delle più grandi icone della musica Thrash Metal della storia che, nonostante i suoi 49 anni, continua a sfornare musica senza compromessi.
Evitiamo banali e stancanti paragoni con Metallica e dispute su quale sia il miglior album tra “Endgame” e “Death Magnetic”, qui conta la musica. La scaletta incomincia con “Dielectic chaos”
che insieme ad altri 3 pezzi, rappresenta il nuovo album. Già dai primi due pezzi, emergono le caratteristiche principali di questa nuova formazione: Broderick, il nuovissimo chitarrista, sfoggia doti tecniche assolutamente ineccepibili oltre ad una presenza scenica degna di nota; Mustaine lo troviamo veramente in forma rispetto alla ultima apparizione in Italia al Gods Of Metal del 2007, veramente una presenza imponente; presenza che viene avvolte sopraffatta da un Ellefson veramente eccezionale, risolti i problemi avuti con Dave negli ultimi anni, fa sentire a pieno la sua presenza sulle basse frequenze riportando indietro nel tempo il pubblico grazie ai suoi magnifici giri di basso che di fatto sono le colonne portanti di tutto “Rust in Peace”, infatti suonati i primi pezzi, la band si butta sul repertorio completo di questo magnifico album ed è stata una gioia anche per i fan più affezionati al passato risentirli tutti. Ho detto “affezionati al passato” perché in molti rimpiangono l'addio di Marty Friedman, ma questa assenza è stata colmata da una performance di Broderick perfetta ed estremamente rispettosa delle storiche composizioni soliste che sono l'altro elemento portante dell'album. La scaletta completa della serata è stata la seguente:
Dialectic Chaos
This Day We Fight!
Wake Up Dead
Holy Wars... The Punishment Due
Hangar 18
Take No Prisoners
Five Magics
Poison Was the Cure
Lucretia
Tornado of Souls
Dawn Patrol
Rust in Peace... Polaris
Headcrusher
The Right to Go Insane
Sweating Bullets
A Tout Le Monde
Symphony Of Destruction
Trust
Peace Sells
Francamente non mi aspettavo una risposta così calorosa su ”A Tout Le Monde”, pezzo dalle evidenti caratteristiche più radiofoniche che avrebbe potuto far storcere la bocca ai thrasher più navigati, invece tutto il pubblico, me compreso, intona tutto il testo accompagnando l'intera esecuzione. Sinceramente mi aspettavo la presenza di Cristina Scabbia, voce dei Lacuna Coil sul palco a cantare insieme a Dave questa fantastica canzone, riproposta insieme in una nuova versione, ma purtroppo così non è stato.
Come gran finale, si ritorna con violenza sul chorus di Holy Wars per garantire un vero e proprio massacro di pogo e cori. L'unico rimpianto forse è la rapidità della performance senza nemmeno il tempo tra una canzone e l'altra di riprendere fiato, ma forse è proprio questo che rende incredibili concerti come questi; si mette da parte critica, gossip e paragoni, quello che conta è picchiare forte e veloce sulle chitarre e sul rullante perchè proprio questo ha caratterizzato il Thrash fin dagli albori e pensare che tutto questo sia finito è un grosso errore...veramente enorme!
Immagini della Serata
Recensione di Dust Articolo letto 3426 volte.
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