Sadist «Hyaena» (2015)

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Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
01.09.2015

 

Visualizzazioni:
3660

 

Band:
Sadist
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Titolo:
Hyaena

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Trevor Sadist :: lead singer
- Tommy Talamanca :: keyboards/guitars;
- Andy Marchini :: bass guitar;
- Alessio Spallarossa :: drums;

 

Genere:
Progressive Death Metal

 

Durata:
45' 16"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
16.10.2015

 

Etichetta:
Scarlet Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
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Recensione

Non hanno certo bisogno di presentazioni i genovesi Sadist che con una ininterrotta attività ultraventennale, ci presentano attraverso il loro inconfondibile genere death metal progressive, l’ ultimo lavoro intitolato Hyaena. Le atmosfere, pur richiamando alle orecchie dell’ascoltatore il classico tocco personalizzato della band, vengono questa volta attraversate in alcuni tratti anche da elementi tribali ed etnici che non fanno altro che arricchire il già accattivante full lenght. Il disco è stato curato e mixato interamente da Tommy Talamanca presso gli studi Nadir di Genova mentre i testi sono stati scritti interamente dal cantante Trevor. Ascoltare questo lavoro lascia molta soddisfazione considerando anche che nel corso degli anni la band ha sempre regalato delle grandi emozioni agli ascoltatori; ricordo ancora quando li vidi dal vivo per la prima volta come gruppo di supporto ai Carcass nel tour di Heartwork nel lontano 1994 all’Auditorium Flog di Firenze mentre presentavano il loro incredibile Above the Light per il quale ne rimasi letteralmente incantato. Da allora ad oggi la band è ancora in grado di farci attraversare con la sua genialità e creatività riflessa nelle sonorità le ambientazioni più incredibili stimolando la mente dell’ascoltatore ai più incredibili scenari. Hyaena, full lenght di dieci piste, ci proietta questa volta in Africa dove la leggenda narra della presenza di una creatura misteriosa dalle sembianze di una iena che crede di essere stata da sempre cavalcata dal Demonio. I brani, sempre costituiti su impalcature su base death metal, apportano nella loro musicalità continui e costanti elementi in chiave progressive realizzati con incredibili performance di basso e di tastiere che arricchiscono incredibilmente tutto il disco; nelle realizzazione delle percussioni in alcuni casi la band si è avvalsa dell’incredibile estro del percussionista Jean N’Diaye che seguirà la band anche nel corso del tour. La cura nella realizzazione del disco quindi emerge in ogni minimo dettaglio sia sonoro che nell’apporto di tutti quegli elementi caratterizzanti l’incredibile tocco della band. Apre il disco “The Lonely Mountain” subito forgiato con una trascinante e compatta ritmica death metal su cui a poco a poco prendono corpo l’inserimento di effetti e sonorità tribali ed etniche; il successivo “Pachycrocuta” apre con una particolare ritmica decisamente originale unificata al sound potente e schietto della chitarra su cui si aggiungono addirittura tastiere neoclassiche; le successive “Bouki” e “The Devil Riding the Evil Steed” si caratterizzano sempre per l’incredibile apporto di sonorità progressive la prima, mentre la seconda, dall’intro suggestivo e fantasioso delle tastiera, si sviluppa successivamente su una base death metal aggressiva e tagliente come un rasoio; il brano “Scavenger and Thief” offre sempre degli spunti ritmici incredibilmente persuasivi grazie alla ritmica travolgente degli strumenti; il successivo “Gadawan Kura” strutturato su base acustica ci presenta un’incredibile lavoro progressive eseguito con il basso; “Eternal Enemies” sempre in un death metal assolutamente convincente non lascia alcun dubbio sulla professionalità più che conclamata della band. Con “African Devourers” si assiste ad una eccellente prova progressive che vede impegnati per la maggiore tastiera e basso; “Scratching Rocks” è invece un altro brano pregno di elementi progressive supportata da un’accattivante esecuzione canora; “Genital Mask” chiude il disco regalandoci del tribalismo misto ad un death metal ad alta definizione. E’ un disco da avere a tutti i costi soprattutto per gli amanti del progressive misto a death metal facinoroso.

Track by Track
  1. The Lonely Mountain 85
  2. Pachycrocuta 85
  3. Bouki 80
  4. The Devil Riding the Evil Steed 85
  5. Scavenger and Thief 80
  6. Gadawan Kura 85
  7. Eternal Enemies 85
  8. African Devourers 80
  9. Scratching Rocks 80
  10. Genital Mask 85
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 85
  • Originalità: 90
  • Tecnica: 90
Giudizio Finale
84

 

Recensione di Wolverine » pubblicata il 01.09.2015. Articolo letto 3660 volte.

 

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