Avelion «Liquid Breathing» (2013)

Avelion «Liquid Breathing» | MetalWave.it Recensioni Autore:
MrSteve »

 

Recensione Pubblicata il:
12.01.2014

 

Visualizzazioni:
1996

 

Band:
Avelion
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Titolo:
Liquid Breathing

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
William Verderi - Lead Vocals
Gianmarco Soldi - Guitars, Backing Vocals
Oreste Giacomini - Keyboards
Mark "Satir" Reggiani - Bass
Damiano Gualtieri - Drums

 

Genere:
NexTo Metal

 

Durata:
12' 35"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2013

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Djent, parti melodiche, chitarre ribassate, parlato, ritornelli cantabili, growl, batteria elettronica, sonorità dubstep, tastiera, piano, breakdown, Meshuggah, Dream Theater, metalcore.
Gli Avelion lo chiamano NextTo metal.
Non si puo' dire che non gli piaccia sperimentare, questo no. A prescindere dal discorso se sia presuntuoso o meno autopresentarsi come alfieri di un nuovo genere, valutarne l'impatto generale con un solo lavoro è una cosa quasi impossibile. EP di tre canzoni, successore di Cold Embrace, disco parecchio power metal che mi fa domandare cosa sia successo esattamente al gruppo nel periodo tra i due lavori, mostra un tentativo di riunire tutte quelle cose che ho nominato nel primo paragrafo (ed oltre). Parlare di evoluzione è quasi sbagliato: il suono è completamente diverso, la stessa voce ora affronta il cantato più verso il nu metal/core, e le canzoni hanno uno sviluppo molto più prog e più difficile da ricondurre a una struttura.
Cosa funziona: il disco è registrato ottimamente, la capacità tecnica c'è (ed è di alto livello), e gli assoli sono ben fatti. Non c'è nessun pudore nell'accostare generi e influenze, e da un punto di vista evolutivo questo è un forte stimolo, soprattutto se siete persone interessate alle cose sulla cresta dell'onda, e ai gruppi che amano mischiare le carte in tavola.
Cosa non funziona più di tanto: mescolare generi, tecniche, stili, cambi in quantità spropositata fa molto ma molto male al senso di identità. Quando ogni canzone ha un po' di questo, di quello, di quest'altro e perchè no, chi ha detto di lasciare fuori il piano?, è impossibile che si riesca ad ottenere un suono definito. In più (è giusto farlo notare, ma bisogna ammettere che questa è un'opinione molto personale), fondere -core, dubstep e djent sulla carta sembra un esperimento nel creare il genere più commerciale del mondo del metal.
Alla fine, più interessante dal punto di vista antropologico che come apprezzamento musicale. Non l'ho goduto particolarmente, ma ne capisco l'intento e lo rispetto. Alcune idee sono affascinanti, ma c'è bisogno di avere un po' di solidità e di intenzioni più chiare: solo perchè possono farlo, non vuol dire che ne valga la pena. Se si schiariscono la testa potrebbero ottenere qualcosa di davvero nuovo. Speriamo nel futuro.

Track by Track
  1. Liquid Breath 60
  2. Ain't No Down 65
  3. Mechanical Faces 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
69

 

Recensione di MrSteve » pubblicata il 12.01.2014. Articolo letto 1996 volte.

 

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