Trigger The Bloodshed «The Great Depression» (2009)

Trigger The Bloodshed «The Great Depression» | MetalWave.it Recensioni Autore:
June »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
1215

 

Band:
Trigger The Bloodshed
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Titolo:
The Great Depression

 

Nazione:
Inghilterra

 

Formazione:
Jonny Burgan :: Vocals
Rob Purnell :: Lead Guitar
Martyn Evans :: Guitar
Max Blunos :: Drums
Dave Purnell :: Bass

 

Genere:

 

Durata:
34' 7"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2009

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Ritornano i Trigger The Bloodshed, con un nuovo album non meno violento, ma con alcune piccole differenze rispetto al precedente “Purgation”. Ora il fattore grind core è stato convogliato in un brutal death granitico ben più elaborato e variegato, con tracce un po' più lunghe, che sebbene si avvalga di soluzioni abbastanza canoniche riesce comunque a graffiare, regalandoci qua e la anche qualche perla davvero eccezionale. Anzitutto ora c'è una produzione migliore, più devastante, che presenta un cantato più personale (per quanto lo si possa essere in mezzo a queste bordate) e migliori suoni di batteria e chitarra, più precisi e taglienti. La bella differenza col disco dell'anno scorso è la trasposizione di alcune angosce che erano già presenti nello stile della band sotto forma di tracce ambient in composizioni metalliche; il tutto si risolve in chitarre dal sapore dissonante che creano una maggiore cupezza, tale che alle volte si sentono dei passaggi che potremmo definire black metal, oppure accostabili al primo death metal svedese, con alcuni fraseggi stridenti e raggelanti; ad esempio nella traccia “Sanctuary of the Wretched” oppure nella successiva “The Scouring Impurity ”. Sono però propositi con la solita verve barbara che li contraddistingue, ossia con maggiore brutalità e velocità (altrochè Marduk!).
Nel complesso ci troviamo un album fin troppo monolitico e questa qualità è forse anche il suo peggior difetto. Leggevo la recensione di questo disco su Metal Hammer e il recensore faceva notare che album come questi non rimangono nella mente perché sono eccessivamente tecnici e caotici, che non hanno il dono del groove e che non se li può ricordare nessuno, come invece, continuava, si sono stampate nella mente dei fan del death brani come “Satan Spawn The Caco Demons” dei Deicide o “Hammer Smashed Face” dei Cannibal Corpse. Beh, vorrei ribadire che qui siamo in altri territori, questo è ben più moderno, e soprattutto sottolineare che le canzoni uno se le ricorda se le ascolta molte volte, quelle canzoni citate sono brani classici che tutti hanno ascoltato ed apprezzato. Questo è un uscita nuova, di un genere vecchio, ora si suona così, prendere o lasciare, adulare i soliti quattro nomi e le solite quattro canzoni non mi pare costruttivo. Dico questo non per fomentare polemiche, ma perché si tratta di un album interessante, costruito bene e assolutamente annichilente: provate l'accoppiata “The Infliction of Tophet” e “Disfigured Anonimity” in coda e poi ne riparliamo. Per le nuove generazioni di brutal deathsters.

Track by Track
  1. The Great Depression 65
  2. Warbound 65
  3. Sanctuary Of The Wretched 75
  4. The Scouring Impurity 75
  5. The Dead World 65
  6. Interlude - I 60
  7. Contemporary Perception Narcotics 65
  8. Dessicate Earth 65
  9. The Infliction of Tophet 80
  10. Disfigured Anonimity 80
  11. Terminus 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
70

 

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