Eclipse Eternal «The Essence of Hopelessness» (2012)

Eclipse Eternal «The Essence Of Hopelessness» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Snarl »

Recensione Pubblicata il:
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Band:
Eclipse Eternal

Titolo:
The Essence of Hopelessness

Nazione:
Canada

Formazione:
Orcus Bass
Wulfgar - Drums
Carver - Keyboards
Vane - Guitars
Voldamares - Vocals
Vane - Guitars

Genere:

Durata:
1h 4' 31"

Formato:
CD

Data di Uscita:
2012

Etichetta:

Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione

I canadesi Eclipse Eternal ci regalano un terzo full length della loro discografia, edito dalla Ancient North Entertainment, di un black metal abbastanza sinfonico e dal tocco marcatamente epico, poggiante perlopiù sui riffs di chitarra e con una maggiore predisposizione per i tempi medi di batteria piuttosto che degli assalti frontali veloci, che comunque ci sono ma non sono mai qualcosa di sopra le righe. Lo stesso dicasi per la tastiera, che pur se presente, predilige un accompagnamento che raramente fa da solista, e che anzi molto più spesso sta anch’essa in secondo piano, incoronando il lavoro dei chitarristi Vane e Lord Abaddon come autentico fulcro dell’intero disco, che tra l’altro si avvalgono di una spiccata vena influenzata dal death/thrash e dall’heavy metal, con la presenza di riffs in palm mute ed evitando i tipici riff black a corda aperta, e prediligendo invece un tocco decisamente più personale.
Il tutto si condensa in questo “The Essence of hopelessness”, un lavoro poggiante poco sulla velocità e più che altro su riffs melodici ma minacciosi e oscuri, ben studiati e amalgamati, e che condensa 10 canzoni in più di un’ora di musica. Una release dunque non certo corta, ma che ha il pregio di saper affascinare senza magari far gridare al miracolo, e mantenendo l’attenzione abbastanza alta per tutti e 64 i minuti di musica senza vistosi cali di tono. Merito di musicisti validi e abbastanza creativi, che puntano tutto su un andamento sostenuto e sulla cura originalità degli arrangiamenti, sfornando un disco un bel po’ omogeneo e massiccio. Questo è sia un pregio che un marginale difetto per questo disco, poiché “The essence…” si rivela anche un po’ poco vario, capace di colpire per la compattezza sonora ma non molto in grado di mostrare momenti salienti o cambi di atmosfera vincenti in tutto l’album. Certo, la media compositiva dell’album è apprezzabile, e canzoni come “Ancient voices on the wind”, “Ode to a long time gone” o “Murder… suicide” sono gli episodi compositivi migliori di quest’album che non ci dispiacciono affatto. Un altro difetto del disco, tuttavia, c’è ed è dato forse dalla mancanza di originalità. Il cd suona, come detto, ben fatto e arrangiato, ma c’è una parte di “già sentito” che ammanta questo disco, che lo rende forse meno appetibile da tutti e un po’ di nicchia underground, come se gli EE debbano ancora potenziarsi un po’ per arrivare a fare un disco che può sbancare tutto.
Insomma: questo è il tipico disco che può interessarvi all’acquisto se avete un po’ di euro da devolvere alla causa dell’headbanging e vi interessa una bella band underground. Se ne consiglia, tuttavia, un ascolto preventivo prima dell’acquisto proprio per via dei piccoli difetti suddetti. Se riuscite a passa sopra a questi, alzate di 5 punti il mio giudizio finale, altrimenti passate oltre.