Yggdrasil «Irrbloss» (2010)

Yggdrasil «Irrbloss» | MetalWave.it Recensioni Autore:
June »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1344

 

Band:
Yggdrasil
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Titolo:
Irrbloss

 

Nazione:
Svezia

 

Formazione:
Jeremy - Drums
Gustaf - Bass
Magnus - Guitar, Keys, Mouth Harp

 

Genere:

 

Durata:
43' 51"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2010

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Con il loro terzo album, “Irrbloss”, gli Yggdrasil si estremizzano nel nome della sintesi di tutto ciò che hanno fatto. Suonano molto più violenti, con blastbeat aggresivi e vocals più ruvide, riportano in auge gli strumenti più caratteristici e tradizionali e amalgamano ad arte il black metal originale, con le loro evocazioni rituali di cori vichinghi. Nulla di nuovo, quindi, ma vuoi per esperienza, vuoi perché la band ha finalmente capito come farci stare tutto, suona molto meglio, ma soprattutto, più convinto.
Rimango ancora titubante sull'uso massiccio delle voci corali, che tendono a saturare le composizioni, creando un divario non da poco con le parti black che rieccheggiano di Norvegia, con chitarre ricche di medio-alti, che mi hanno ricordato (per il sound stesso, non per la musica) le vecchie cose di Immortal e Dimmu Borgir. In questa “battaglia” il mio voto va alla parte più metallica che è gestita davvero bene; forse perché è un genere comunque ben rodato, anche se non è che siano mancate band che si ispiravano a Bathory o Enslaved negli ultimi anni. Date un ascolto a un pezzo come “Tokikvad”, nella migliore tradizione “Ancient” degli esordi...beh, devo dire che finché si aggiungono solo le tastiere resta un brano francamente avvincente, ma gli sporadici cori lo depredano dell'atmosfera occulta, portandolo ad una più buzzurra. Potreste dire una cosa simile anche per “Bergtagen”, la cui tesa e violenta apertura viene via via spezzata da inserimenti melodici e si distrugge definitivamente con l'arrivo dei vocioni da combattenti in viaggio. Una base interessante, al momento anche arrangiata con uno stile personale, che cerca naturalmente consensi in una direzione pagan-viking e credo che gli appassionati ne saranno entusiasti, ma, per quanto poco, resto dell'idea che molti riff vengano qui persi in un mare di manierismo sui generis, che in questo periodo è pur sempre una tentazione commerciale piuttosto diffusa. Infatti, se nei tre album che ho recensito la parte metal si è costantemente evoluta, proponendo atmosfere nel primo più metal oriented, nel secondo black metal, nel terzo sempre black, ma più tetro, non possiamo dire altrettanto della controparte (passatemi il termine) “paganoide” e folk, che è rimasta molto simile a se stessa, per ben quattro anni.

Track by Track
  1. Höstmörkrets Natt 65
  2. Bergtagen 70
  3. Skaldefader 65
  4. Irrbloss 55
  5. Tokikvad 75
  6. Norrland 70
  7. Uppåkra 65
  8. Kungabål 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
68

 

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