Glen Drover «Metalusion» (2011)

Glen Drover «Metalusion» | MetalWave.it Recensioni Autore:
carnival creation »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
854

 

Band:
Glen Drover
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Titolo:
Metalusion

 

Nazione:
Canada

 

Formazione:
Glen Drover - guitars
Jim Gilmour - keyboards
Paul Yee - bass
Chris Sutherland - drums

Guests:

Chris Poland - guitar (track 01)
Vinnie Moore - guitar (track 01)
Steve Smyth - guitar (track 02)
Fredrik Akesson - guitar (track 06)
Jeff Loomis - guitar (track 07)

 

Genere:

 

Durata:
50' 31"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Questo signore canadese credo proprio che lo conosciamo tutti. Mr. Glen Drover è noto per aver suonato dall 2004 al 2008, assieme al fratello Shawn, nei Megadeth, ma ha militato anche nei King Diamond (lo possiamo sentire in House Of God) mentre attualmente è impegnato negli Eidolon (sempre col fratello batterista).
Il nostro amico è davvero una macchina inarrestabile e non si è fermato un solo momento. Da solista eccolo che lo ritroviamo, sotto Magna Carta, nella ultima trovata, un album completamente strumentale in cui si avvale, tra i talentuosi musicisti che lo accompagnano, anche della collaborazione di cinque tra le più grandi celebrità in fatto di essere dei guitar hero. Assieme ai grandi Chris Poland (ex Megadeth) e Vinnie Moore (U.F.O.) lo possiamo ascoltare nelle intelaiature di una movimentata “Ground Zero”, costruita con un drumming che attua un quasi totale shuffle, pattern molto usato nel Fusion. Con Steve Smyth (Nevermore, Forbidden) cambia un po' le carte in tavola e propone una buona “Frozen Dream” la quale richiama moltissimo lo stile heavy/fusion e per qualche momento sembra di ascoltare i celeberrimi Planet X. Insieme a Fredrik Akesson (Opeth, Talisman) eccolo che ritorna con l'heavy/fusion di “Don't Let The World Pass You By”, stavolta virando più su direzioni funk molto veloci creando un'unione magistrale tra ritmo, melodia e un ossessivo arpeggio; cover del geniale Jean-Luc Ponty resa molto più moderna senza tralasciare la classe della musica in sé. L'ultimo (ma non ultimo) ospite è il grande Jeff Loomis dei Nevermore con il quale il tributo a Jean-Luc Ponty torna a farsi sentire, stavolta la scelta cade sulla bellissima “Mirage” affinata dai nostri ma sempre mantenendo un mood leggermente latino-americano, quasi ballabile per certi versi.
Naturalmente il disco non finisce qui, la qualità si alza vertiginosamente appena si leggono altre due chicche-tributo a Frank Zappa, rispettivamente una “The Purple Lagoon” ridotta all'osso che funge da intro per la più sognante, psichedelica e surreale “Filthy Habits”, meno sporca dell'originale ma suonata con doverosa dignità nonostante appaia molto più umile rispetto al maggior prestigio dell'originale. La classe arriva anche a toccare l'illustre “Egyptian Danza” di un altro genio delle sei corde, Al Di Meola, qui presentata con un susseguirsi di fraseggi arabeggianti maniacali, precisissimi ma lontani dal tedio. Grande scelta di cover, devo dire! Il disco va scoperto, oltre che vissuto. Sono certo che farà la felicità degli amanti del “bel suono” e non solo!

Track by Track
  1. Ground Zero 70
  2. Frozen Dream 80
  3. Egyptian Danza [Al Di Meola Cover] 70
  4. Colors Of Infinity 75
  5. Illusions Of Starlight 75
  6. Don’t Let The World Pass You By [Jean-Luc Ponty Cover] (feat. Fredrik Akesson) 80
  7. Mirage [Jean-Luc Ponty Cover] 70
  8. Ascension 60
  9. The Purple Lagoon [Frank Zappa Cover] 75
  10. Filthy Habits [Frank Zappa Cover] 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 90
Giudizio Finale
75

 

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