Irreverence «Upon These Ashes» (2010)

Irreverence «Upon These Ashes» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Crash »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
2568

 

Band:
Irreverence
[MetalWave] Invia una email a Irreverence [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Irreverence [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Irreverence [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Twitter di Irreverence [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Irreverence [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagine GooglePlus di Irreverence [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il canale YouTube di Irreverence [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina ReverbNation di Irreverence [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina SoundCloud di Irreverence

 

Titolo:
Upon These Ashes

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Riccardo Paioro - Voce/Chitarra
Luca Colombo - Chitarra
Mauro Passiatore - Basso
Davide Firinu - Batteria

 

Genere:

 

Durata:
41' 54"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2010

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Ingiustamente sottovalutati dai più, ecco qui che tornano instancabili i Thrasher caciaroni e instancabili Irreverence, qui alla terza fatica. Come al loro solito, i ragazzi non si fanno pregare quando si tratta di far male, e in questo Upon These Ashes ogni aspettativa è ben ripagata. I ragazz(on)i pestano di brutto, mischiando nel loro sound Death moderno ed elementi che rimandano immediatamente al Thrash teutonico, chiamando in causa i Kreator, qui eguagliati (se non superati) in cattiveria e soprattutto i Sodom, il cui vocalist Tom Angelripper è addirittura ospite in un brano. Certo, la produzione moderna e piuttosto pulita (ma pompatissima, in particolare per la batteria) sembrano tenere i nostri ben lontani da quelle sonorità anni Ottanta, così come un certo mood *core che conferisce ulteriore potenza al tutto, senza rovinare l'animo old school del lavoro, che per certi versi richiama alla memoria Death'n roll senza compromessi degli inossidabili Master.
Possiamo dire che l'unica pecca è la mancanza di un brano che spicca sugli altri, insomma il livello è alto ma anche maledettamente omogeneo, cosa che impedisce in modo aprioristico l'esistenza di un singolo o del proverbiale “pezzone”. Ma non prendetelo come un eufemismo in luogo del fatidico “che palle sto disco”: semplicemente ogni brano merita di essere ascoltato e momenti 'bassi' non ce ne sono. Punto.
Gli amanti dell'estremo e i cultori delle band italiane non possono assolutamente fare a meno di questo album. Sul serio.

Track by Track
  1. Not One of Them 75
  2. The Shepherd Dog 70
  3. Hands of Fate 70
  4. The Truth Mask 75
  5. Echoes of War 80
  6. Nothing on my Mind 75
  7. Repentance of God 70
  8. Destructive Deviations 75
  9. Vengeance 70
  10. Instinct Of Death 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 90
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
75

 

Recensione di Crash » pubblicata il --. Articolo letto 2568 volte.

 

Articoli Correlati

News
Live Reports
Concerti