Divine Lust «The Bitterest Flavours» (2008)

Divine Lust «The Bitterest Flavours» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Crash »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
744

 

Band:
Divine Lust
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Titolo:
The Bitterest Flavours

 

Nazione:
Portogallo

 

Formazione:
Filipe Goncalves - Voce, Chitarra
António Capote - Tastiera
Joao Costa - Batteria

 

Genere:

 

Durata:
1h 6' 57"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2008

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Sottovalutare la scena portoghese è una colpa imperdonabile di cui quasi tutti ci stiamo macchiando. Ok, i Moonspell non saranno sottovalutati ma c'è molto altro da scoprire, come questi Divine Lust, per esempio, una band che col proprio album esemplifica in pieno la realtà iberica: molte belle idee, scarsa attenzione discografica che si manifesta spesso in produzioni non all'altezza delle capacità, come in questo caso. Catalogare il genere dei nostri, qualora serva a qualcosa stabilire i generi, non è una cosa così ovvia. Potremmo dire con estremo semplicismo "c'avete presente i My Dying Bride? Ecco, con meno growl..." però non si renderebbe giustizia alla ricercata raffinatezza dei lusitani, che hanno pensato bene di arricchire il loro gothic doom con cori gregoriani, voci femminili, violini e strumenti antichi, andando a creare atmosfere decadenti e malinconiche, che però non sembrano disdegnare qualche tocco heavy in certi passaggi (...A Long Way Down), solistica soprattutto. Il sound è di quelli personalissimi, difficilmente catalogabili a questa o quella corrente, e ciò è bene. Il clean viene preferito al growl, le tastiere hanno un ruolo molto atmosferico e certamente non preponderante, mentre le chitarre hanno un tocco prettamente classico, e ciò lo si evidenzia sia nei riff che (soprattutto) nella solistica, e questo è proprio il punto di forza del disco: il sapersi alternare tra il doom melodico di moderna concezione e soluzioni classiche, alla Candlemass o Solitude Aeturnus per capirci, e il brano Good By Love è emblema di questo orientamento. Ma il vero capolavoro è la lunghissima e trascendentale Duskful of Bliss, Morningful of Misery, suite impreziosita da raffinatezze strumentali e tastiere sinfoniche. Insomma, qui l'unica pecca sembra essere proprio la produzione, che in effetti frena alquanto i nostri eroi lusitani. Teneteli d'occhio.

Track by Track
  1. Last Will Left... 65
  2. ...A Long Way Down 70
  3. Good By Love 70
  4. Hunting 65
  5. Devilish Deliverance 75
  6. Duskful of Bliss, Morningful of Misery 80
  7. Veil of Golden Leaves 70
  8. Elsewhere But Here 70
  9. The Son That Never Was 80
  10. Selling My Soul 65
  11. The White Flash 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 60
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
73

 

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