Black Lotus «Harvest of Seasons» (2008)

Black Lotus «Harvest Of Seasons» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
779

 

Band:
Black Lotus
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Titolo:
Harvest of Seasons

 

Nazione:
Canada

 

Formazione:
Lindsay A. Kerr :: Guitar, 12 strings
Jason Robertson :: Keyboards
Adam Angus :: Guitars
Nick Engwer :: Bass
Jasper v.d. Veen :: Vocals
Craig Stewart :: Drums

 

Genere:

 

Durata:
44' 0"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2008

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Benché attivi da soli tre anni, I Black Lotus arrivano con questo “Harvest of seasons” al second full length, senza contare altrettanti EP. Questa band canadese ci propone un bell’esempio di Black/Folk metal degno di questo nome, suonato come si deve e con un feeling veramente vincente.
Il Black/Folk, lo ammetto, è un genere che ho smesso di seguire un po’ di tempo fa, ma non perché non mi piaccia, quanto perché lo vedevo stagnante, inflazionato da bands capaci più che altro di fare il verso ai Finntroll, oppure da bands che semplicemente di Folk non avevano che due arpeggi puliti a disco, e pertanto incapaci di fondere i due generi. Fortunatamente con i Black Lotus non è così, e anzi, ci troviamo di fronte a una band che delle tematiche dei Finntroll ha ben poco, andando invece ad attingere a piene mani a ritmiche nervose, cambi di tempo agili e frequenti ma non contorti che accompagnano una base musicale molto spesso incisiva, dotata di un’ottima carica di maestosità e di potenziale quando suona più tipicamente black (come in “Of pathless woods” o “The fallow earth”), e di un’ottima voce pulita che conferisce ai brani un tocco curioso, che dà un effetto che cambia sapientemente atmosfera, quasi a farla diventare avantgarde. Il tutto per uno stile che mi ha ricordato parecchio dei Borknagar, “Quintessence” soprattutto, e un pochino pure i Solefald, quelli di “Pills against the ageless ills”, visto che la timbrica del cantante mi pare quella. Ed è soprattutto sulle parti con voce pulita che i Black Lotus si esaltano! E allora ecco che ascoltando il cd ci troveremo di fronte a una bellissima “Terra Hiberna”, una canzone del tutto vincente, dotata di eccellenti parti di voce pulita che sostengono una base musicale sempre in tiro, o una altrettanto bella opener “Signatura Rerum”, che potrebbe forse fare il verso anche a certi Vintersorg.
Un appunto in positivo anche per la produzione: una resa sonora molto buona ma un po’ caotica (sono soprattutto le chitarre e un po’ pure la batteria) conferisce a questo HOS dei Black Lotus un suono particolarmente avvolgente e anche un po’ diafano, che personalmente ho apprezzato in quanto gli dà un che di “underground” che non guasta affatto, e anche perché con certa musica così atmosferica, detesto sentirci sopra chitarre stracompresse e dalla timbrica thrash!
In conclusione: approvo alla grande questo cd dei Black Lotus, e non c’è molto altro da dire, tranne una raccomandazione: che i “wannabes” del folk imparino!

Track by Track
  1. Prelude 60
  2. Signatura Rerum 87
  3. Statues of Auburn 87
  4. Of Pathless Woods 89
  5. Terra Hiberna 95
  6. Wreath of the Triumphant Sun 80
  7. Awaken the season of Old 83
  8. The Fallow Earth 85
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 90
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
83

 

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