Left To Vanish «Versus The Throne» (2008)

Left To Vanish «Versus The Throne» | MetalWave.it Recensioni Autore:
June »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1286

 

Band:
Left To Vanish
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Titolo:
Versus The Throne

 

Nazione:
U.s.a.

 

Formazione:
Keith Nolan - Vocals
Sean Salm - Guitar
Paul Meredith - Drums
Kevin Salm - Guitar
Bryan Little - Bass

 

Genere:

 

Durata:
42' 52"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2008

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Non sono un gran fan del metal core. Anche se non posso dire di detestarlo e qualche volta mi ha persino colpito. Mi fa un po' lo stesso effetto dei crostini San Carlo: all'inizio vorrei mangiarli tutti, dopo averne mangiati una manciata, tipo 4, l'olio di cui sono pregni mi hanno già impestato la bocca e il bolo alimentare formato da quelli ingoiati mi ingolfa, ostruendo l'accesso ad altri. Così è per il metal core (precisamente deathcore ijn questo caso): lo prendo a piccole dosi perché se no le strutture trendy-moderniste che condiscono il tutto mi ingozzano e mi danno nausea; è un genere troppo perfetto e calcolato. Parlando però dei gruppi della Lifeforce, per certi versi siamo in un altro piano, dato che l'etichetta ha sempre cercato di produrre band qualitativamente superiori e anche possibilmente meno conformate. Ora ci sono questi Left To Vanish, che già dal nome non intendono distaccarsi dai dettami del genere, anche se in realtà il disco offre alcuni momenti piacevoli, di melodie cupe che solo di rado si fanno pretenziose, in grado di sollevarli dal marasma generale; eccezionale dunque la performance del gruppo: le chitarre creano degli intrecci dal gusto noise oppure psichedelico, caratterizzando in maniera efficace le tracce con un tocco particolarmente ricercato. Precisa e virtuosa la sezione ritmica, devastanti e taglienti le percussioni, indiscutibile la produzione del suono, piena ed aggressiva. Impossibile invece liberarsi dei tempi sincopati di doppia cassa singhiozzante che,
coadiuvati da una strumentazione banale alla pari creano degli inevitabili momenti deboli, sprofondando nei soliti canoni consunti. Solo discutibile, invece, la prova del cantante, che sfodera una voce un po' frastagliata; anche se diversa dai soliti scream del genere, non riesce ad esser particolarmente convincente, sia nei toni gutturali che in quelli più acuti.
Generalmente purtroppo sembra di ascoltare sempre la stessa monolitica traccia. Solo certe valide sezioni di chitarra riescono a diversificarle, ma alla lunga il macchinoso suono satura le orecchie e ben presto una traccia di 4 minuti sembra non finire mai, anche in merito al fatto che la band predilige le ritmiche cadenzate ed elaborate alla velocità. In fin dei conti si tratta di un genere che si ama o si odia, io mi ci tuffo a capofitto, ma vengo sempre spinto verso la direzione negativa.

Track by Track
  1. Give Us Barabbas 60
  2. Seventeenth Year Cicadas 70
  3. Long Live This Heresy 70
  4. Dirt Merchant 65
  5. Lufthansa Heist 60
  6. Whitewolf And Nash 60
  7. Eyeless In Gaza 55
  8. Suffrage Under A Sulfur Sky 55
  9. February 16th 1969 65
  10. Northern Lights 55
  11. Falling In Love In A Whorehouse 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
64

 

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