The Psyke Project «Apnea» (2008)

The Psyke Project «Apnea» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Madhatter »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
796

 

Band:
The Psyke Project
[Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di The Psyke Project [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di The Psyke Project

 

Titolo:
Apnea

 

Nazione:
Danimarca

 

Formazione:
Martin Nielskov - Vocals
Jeppe Skouv - Bass, Vocals
Mikkel Vadstrup - Guitars
Rasmus Sejersen - Drums

 

Genere:

 

Durata:
56' 0"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2008

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Gli Psyke Project sono dei veri alchimisti. Il genere proposto da loro non è semplicemente inquadrabile in nessun altro già conosciuto. A differenza di molti altri gruppi che prendono qua e là e fanno un’accozzaglia di influenze, riconoscibili l’una dall’altra, questi danesi più che “aggregare”, sanno “sintetizzare” gli stili da cui prendono spunto per tirarne fuori uno che è senz’altro particolare. Per rendere l’idea della musica che potete sentire, riporto due aggettivi scritti nella loro presentazione : “intenso e caotico”. Credo che non potrebbero esistere due parole più adeguate di queste. Passaggi intensi e melodici come nella canzone “I Get Paralyzed” lasciano facilmente spazio a bordate violente che ricordano vagamente i Meshuggah come nella successiva “Panic” o a uptempo di stampo hardcore come nella canzone “Poems Written by Kings”. Va il plauso agli strumentisti, veramente molto competenti, in grado di destreggiarsi senza problemi fra tempi dispari e ritmiche improbabili (senza perdere in musicalità), e produzione, veramente buona. Sarà dunque raro sentire una canzone che comincia e finisce con la medesima dinamica, viene lasciato molto spazio a digressioni melodiche dal sapore a volte malinconico, a volte psichedelico, a volte depressivo. Il song-writing dei danesi quindi è molto variegato e questo permette non solo di non annoiarsi nell’ascolto, ma di cogliere il gusto e la bravura con cui gli strumentisti creano momenti di rara intensità, momenti che possono far felice dal metallaro thrash(“Dedication”) a quello prog(“Love Sworn in a Handful of Dirt”). Dunque, un gruppo piuttosto strano, che ha il coraggio di mettersi in gioco con una proposta originale, e che proprio per questo rischia di essere amato o odiato. Io personalmente scelgo la prima.

Track by Track
  1. The Voice of Commandment 80
  2. I Get Paralyzed 70
  3. Panic 80
  4. Creating Landscapes 80
  5. Psysical Romane 75
  6. Dedication 85
  7. Love Sworn in a Handful of Dirt 65
  8. Poems Written by Kings 73
  9. Jugganata 68
  10. Not in My Time 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 82
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 77
Giudizio Finale
78

 

Recensione di Madhatter » pubblicata il --. Articolo letto 796 volte.

 

Articoli Correlati

News
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
Concerti