Destinity «The Inside» (2008)

Destinity «The Inside» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1485

 

Band:
Destinity
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Titolo:
The Inside

 

Nazione:
Francia

 

Formazione:
Zephiros :: Lead Guitar
David :: Bass
Morpheus :: Drums/Clean Vocals
Ponce :: Guitars
Mick :: Vocals

 

Genere:

 

Durata:
47' 32"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2008

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Questo “The inside” dei Destinity è il quarto full length della loro discografia, e sempre con questo disco pare che (stando a quanto si legge sul retro del promo), ci sia una voglia da parte dei Destinity di provare a sfondare, con una distribuzione mondiale, ottenuta per la prima volta ai loro dischi, con una registrazione assai curata (magari però le chitarre si potevano alzare un po’ di più), e con un tour di spalla ai Dew Scented e ai Severe Torture.
Il risultato, lo si sente tale e quale, è un massacro death/thrash che chiama in causa molti gruppi svedesi principali rappresentanti, tra cui gli Hypocrisy per certe tendenze melodiche, gli Arch Enemy per le parti di chitarra, gli Strapping Young Lad (lo so, questi non sono svedesi…) per certi ritornelli puliti e spessissimo accompagnati con la tastiera, e i The Haunted. I chitarristi sfoggiano una pioggia di riff in continuazione, quasi sempre poco o per niente melodici che vengono sottolineati da una prestazione eccellente del batterista, che pesta dietro le pelli come un dannato agendo soprattutto di doppia cassa e sferzando senza pietà le orecchie dell’ascoltatore. A variare leggermente il tiro, tuttavia, ci pensano i ritornelli, puliti e spesso accompagnati dalla tastiera, che alle volte, come in “Murder within” e “A thousand falling skies” riescono a conferire ai brani una variazione di rotta molto azzeccata e ben accetta. Sugli scudi anche “Ready to leave”, con dei riff iniziali veramente ben riusciti. Fa piacere notare come l’uso della melodia non sia qualcosa di apposito per edulcorare i brani come invece altri re del death thrash in caduta libera hanno oscenamente fatto.
Il disco dunque, lo ripeto, è un massacro, una violenza continua che pesta veloce sia ritmicamente sia musicalmente, e che si manifesta ottima per una resa da live. Purtroppo però (e qui passiamo ai difetti), i Destinity si fanno prendere la mano da tutto ciò e in pratica non offrono granché di differente. Alle volte nel disco si sente il forte bisogno di ascoltare un brano più cadenzato, o magari con un riffing un po’ diverso, sia per riprender fiato, sia per rendere il disco meno omogeneo e più assimilabile. Invece non è così, e se si esclude un break acustico di 30 secondi in “Escaping Reality”, in pratica i pezzi menano tutti come dei forsennati e anche purtroppo allo stesso modo, e questo svilendo un po’ le capacità del gruppo, che invece sa tirare fuori riff eccezionali e arrangiamenti che sono veramente uno spaccamento di denti garantito.
In conclusione: questo dei Destinity, come forse molti altri acts death/thrash, forse non ha le capacità di ritagliarsi un po’ di gloria personale, ma il risultato della musica finita su questo disco è senz’altro positivo, ottimo in sede live e anche in studio risalta abbastanza. Io non posso che fare i miei più sentiti auguri ai Destinity di diventare qualcuno, tuttavia se la loro musica puntasse anche sulla violenza in mid tempo, oltre che sull’impatto frontale, e se in generale riuscisse a variare un po’ di più, sarebbe anche meglio. Di sicuro per ora il death/thrash dei Destinity è abbastanza fresco. È l’inizio del successo? Chissà…

Track by Track
  1. My Senseless Theory 79
  2. Murder Within 85
  3. Things I Will Never Forget 81
  4. Still Remember 75
  5. A Thousand Falling Skies 85
  6. Inhuman Corrosive Report 78
  7. Ready to Leave 84
  8. Enemy Process 74
  9. Escaping Reality 74
  10. The Inside 79
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
79

 

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