Valkyrian «...Of Boredom and Sorrow» (2005)

Valkyrian «...of Boredom And Sorrow» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Ryosaku »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1618

 

Band:
Valkyrian
[MetalWave] Invia una email a Valkyrian [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Valkyrian [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Valkyrian

 

Titolo:
...Of Boredom and Sorrow

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Filippo Ferrari - voce/basso
Tommaso Dringoli - chitarra
Matteo Salutari - batteria

 

Genere:

 

Durata:
37' 8"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2005

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I Valkyrian, gruppo toscano proveniente da Siena propongono un ambizioso progetto per diffondere il proprio verbo musicale in un paese ancora non desto dal suo iniquo torpore, che tende a spezzare le iniziative sonore indipendenti come queste.
Il gruppo nasce tre anni fa, con una formazione a 3: Il vocalist, nonché bass-player, Filippo Ferrari, il chitarrista Tommaso Dringoli e il drummer Matteo Salutari.
Grande volontà, spirito di abnegazione e abilità tecnico/espressiva stanno alla base della loro musica. La proposta non è mai banale neanche, come vedremo, nella intro del tutto originale.
“..Of Boredom and Sodom” rappresenta il loro primo lavoro importante e anche ben riuscito, dopo la pubblicazione di un demotape risalente al 2002, che venduto in poche copie, aveva gia’ raccolto un discreto successo.
I Valkyrian affinano il proprio affiatamento e debuttano nel 2005 con l’album "…Of Boredom And Sorrow", una release storica per il sottobosco heavy italiano, destinata ad attirare su di sé, le più calorose attenzioni del pubblico e della critica del death metal italiano.
Il cd è composto da otto tracce ben assortite tra loro, salta subito all’orecchio dell’ascoltatore infatti, l’alternanza di parti prettamente death metal unite con lavoro sapiente a parti melodiche, composizioni acustiche e recitate.
Come dicevo poco prima, già l’intro lascia trasparire la qualità della proposta dei Valkyrian. L’apertura si rifà all’Inno a Satana di Giosué Carducci, poesia scritta nel settembre del 1863, che riesce in queste declamazioni a mandare un messaggio d’ amore verso l’arte. Ebbene i Valkyrian scelgono di musicare questo Inno a Satana, in un cantato recitato. La scelta è azzeccata soprattutto per i suoi contenuti simbolici: infatti nella lirica Carducci celebra la figura di Satana in positivo, in contrapposizione ai reazionari del tempo, che in esso incarnavano la modernità da condannare in ogni forma, cosi invece Satana viene raffigurato con le bellezze naturali e artistiche, con le gioie terrene.
Gia’ dal secondo brano “Bloody Obsession” e’ subito percepibile il cambio di ritmo. Elettrizzanti scariche di pura violenza danno vita ad un impeccabile trash/death che si rifà ai Death e soprattutto Chuck Schuldiner, ma trova diversi spunti e influenze come quella dei Metallica di “Ride The Lightning”(1984) e degli At The Gates di “Slaughter of the Soul” (1995); il tutto poi scandito da un finale in chitarra elettrica pulita.
“The [first] book of Urizen” invece assume toni e contorni molto meno frenetici e più malinconici, elegantemente sottolineati specie nella seconda parte anche dal violino, che ben si amalgama con le chitarre. Questo poi ci introduce all’ascolto del brano successivo con la devastante “Insane Existence”, pezzo che si caratterizza per riff veloci e taglienti ma anche da un’anima melodica di indubbia raffinatezza. Chitarre e sezione ritmica intrecciano i propri sentieri, coronando il loro macabro incontro in un amplesso sonoro di rara bellezza e profondità. Il successivo frammento strumentale “Chaotic Voices”, viene ben introdotto dal pianoforte che tende a creare un atmosfera mesta e triste.
“Anonymous Manuscript” e “Hell (Mundi Alumni)” rappresentano di nuovo l’influenza dei maestri Death, che si fa molto insistente sia nei riff, che nelle parti cantate (in certi punti il vocalist emula il mito Chuck Schuldiner).
Buona infine la qualità della registrazione (autoprodotta) che ha fatto in modo di apprezzare maggiormente l’opera, che di per sé è gia’ buona.
In conclusione trovo "…Of Boredom and Sorrow", un lavoro molto variegato che da il meglio di sé nelle composizioni particolari e audaci ma che non disdegna neanche nelle tracce prettamente death metal. Si può annoverare tra i migliori dischi di death metal italiano di questi ultimi anni, assieme al recente "Skymorphosis" (2006) dei Gory Blister.

Track by Track
  1. Inno a Satana (G. Carducci) 70
  2. Bloody Obsession 75
  3. The (first) Book Of Urizen 70
  4. Insane Exstence 75
  5. Chaotic Voices 70
  6. Anonymous Manuscript 75
  7. Hell (Mundi Alumni) 75
  8. Heaven 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
72

 

Recensione di Ryosaku » pubblicata il --. Articolo letto 1618 volte.

 

Articoli Correlati

News
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
Concerti