Blindrage «Blindrage» (2016)

Blindrage «Blindrage» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
26.07.2016

 

Visualizzazioni:
1334

 

Band:
Blindrage
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Titolo:
Blindrage

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Stefano Palmonari :: Vocals;
- Luca Dall'Olio :: Rhythm and lead guitar;
- Gianluca Ferioli :: Rhythm and lead guitar;
- Riccardo Tani :: Bass guitar;
- Mattia Dall'Olio :: Drums;

 

Genere:
Heavy Metal

 

Durata:
52' 34"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2016

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I Blindrage, band ferrarese al debutto con questo “Blindrage”, rappresentano una di quelle poche e nuove realtà nazionali da elogiare come meglio si può. Partiamo innanzitutto dal fatto che l’heavy metal oggi, tranne appunto qualche rara eccezione, viene esclusivamente riproposto in modalità decisamente condizionata da una serie di fattori che vanno indubbiamente a riabbracciare lo stile di vecchie glorie anni ’80 e ’90, con poco o quasi nulla di personale, al solo fine di ricercare un po’ di notorietà e magari la partecipazione come band di supporto su qualche festival di terza scelta; non dimentichiamoci oltretutto anche il fatto che suonare e avere una band al giorno d’oggi fa un po’ tendenza e quindi se non suoni in una band non sei nessuno, insomma tutta una serie di contesti che non appartengono planetariamente ai nostri Blindrage. A cominciare dalla produzione d’eccellenza, degna delle più note case etichette mondiali, questo quintetto propone un heavy metal personalizzato e moderno grazie anche all’inserimento, di tanto in tanto, di contesti thrash che rendono ancora più potente una già ottimale muraglia sonora. Tecnica, pattern, riff esclusivamente innovativi, andature di batteria magistrali, vocal pienamente conforme al genere oltre a lead virtuosi, rappresentano in sostanza ciò che questa band di Ferrara vuole trasmetterci; dall’ascolto, in ogni caso, ben si percepisce che tutti i componenti la band hanno una certa preparazione e annessa capacità strumentale decisamente ben al di sopra della media. Il platter apre con un intro “ The Void” di puro heavy metal strumentale che subito ci mette in riga e ci prepara al sensazionale ascolto del lavoro anticipandoci il fantastico “United”, un brano dalle venature thrash che non si azzarda comunque ad allontanarsi dal credo heavy della band; sound compatto, tecnica e voce clean decisamente di pregio; segue “Black Virus”, in apertura moderata con motivi e note non distorte che vanno ad anticipare la realizzazione di un riff accademico pieno e compatto come l’acciaio; il brano appare in ogni caso in maniera più melodica rispetto al precedente offrendoci anche brillanti ritornelli sia strumentali che cantati; “Fist of Steel” apre tra melodia, ritmica e lead in puro heavy che detta regole imponendosi in un’andatura tendente allo speed ma di grande effetto, brano sincronizzato e mi massima precisione tecnico strumentale; la potenza della band non tende ad arrestarsi neanche con il successivo “Feed the Dark” un brano decisamente calibrato tra thrash e heavy metal che non azzarda puntate estremizzate o cavalcate monotone; buoni gli intermezzi del brano ai limiti della precisione chirurgica; dall’apertura melodica, quasi in soft metal e meno intensa rispetto ai precedenti ascolti è “Fools can’t Cry” un brano che aumenta di seguito la sua struttura offrendo un heavy metal più calibrato ferme restando ovviamente gli immancabili segmenti tecnici e di spessore musicale; si ritorna un po’ agli inizi dell’ascolto con “Fires”, una buona ritmica unificata a riff potenti e inarestabili; un’apertura in chiave acustica ci viene proposta da “Fever”, altro brano melodico con un ottimo lead solo quasi a ricordarci un po’ i Testament, di seguito intensificato da momenti di puro metal ad altri più moderati e curati attraverso l’ascolto di incredibili virtuosismi melodici; si continua con “Blindrage” altra incredibile performance musicale dettagliata e ritmicamente da ascoltare e riascoltare; altra apertura in chiave acustica questa volta quasi a ricordarci un po’ i Megadeth per “Screen Addiction”, brano ritmicamente perfetto e sincronico riff e successiva ritmica in compattati nell’acciaio più duro che esista; si giunge alla conclusione con “Elettric” un brano all’interno del quale la ritmica mista tra heavy e speed forgia un lavoro decisamente incredibile per le due chitarre. Un disco completo, privo di critiche e ricco di pregi, da avere a tutti i costi sia per l’ottimo contenuto che per l’eleganza e l’innovazione del sound.

Track by Track
  1. The Void 85
  2. United 85
  3. Black Virus 85
  4. Fist of Steel 80
  5. Feed the Dark 80
  6. Fools can’t Cry 85
  7. Fires 85
  8. Fever 85
  9. Blindrage 80
  10. Screen Addiction 80
  11. Electric 85
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 90
Giudizio Finale
83

 

Recensione di Wolverine » pubblicata il 26.07.2016. Articolo letto 1334 volte.

 

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