The Burning Dogma «No Shores of Hope» (2016)
The Burning Dogma
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Titolo:
No Shores of Hope
Nazione:
Italia
Formazione:
- Andrea Montefiori :: Voce;
- Maurizio Cremonini :: Chitarra;
- Diego Luccarini :: Chitarra;
- Simone Esperti :: Basso;
- Giovanni Esposito :: Tastiera;
- Antero Villaverde :: Batteria;
Genere:
Dark Electro Death Metal
Durata:
48' 42"
Formato:
CD
Recensione
Un lavoro questo secondo album dei The Burning Dogma intitolato “No Shores of Hope” che può apparire simile ad una sorta di ago della bilancia pronto a far cadere in atmosfere strumentali incredibilmente toccanti e surreali l’ascoltatore per poi scuoterlo violentemente con il suo potente death metal sinfonico e rimetterlo nella posizione iniziale; il platter, nell’alternanza sonora tra i suoi svariati intro e la ritmica possente che la band riesce a forgiare, offre una più che buona prova in merito all’elevata capacità tecnica che contraddistingue questo quintetto. L’impiego del synth indubbiamente offre quella tipologia melodica inconfondibile all’interno della quale si assiste ad un più che corretto dinamismo ritmico sia delle chitarre che del drumming costantemente all’altezza della situazione. Ottima anche l’interpretazione in growl e scream della parte cantata in grado di offrire un effetto particolarmente toccante in ogni circostanza; le ritmiche offrono momenti più o meno moderati ma spesso si lasciano andare anche in contesti sonori particolarmente accelerati e come sopra già detto non poco tecnici. Tra i brani, dopo l’intro strumentale particolarmente toccante “Waves of Solitude” merita di essere ricordato il potente “Skies of the Grey” all’interno del quale si assiste anche all’intervento di un clean tutto al femminile a supporto del growl cantato; “Feast For Crows” si rileva invece molto compatto nella propria genesi anche se non mancano imprevedibili quanto repentini mutamenti ritmici che non riduco mai l’intensità del brano; particolarmente intenso nei contenuti è “Burning Times” all’interno del quale, al di là dell’ottima ritmica, meritano i apprezzamenti anche la buona riuscita della parte cantata in una sorta di alternanza tra growl ed un inaspettato clean che vanno a miscelarsi con contesti virtuosi di chitarra e con atmosfere sonore assolutamente surreali; tirata non poco ma allo stesso tempo varia ed elaborata è la riuscita di “Hopeless”, altro brano ricco di effetti che vengono sferzati dall’ottimo growl della parte cantata; le ritmiche si presentano in un moderno quanto compatto death metal sempre assolutamente ricco di melodie. Conclude il disco un brano suddiviso in tre diversi momenti musicali un intro, lo sviluppo musicale del brano ed un outro conclusivo intitolato “Dawn Yet to Come” dove a meritare i dovuti apprezzamenti è la parte centrale o meglio la parte seconda No Heroes Dawn, realizzata con una ritmica vorticosa incredibilmente varia nei contenuti e ricca di emozionanti refrain di chitarra. Un lavoro indubbiamente valido sotto diversi profili sia musicali compositivi sia soprattutto pluriarticolato tra death metal, melodie ed elementi elettronici che rendono questa seconda prova di forza dei The Burning Dogma un ottimo biglietto per varcare i palchi europei e non.
Track by Track
- Waves of Solitude 80
- The Breach 80
- Enigma of the Unknow 70
- Skies of Grey 70
- Feast for Crows 75
- Burning Times 70
- Distant Echoes 70
- Hopeless 75
- Dying Sun 70
- Nemesis 75
- Dawn Yet To Come 1 Drowning 70
- Dawn Yet To Come 2 No Heroes Dawn 80
- Dawn Yet To Come 3 Uscimmo a riveder le stelle 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 80
- Originalità: 80
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
75Recensione di Wolverine » pubblicata il 09.04.2016. Articolo letto 2754 volte.
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