Blynd «Punishment Unfolds » (2012)

Blynd «Punishment Unfolds» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
carnival creation »

Recensione Pubblicata il:
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Band:
Blynd

Titolo:
Punishment Unfolds

Nazione:
Cipro

Formazione:
Andreas : Vocals, Bass
Dino :: Guitars
George :: Guitars
Alex :: Drums

Genere:

Durata:
45' 9"

Formato:
CD

Data di Uscita:
2012

Etichetta:

Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione

Luogo singolare quello da cui proviene “Punishment Unfolds”. I nostri sono di Cipro e, francamente, non ho mai ascoltato né tantomeno recensito qualcosa che giungesse da quella bellissima isola probabilmente perché la scena Heavy Metal del posto non sia eccessivamente sviluppata. Questo fino a qualche anno fa, ovvio, poiché anche nella terra del minotauro diverse realtà stanno facendosi strada pian piano nel panorama europeo e non solo. Tra queste sicuramente i Blynd fanno da apripista.
Interessante questo “Punishment Unfolds”, secondo allo scorso “The Enemy” datato 2010; non aggiungerà né toglierà assolutamente nulla a ciò che conosciamo di Thrash-Death Metal ma è senz’altro un album che, senza lode né infamia, si fa piacere per la sua produzione molto buona e per le idee musicali molto pratiche e ragionate messe al servizio di una tecnica sulla quale sindacare sarebbe inutile data la professionalità con cui tutto ciò è stato concepito.
Tendenzialmente non vado pazzo per i dischi con gli intro in generale ma che almeno abbiano un senso mi sembra una qualità minima. Fortunatamente i Blynd fanno iniziare “Punishment Unfolds” con un “Divine Gathering” dai toni estremamente epici e dai suoni scelti con cura e convicenti.
Già dall’opener “Arrival Of The Gods” si intuisce con chiarezza che le chiacchiere stanno a zero. I nostri si limitano a fare ciò che gli riesce meglio senza andare ad indagare musicalmente chissà dove con il rischio di sembrare dei buffoni. Saggia scelta quella di fare ciò per cui sono portati e, tra frizzi e lazzi ritmici, andirivieni groove dall’headbanging molto facile per chi ascolta, riff da pollice alzato che forse ricorderanno un po’ gli ultimi Machine Head con maggiori dosi di shredding e un cantato sempre a cavallo tra gli urli sguaiati propri dell’Hardcore Punk e la scuola Death Metal un po’ attempata, i Blynd si fanno portavoce di un discreto disco di metal estremo che sa stuzzicare l’ascoltatore senza calare di tensione per un solo istante.
Sinceramente non ho trovato pecche nell’esecuzione né mi sorprenderei se i nostri continuassero a sfornare dischi onesti come questo. Non ci sarà nulla di nuovo ma almeno quello che hanno da dire lo dicono bene, eccome!