Bleeding Utopia «Demons To Some Gods To Others» (2012)

Bleeding Utopia «Demons To Some Gods To Others» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
804

 

Band:
Bleeding Utopia
[MetalWave] Invia una email a Bleeding Utopia [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Bleeding Utopia [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Bleeding Utopia [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Bleeding Utopia

 

Titolo:
Demons To Some Gods To Others

 

Nazione:
Svezia

 

Formazione:
David Ahlen :: Bass
Lawrence Dinamarca :: Drums
Joakim Bergros :: Guitars
Andreas Moren :: Guitars
Henrik Wenngren :: Vocals

 

Genere:

 

Durata:
47' 59"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2012

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

I Bleeding Utopia sono svedesi da Stoccolma. E in questo album di debutto (senza discografia precedente) fanno death/thrash svedese. In poche parole abbiamo riassunto di già il loro sound. Vi sembro troppo sbrigativo e lapidario? Allora vi consiglio di dare un ascolto a questo “Demons to some, gods to others”: né più né meno che quasi 48 minuti di death/thrash metal ben fatto, ben prodotto e ben arrangiato, ma scontato e del tutto simile a come l’hanno già suonato altre migliaia di bands prima di loro, oltre che sprovvisto della più timida forma di originalità.
Almeno le prime 5 canzoni sono intrappolate in questa morsa ineluttabile: tempi “tu pa tu pa”, voce alla Bjorn dei Soilwork, chitarre che propongono riffs tutti sullo stesso stile (e con un riff somigliante a “Electric eye” prima del break finale di “A life’s decay”), blast sporadici e brevi, e riffs tutti melodici. Certo, mancano i ritornelli puliti con cui gli In Flames hanno addolcito la loro musica, ma ciò non toglie che la proposta musicale dei BU è derivativissima. Prima di sentire qualcosa di nuovo occorre ascoltare “insipid mind”, dove uno stile un po’ più alla Dark Tranquillity e dei riffs meno melodici sembrano farla da padrone, ma è per poco: tutto finisce nel ritornello che ripiomba sul melodico.
Insomma: tutto è come dovrebbe essere, senza un tocco di originalità della più innocente, senza un’intuizione che si possa definire personale e senza un lampo di genio che sia uno. Tutto è come dovrebbe essere, addirittura a “It all ends here” c’è un ritornello apposta studiato per farlo funzionare da live, con un botta e risposta del cantante nel ritornello prolungato, che da live sarà sicuramente fatto a botta e risposta col pubblico. È chiaro che un disco così è ben fatto, ma è altrettanto chiaro che dischi come questo di originale non hanno niente. Ci troviamo di fronte ad una vera e propria clone band che non fa né più né meno che il compito già svolto da qualcun altro.
Il death/thrash non va più di moda come un tempo e questo disco non cede a ritornelli stupidi con voce pulita, quindi forse a qualche amante del deathcore e generi affini questo disco potrebbe anche piacere, ma è tutto qui, e statene alla larga se cercate un disco originale. Per me una sufficienza come questa è al limite del politico, fatta più che altro per giudicare oggettivamente il disco.

Track by Track
  1. Bind torture kill 60
  2. A life's decay 60
  3. Into pieces 60
  4. You´re mine 60
  5. It all ends here 60
  6. Insipid mind 60
  7. Ironcrosses to the brave 60
  8. Chaos confirmed 60
  9. Blistering act of vengeance 60
  10. Faith denied 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 30
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
61

 

Recensione di Snarl » pubblicata il --. Articolo letto 804 volte.

 

Articoli Correlati

News
Recensioni
  • Spiacenti! Non sono disponibili Recensioni correlate.
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
Concerti