Star Rats «Screw The Consequences» (2009)

Star Rats «Screw The Consequences» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Rocket Queen »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
823

 

Band:
Star Rats
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Titolo:
Screw The Consequences

 

Nazione:
Svezia

 

Formazione:
Magnus: Voce
Post: Chitarra
Kass: Basso
Braun: Batteria

 

Genere:

 

Durata:
59' 13"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2009

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

E’ come tornare a respirare. Giorni di apnea, in cui sembra di ascoltare sempre le stesse note, sempre le stesse idee, sempre gli stessi tentativi per risultare alternativi curando solo gli aspetti di un guscio d’esteriorità vuota, priva di un qualunque carattere.
Invece d’improvviso ti capita di ascoltare un gruppo come gli Star*Rats: ed è come tornare a respirare.

Questi rockers scandinavi, per la precisione d’origine svedese/danese, lanciano il loro terzo album “Screw the Consequences”, full lenght di 14 tracks sotto etichetta Swedmetal Records con una grinta carica di elementi dimenticati, che ci ricordavamo impressi su consunti nastri magnetici di vecchie musicassette.
Non vi aspettate sostanziali novità del genere, un hard rock estremo con evidenti tracce sleaze metal e anche diversi spunti punk, quello vero e autentico, vissuto sulla strada e gridato con una noncuranza che in realtà è intrisa di rabbia. Sentiamo l’esplosività dei Ramones, vediamo la trasgressione dei Mötley Crüe, viviamo l’epoca dei Guns ‘n Roses più ispirati, percepiamo la collera degli Skid Row, ci regalano qualcosa che si era dissolto miscelato ad una notevole impronta personale.

Carisma: ecco la carica innovativa degli Star*Rats, sorprende l’impeto con cui questi ragazzi irrompono sulla scena di un mercato sovraffollato da tendenze regalate con troppa facilità, spesso insipide e superficiali.
Fin dalla prima traccia “Who cares” esplode la loro personalità decisa, ritmo ben scandito, la voce di Magnus (Mr Whattafuck) si impone con la vitalità trasandata di quello “street” di cui si sentiva la mancanza, pezzi interpretati in maniera ineccepibile quasi cuciti addosso a questi ragazzi che li riversano in un’esplosione di riff che non invidiano il confronto con uno Slash Hudson dei tempi d’oro. Assoli affascinanti che mescolano una tecnica decisamente buona ad una naturalezza esecutiva come in “Looosin’ It”, pezzo intriso di una passione che si esprime anche attraverso una batteria sempre energica e un basso che non si fa mai rimpiangere, come anche in “Get Nasty”, “Psycho you”, o “Brand new soul”.
Un riuscitissimo mix di tendenze in cui la forte tradizione, o il trasporto martellante di un pezzo come “Raise your hands to rock” si discioglie in brani a volte più introspettivi che non dimenticano una punta vagamente grunge come in “Fakin’an inside”, oltre a una vena sentimentale che rende più soft e orecchiabile “Another Tragedy” in cui le percussioni coinvolgenti di Braun abbracciano le note impeccabili di della chitarra di Post sapientemente avvolte dal basso di Kass il tutto reso unico dall’interpretazione sempre intensa di Magnus.
Non mancano piacevoli break dall’accento un poco southern blues come nell’’attacco acustico di “Land’s end”, intermezzo che concede un sospiro nostalgico in cui classiche strade statunitensi prendono forma dalle polveri desertiche, prima di ributtarsi nel consueto hard ruvido e graffiante di “Mr. Whattafuck”. Una menzione particolare alla cover “I’ll be there for you”, successo dei Bon Jovi che troviamo rivestito di un ritmo decisamente punk senza essere meno coinvolgente. Finale so strong con Boozehound, track con cui hanno deciso di lanciare il primo video dell’album: birra a fiumi, strumenti bollenti che si fondono nel delirio di note e di pubblico, insomma veemenza e intensità da vendere.

Il prodotto è presentato da un art work consueto che tuttavia ho trovato soddisfacente, la cover mescola bene le tendenze più caratteristiche della band ovvero le cotonature sleaze mescolate con gli stilemi più specifici del punk. E’ un album riuscito sotto tutti i punti di vista: tecnicamente ben congeniato, una produzione che conserva inalterato il sound singolare e trascinante degli Star*Rats, tracce fruibili che scorrono in maniera entusiastica.
Ricordatevi questo nome: hanno i numeri per fare strada, per stupirvi e trascinarvi in una realtà schiettamente sleaze street… So rock ‘n roll.

Track by Track
  1. Who cares 80
  2. I could die here 75
  3. Looosin' it 85
  4. As I stay 75
  5. Get nasty 80
  6. Raise your hands to rock 80
  7. Fakin'an inside 75
  8. Psycho you 80
  9. Brand new soul 75
  10. Another tragedy 85
  11. Land's end 80
  12. Mr Whattafuck 75
  13. I'll be there for you 80
  14. Boozehound 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
78

 

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