Madder Mortem «Eight Ways» (2009)

Madder Mortem «Eight Ways» | MetalWave.it Recensioni Autore:
carnival creation »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
744

 

Band:
Madder Mortem
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Titolo:
Eight Ways

 

Nazione:
Norvegia

 

Formazione:
Agnete M. Kirkevaag :: Vocals
Bp M. Kirkevaag :: Guitar
Odd Eivind Ebbesen :: Guitar
Tormod Langøien Moseng :: Bass
Mads Solås :: Drums

 

Genere:

 

Durata:
60' 5"

 

Formato:
Promo CD

 

Data di Uscita:
2009

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Che indubbiamente si tratti di un album molto atteso sarebbe come affermare che il sole sorge ad est, cioè una dichiarazione del tutto ovvia, dato che si tratta di un gruppo che per dieci anni ci ha allietato le giornate col suo Progressive Folk Metal inzeppato di ogni sorta di elemento esterno.
Rimanendo a “Desiderata” - album datato 2006 - la band sembrava non conoscere limiti né paletti in fatto di composizione, un po’ come fanno i leggendari Pain Of Salvation, portatori di un Prog così particolare da essere sempre imprevedibile, e così un po’ sono i nostri MM, ivi recensiti.
L’ascolto di “Eight Ways” è difficile, molto anche; ad una prima infarinatura resta praticamente impossibile sia digerire il tutto che riuscire a capire fino in fondo ciò che i nostri vogliono effettivamente comunicare.
La loro musica è strana e bella, difficile e prolissa, mai banale ma sfiora la noia mortale a tratti. Inutile dire che su qualche punto le soluzioni sono caratterizzate anche (e soprattutto) da dissonanze micidiali, volute naturalmente, ma non per questo scelte sempre bene, a mio parere.
L’ultima traccia non lascia scampo in fatto di noia e dissonanze, quasi doom, quasi gothic, quasi prog e quasi tutte queste cose insieme, cioè un bell’annichilimento di influenze.

La voce di Agnete Kirkevaag è bellissima e terribile, come una dea della morte, solamente che la sua eleganza viene meno negli urli disumani che emette, spesso gratuitamente, nei pezzi, a mio parere, rovinando quell’atmosfera pacata e sognante che si potrebbe venire potenzialmente a creare.
Nel foglietto illustrativo c’è scritto e sottolineato che la musica dei Madder Mortem non contiene nulla di “urbano” ma solo musica “organica”, “terrena”. Secondo me non è assolutamente vero e, anzi, dubito che la musica “organica” come la chiamano loro sia disseminata di contaminazioni dissonanti e ricerca da conservatorio contemporaneo degna di Karleins Stockhausen; piuttosto ritengo, da pianista, che la musica “terrena” sia basata sulla semplicità e non da onde sonore fastidiose.
Gusti e filosofia a parte, il disco è suonato da professionisti del settore e le idee sono sviluppate in modo, appunto, professionale. Farà senz’altro la felicità di amanti del genere che si cimentano solitamente con onde sonore pazzerelle e folli senza curarsi delle basi reali da cui tale genere viene proposto, ma ormai siamo giunti a nuove frontiere. Per noi poveri defender del Progressive, lasciateci sospirare in pace.

Track by Track
  1. Formaldehyde 60
  2. The Little Things 70
  3. Armour 70
  4. Resolution 75
  5. A Different Kind Of Hell 65
  6. Riddle Wants To Be 65
  7. Where Dream And Day Collide 65
  8. The Flesh, The Blood And The Man 75
  9. Get That Monster Out Of Here 55
  10. Life, Lust & Liberty 55
  11. All I Know 60
  12. The Eighth Wave 50
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
66

 

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