Neroargento «Three Hours Of Sun» (2011)

Neroargento «Three Hours Of Sun» | MetalWave.it Recensioni Autore:
carnival creation »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1755

 

Band:
Neroargento
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Titolo:
Three Hours Of Sun

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Alessio Neroargento - vocals, all instruments

 

Genere:

 

Durata:
40' 17"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Era da tantissimo tempo che non ascoltavo un disco così e devo dire che, non senza un senso di disorientamento iniziale, subito dopo quasi non ho creduto alle mie orecchie. Avessi avuto 16 anni e avessi dovuto scegliere tra “Three Hours Of Sun” e “Hybrid Theory” dei Linkin Park, personalmente avrei scelto il primo disco senza pensarci due volte. Mi suona più completo, certamente contiene elementi che sono giunti a noi anche dopo il periodo d'oro dell'alternative rock elettronico, ma se fosse uscito dieci anni fa oggi ci ritroveremmo con naturalezza ad annoverarlo tra i pionieri del genere. Un po' mi scoccia sia arrivato solo ora, ma almeno l'"attesa" è stata premiata.
Ultima fatica del polistrumentista Alessio Neroargento, che dà il nome a questa one-man band, posso certamente dire che
dischi come questo o si amano o si odiano, non c'è via di scampo. C'è chi li vede come l'ennesimo estratto della mente visionaria di un simil-dj e chi invece come un mero atto creativo, dettato dall'utilizzo dell'ultimissima elettronica d'avanguardia e da miriadi di idee che vanno a strizzar l'occhio un po' a qualsiasi cosa: dal nu-metal, al melodeath degli ultimi anni, fatto sta che di buono “Three Hours Of Sun” contiene non poco e, tra i dischi del genere usciti quest'anno, regna sovrano, quantomeno in Italia benché suoni molto d'oltreoceano. Lì la faccenda si fa più semplice, in quanto gli americani sono quasi abituati a sonorità tali, ma qui da noi, se ci mettessimo a stringere il cerchio, di realtà valide nell'elettronica rock ce ne sono ben poche rimaste e non sto certo parlando degli ultimi Subsonica.
Migliore dei Linkin Park, migliore dei Subsonica e con omaggi continui ad un certo Trent Reznor, oscuro quanto basta e godibile fino alla fine, nonostante gli ultimi tre brani abbassino leggermente il livello qualitativo, ma l'intero lavoro almeno è sorretto da una produzione eccellente. Veramente ottimo il trittico “Trust”, “Daedalus Calls” e “Foreground”, del lotto le tre perle più brillanti a mio avviso. Disco più che valido da ascoltare tutto d'un fiato. Veramente un bell'album.

Track by Track
  1. Trust 85
  2. Play Us Loud 75
  3. Daedalus Calls 80
  4. Helpless Like You 70
  5. The Antidote 70
  6. Adversing Muse 70
  7. Foreground 80
  8. Save Me From Myself 70
  9. Will You 65
  10. Underneath A Sky Of Dust 60
  11. Go Baby Go 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 85
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
73

 

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