Christine IX «Crosses And Laurels» (2018)

Christine Ix «Crosses And Laurels» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
10.05.2019

 

Visualizzazioni:
769

 

Band:
Christine IX
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Titolo:
Crosses And Laurels

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Christine IX :: guitars, vocals, bass, effects
Luca Greco :: drums
Katjia Di Giulio :: violin on "Talking Like Lovers"

 

Genere:
Punk / Rock

 

Durata:
42' 19"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
11.12.2018

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Christine IX, devo ammetterlo, non l’ho mai sentita nominare. Sarà che più che altro propone alternative rock (genere predominante in questo “Crosses and Laurels”), ma davvero è un nome che mi è sfuggito. E mi è sfuggito a torto perché in realtà questa ragazza si rivela essere una persona che ha rilasciato un secondo album davvero non male. Non certo perfetto, ma che comunque si fa nettamente notare per vivacità compositiva e voglia di personalizzazione del sound.
Praticamente, per capire come suona “Crosses and laurels” di Christine IX dimenticatevi lo stereotipo della band alternative: la ritmica qui spesso disdegna i classici drum patterns per preferire controtempi e parti spezzettate ritmicamente, e su questa a volte è la voce a suonare molto personale, altre volte è la prepotenza di un basso molto stoner di “Never give up”, e altre volte è la chitarra punk rock a regnare. Ne risulta un songwriting che lascia interdetti, che lambisce certe cose dei primi Marlene Kuntz con i tempi dispari visionari di “Redon” con la tragicità da ballad metal di “Neurotoxic”, passando per qualcosa di Skin in “Never give up”, e finendo (tra le altre cose) con gli Offsprings sotto steroidi di “God has gone to war”, solo che qui fa quasi tutto una ragazza. Confusi? Lo credo, ma io sono affascinato.
Poi intendiamoci: “Crosses and laurels” non è comunque un disco perfetto per una serie di errori più che altro formali, che consistono in una qualità sonora dai volumi abbastanza alla rinfusa, una mancanza di chitarra ritmica che avrebbe riempito di più “Harm and fear”, e soprattutto alcuni errori di autocompiacimento, che rendono certe parti un po’ pretenziose, ed altre fin troppo allungate e per questo che vanno a perdere, come il finale della stessa “Harm and fear” troppo ripetuto, o certi suoni tra brano e brano un po’ cliché, o anche alcuni brani che non capisco tanto, come “Fancy scar” che più che altro sembra solo una prosecuzione del brano di prima. Eppure, si tratta di errori che minano un po’ la riuscita del disco, ma che non lo rendono meno interessante. Questo sarà anche un disco non perfetto, ma desta comunque bene l’attenzione, e lo consiglio sia agli amanti dell’alternative, sia a chi stima i dischi cangianti in quanto a personalità. Da tenere d’occhio.

Track by Track
  1. Talking like lovers 75
  2. Harm and fear 65
  3. Redon 75
  4. Neurotoxic 75
  5. Never give up 70
  6. Fancy scar 65
  7. God has gone to war 75
  8. She lived one day 70
  9. All the other girls 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
73

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 10.05.2019. Articolo letto 769 volte.

 

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