Sleep of Thetis «Thin Limits» (2005)

Sleep Of Thetis «Thin Limits» | MetalWave.it Recensioni Autore:
AtoragoN »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1037

 

Band:
Sleep of Thetis
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Titolo:
Thin Limits

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Silvia Viglione - female voice
Nicola Cozzi - bass & male voice
Antonio Magrini - guitars
Martina Monferrini - keyboards and piano
Stefano Cerri - drums & percussions

 

Genere:

 

Durata:
55' 0"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2005

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Gli Sleep of Thetis sono attivi dal 1994, e tutta quest'esperienza balza subito all'orecchio dell'ascoltatore, in quanto la band mostra un songwriting efficacissimo e scevro da ogni dettaglio superfluo, si ha l'impressione di avere davanti una band concentrata e nel pieno possesso degli strumenti per ottenere qualcosa in quest'infame mondo che è la discografia odierna. I pezzi sono catchy, caratterizzati da chitarre di chiaro stampo hard rock moderno americano, e melodie quasi sempre efficaci, tutte mirate a strizzare l'occhio alle rotazioni radio/video. Si potrebbe dire che i punti di riferimento siano i soliti Lacuna Coil (ma in questo caso l'influenza dark-gothic è molto meno preponderante), o gli Evanescence (per i giochi con synth e samples, ma il tutto sa di meno artefatto e studiato a tavolino), ma gli Sleep of Thesis sono qualcosa di ancora diverso, si sente che si appoggiano (qualcuno potrebbe dire furbescamente) su questo filone, ma allo stesso tempo lanciano input personali qua e là che gli ascoltatori più attenti sapranno cogliere e vedere la band con un occhio diverso piuttosto che liquidarli come l'ennesima band rock-metal con voce femminile fotocopia di quella che è la scena attuale. La produzione è ottima, per quanto mi riguarda benchè la band abbia autoprodotto il disco e sia tuttora in cerca di contratto, questo disco è pronto per la distribuzione senza rimaneggiamenti di sorta: i suoni sono perfetti, potenti e moderni, e allo stesso tempo viene riservato per la voce uno spazio di primo piano enorme (forse troppo, a volte suona un po'troppo pop questa scelta, specie nei pezzi più soft quali la poppeggiante “Learning”). La voce principale è della singer Silvia, dalla timbrica che a volte mi ha ricordato Alanis Morrissette non è eccessivamente tecnica né colpisce particolarmente sotto alcun aspetto, svolge il suo compito senza infamia ma dopotutto è abbastanza intonata ed espressiva per non rovinare nulla e meritarsi il suo posto, e stesso discorso va applicato al bassista, Nicola, che spesso intreccia la sua voce con quella di Silvia (ma meglio lasciare a lei la voce principale, come si può ascoltare dai pezzi cantati prevalentemente da Nicola, come “Liar”), mentre la corona di migliora del gruppo va alla tastierista Martina, dotata davvero di un gusto fuori dal comune. Andando avanti con l'ascolto la sorpresa continua, dato che come da copione si mettono i pezzi più radiofonici e canonici all'inizio e per chi ha voglia di spingersi fino all'ipotetico b-side vengono tenute in serbo le vere chicche, mentre emergono sempre più influenze, come pezzi quasi alternative (come la sopracitata “Liar” o “The Gift”), o altri propriamente metal (come la thrashy “Flesh & Bones”, cantata da Nicola, molto convincente); e i pezzi a mio parere più interessanti sono, oltre alla sopracitata “Flesh & Bones”, quello che per me potrebbe essere il singolone di un eventuale disco “The Choice” e l'ispiratissima “Shelter”, che vedrei bene in rotazione quantomeno su Rock tv, tanto è ben costruita, e intelligente nelle sue dinamiche, specie nel ritornello; infine va citata la ballata jazzy di “Back Again”, in cui scopriamo che la band è in grado di muoversi con disinvoltura nelle più svariate coordinate stilistiche, coordinando sonorità distanti fra loro di quasi un secolo in un mix davvero affascinante. In conclusione, accidenti, non so proprio cosa consigliare se non ciò che ho già espresso sopra, cioè di lavorare ulteriormente sulla potenza delle voci (non abbiate paura di URLARE al massimo!) e sulla pronuncia, che anche se già è più che soddisfacente in alcuni frangenti tradisce un po'di italianità.
Ma questi sono dettagli, “Thin Limits” è un disco di qualità, abbastanza vario da non stancare nell'ascolto e abbastanza omogeneo da non lasciare l'ascoltatore spaesato, è ben scritto e ben suonato. Non mi meraviglierei che un giorno vengano presentati al business come “the next big thing”. Promossi!

Track by Track
  1. From Heaven 75
  2. Best For Me 65
  3. My Worst Enemy 75
  4. Learning 73
  5. The Choice 70
  6. Liar 60
  7. Flesh & Bones 78
  8. The Gift 50
  9. Water 65
  10. Shelter 90
  11. Back Again 85
  12. Roles 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 90
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
73

 

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