Kälter «Ubuntu» (2012)

Kälter «Ubuntu» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Carnival Creation »

 

Recensione Pubblicata il:
26.01.2013

 

Visualizzazioni:
2569

 

Band:
Kälter
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Titolo:
Ubuntu

 

Nazione:
Canada

 

Formazione:
Marc-Andrè Lafreniere :: Vocals, Guitars
Mathieu Plamondon :: Guitars
Lous-antoine Pelletier :: Bass
Jean-François Racine :: Keyboards
Lucas Biron :: Drums

 

Genere:
melodic death

 

Durata:
56' 59"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
11.10.2012

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Sono sempre ben lieto di ascoltare un disco quando giunge da musicisti canadesi in quanto ormai (anche grazie a Devin Townsend e a molti altri) mi son fatto l’idea che il loro modo di intendere la musica in generale –e larga misura l’Heavy Metal- rappresenti ogni volta una squisita occasione di assaporare cosa significa essere originali o quantomeno eccellere sul livello della tecnica.
Fatto non strano quindi che “Ubuntu”, secondo platter su lunga distanza dei Kälter, mi abbia entusiasmato fin dall’opener “Intuitions” e che queste vibrazioni positive si siano protratte per tutta la durata di quest’opera che non esito a definire grandiosa e sensazionale.
Era tempo ormai che non ascoltavo qualcosa degno di acquisto immediato e interesse nel voler visionare l’operato in sede live di una band e credo che con “Ubuntu” qualcosa di grande sia stato seminato benché rappresenti la seconda importante pubblicazione di un gruppo che finora non avevo mai avuto il piacere di sentire nemmeno nominare. Poco male, ora me li appunterò e inizierò a definirmi un loro fan che li ritiene degni di plurime lodi.
I nostri hanno iniziato come semplice gruppo cover dei Children Of Bodom ma poi (fortunatamente) hanno deciso di intraprendere il sentiero della musica originale, scelta azzecatissima che ha dato frutti a non finire: un EP “Cold Misery” del 2008, il debut “Spiritual Angel” dell’anno successivo e questo “Ubuntu” in cui accade davvero l’imprevedibile.
Se cercate qualche info on line li troverete classificati sotto il “Melodic Death Metal” ma a mio avviso questo triste epiteto suona quasi offensivo (con tutto il rispetto per coloro che propongono questo genere) per un tipo particolarissimo di Progressive Metal intriso di elementi Death-Groove e perfino attimi di Prog Rock che ricordano persino i ben più noti Opeth di Damnation.
Il quintetto è certosino in tutto e sembra fissato con la perfezione sonora tant’è che anche la produzione risulta efficace e perfetta conferendo al tutto una eccezionale atmosfera sempre a cavallo tra il metal estremo e il sinfonico. Il lavoro del tastierista Jean-François Racine è quanto di più ispirato e moderno ci sia mentre harsh vocals (con pizzichi di un buon pulito), riff precississimi e drumming assassino fanno il resto completando il quadro.
Doveroso l’ascolto del capolavoro “Tribulation”, brano lungo, melodico e acceso, sinfonico con momenti quasi eterei, il pezzo maggiormente guitar-oriented “Rhythm Of Passion Part I - The Awakening” seguito dalla sua sorella seconda parte a traccia di chiusura ma è ben difficoltoso effettuare un track-by-track trattandosi di canzoni piuttosto complesse, complete e sempre tendenti al Metal estremo con base in un ossessivo Progressive dalle tinte moderne che ricordano un po’ i primi lavori dei Symphony X e perché no, anche gli ipercitati Dream Theater ma con meno parti ipertecniche.
E’ una musica che presa nel suo insieme possiede un valore enorme, valore certamente che brilla e si distingue in mezzo a tante altre release. E’ un’esperienza da provare assolutamente.
Disco veramente ottimo e per intenditori.

Track by Track
  1. Intuitions 90
  2. Flying Seeds 90
  3. ReMember 90
  4. Reflexions 90
  5. Adversity 70
  6. Tributation 95
  7. Rhythm Of Passion Part I - The Awakening 95
  8. Rhythm Of Passion Part II - The Gathering 90
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 90
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 95
Giudizio Finale
85

 

Recensione di Carnival Creation » pubblicata il 26.01.2013. Articolo letto 2569 volte.

 

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