Phaith «Redrumorder» (2011)

Phaith «Redrumorder» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Dust »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1281

 

Band:
Phaith
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Titolo:
Redrumorder

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Alessandro Manaigo (voice)
Stefano Salvagni (bass)
Matteo Magri (guitar)
Gianluca Magri (guitar)

 

Genere:

 

Durata:
1h 1' 34"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Originari di Cortina D'Ampezzo, i Phaith ci propongono il loro primo lavoro ''Redrumorder'', un disco di Heavy Metal molto ricco di contaminazioni dal Prog all'Hard Rock, lavoro abbastanza valido dal punto di vista della varietà di idee espresse e tentativo di ricercare soluzioni originali.
Quello che ne risulta però pecca leggermente in fluidità e omogeneità delle composizioni: nei pezzi che ascoltiamo ci sono parti spesso sconnesse dalle altre come se la band faticasse a stare dietro all'evoluzione del pezzo stesso; un songwriting più studiato e migliorato, porterebbe di sicuro ad un enorme passo in avanti, visto che la voglia di sperimentare sembra essere una caratteristica primaria della band, caratteristica che preferisco molto rispetto a proposte magari più standard ed immediate. I brani infatti sono tutti abbastanza lunghi e articolati in vari cambi stilistici e intermezzi che stravolgono la struttura fin li allestita, però spesso sono cambi forzati e non perfettamente riusciti.
Purtroppo anche dal punto di vista della produzione non siamo ad ottimi livelli, viste le molte parti un po' fuori tempo tra chitarra e batteria e qualche problema nell'intonazione su cantati lead e cori che in molte occasioni appesantiscono non poco l'ascolto.
Questo Redrumorder però non contiene solo elementi negativi: la qualità audio, per essere un album di debutto non è male, solo qualche decisione sul sound di basso andrebbe rivista, in più dai pezzi emerge una buona preparazione tecnica generale della band: le chitarre si danno un bel po' da fare nel riffing e le parti lead sono apprezzabili per le idee; in linea generale, escluse alcune pecche già evidenziate, anche il cantato è buono e ben interpretato.
I presupposti per un buon cammino di questa band ci sono, quindi si rimanda a future pubblicazioni per un parere che possa dare più giustizia ai Phaith visto che con questo primo capito, faticano a mettersi in luce.

Track by Track
  1. War Morning 2.12 60
  2. Another heart to hurt 65
  3. Factory of enemies 55
  4. 12 wings 65
  5. Rorschach 60
  6. Videodrome 55
  7. Deep in the human soul 60
  8. Blessed is the pain (Monsoon) 55
  9. Death is Pornography 60
  10. How many bullets 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 60
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
62

 

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