Tranenzeit «Horror Experience» (2010)

Tranenzeit «Horror Experience» | MetalWave.it Recensioni Autore:
June »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
774

 

Band:
Tranenzeit
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Titolo:
Horror Experience

 

Nazione:
Francia

 

Formazione:
Ominous - vocals
Dunkelheit - guitar
Dargor - bass
Martyr - guitar
Keriel - drums

 

Genere:

 

Durata:
42' 51"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2010

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Horror metal? Gothic metal? Black metal? Death metal? Qui non si capisce più niente! Ma si sa, eh, al giorno d'oggi va così, bisogna sapersi distinguere; e cos'altro meglio di un bel “melting pot” di generi? I Tranenenzeit possono tranquillamente essere inseriti tra i più promiscui: band mista maschi e femmine (una sola, in realtà, che si fa chiamare Ominous e canta in growl), nome tedesco, derivazione francese, testi in inglese, tedesco e francese e, come citato in apertura, diversi generi per un sound unico, che merita sicuramente un ascolto, ma che altresì necessita di essere maggiormente elaborato e focalizzato.
Quasi impossibile, con meno di venti ascolti, scindere mentalmente le tracce a causa della loro struttura cangiante, a partire dall'introduzione lugubre con un recitato la cui voce è simile a quella di Fernando Ribeiro dei Moonspell che presenta la band: “we are Tranenzeit”, dicono. E ci sarebbe molto di interessante in questo disco, se non fosse per quella confusione compositiva che rende gli arrangiamenti poco fluidi, con accostamenti un po' caotici, risultando poco accattivanti e dilettantistici. Ascoltate ad esempio “Fuer Immer”, introdotta da un grave e oscuro arpeggio di chitarra; dopo una serie di esplosioni elettriche, tutto d'un tratto si apre ad un riff completamente diverso, nervoso, svelto e si ha davvero la sensazione che la band non abbia bene idea di cosa stesse succedendo un momento prima. Peccato, perché invece poi presenta ottimi sviluppi (con puntate nel black metal) molto ispirati; in questo modo risultano smorzati.
Di altre situazioni non se ne capisce proprio la motivazione, come ad esempio nella decadente (ma sostenuta) “Pavillion Noir”, che propone una chitarra solista da festoso pagan metal (???), con toni addirittura solenni.
Meglio dal punto di vista dell'arrangiamento “Le Larmes Du Tempes”, sempre eclettica, ma più coerente, come la lunga “Deadwalk” di ben otto minuti; sono episodi meno arditi, certo, ma anche più riusciti e compatti.
Essendo un album di debutto è normale che ci siano dei tentativi azzardati e in fin dei conti è un lavoro interessante e ricco di spunti, ben registrato, che merita anche più della sufficienza. La prossima prova ci farà capire che strada hanno deciso di seguire.

Track by Track
  1. Prélude Au Tuorment 65
  2. Les Larmes Du Temps 70
  3. Face à Face 65
  4. The Jackal 55
  5. Fuer Immer 55
  6. Alone In The Valley Of Death 65
  7. 666 - Road Of The Devil 55
  8. Pavillon Noir 50
  9. Deadwalk 70
  10. Horror Experience 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
63

 

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