Sole Method «The way of descent» (2010)

Sole Method «The Way Of Descent» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
641

 

Band:
Sole Method
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Titolo:
The way of descent

 

Nazione:
Austria

 

Formazione:
Peter - vocals
Michael - guitar
Rob - bass
Wildan - drums

 

Genere:

 

Durata:
44' 47"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2010

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Della serie, si faccia una domanda e si dia una risposta: perché gli amanti degli eighties sono sempre così prevenuti verso il metal moderno? Possibile che non ci sia nulla di buono dal metal attuale? E cosa ha fatto il metal attuale per non piacere granché?
La risposta potrebbe essere facilmente data da questo cd degli austriaci Sole Method: sulla carta ci sono i giusti presupposti per massacrare tutto e tutti: produzione pulita e pompata, suoni nitidissimi e precisi, voci potenti, quasi mai pulite e niente breaks che farebbero virare questa proposta su lidi recanti il suffisso –core. Nella realtà, non è difficile vedere come l’ascolto del cd dimostri una band dall’impatto travolgente ma anche che fa una musica dagli equilibri troppo confusionari, che presenta diverse influenze groove e death melodiche (soprattutto all’inizio del disco), con una serie di tempi di batteria medi predominanti che a volte castrano letteralmente la voglia di spaccare tutto dei brani (come nella title track e in “Blasted and Broken”), e a poco servono le ripartenze veloci ma brevi disseminate su tutto il disco. Le chitarre, poi, mostrano una certa ripetitività nelle scelte compositive utilizzando quasi esclusivamente riffs su corde basse sullo stile dei Soilwork e a volte ricordanti anche qualcosa dei Pantera, d’impatto ma tediosi a lungo andare, e quasi nessun assolo degno di questo nome se escludiamo alcuni episodi di scarso rilievo col wah wah e poche note prese. La voce, poi, ci prova ogni tanto ad andare in pulito, e quando lo fa finisce solo per guastare le cose, mettendo una linea vocale decisamente troppo soft in mezzo a un tessuto sonoro che alterna i soliti tempi di cui sopra.
Insomma: come alcuni dei dischi metal moderni, questo disco formalmente sarà anche invitante, ma se si guarda sotto il vestito, le cose non sono poi così entusiasmanti, e non rimangono granché nella memoria a causa di una originalità musica scarsa. Certo, il cd non è oggettivamente male, e anzi canzoni come “Echoes of the dark”, “All or nothing”, “Revelation mine” e la cover dei Judas Priest “Nightcrawler”, chiaramente la meno confusionaria e più lineare, sono bei brani, ma gli altri brani sono tutti senza infamia e senza lode. Ma basterà questo a far ricordare una band come questa, poco originale, dal sound plasticoso e poco emozionale, e caratterizzata da ridondanze di soluzioni tecnico - compositive? Secondo me, no. Per quanto questa band abbia qualcosa da dire, non mostra bene tutte le sue capacità, ed in ultima analisi non ha poi granché per distinguersi dalla media.
Sufficienza quasi politica, che rispecchia l’ennesimo disco metal moderno, oggettivamente con alcune canzioni non malvagie ma drammaticamente standardizzato sia nel sound che nella composizione.

Track by Track
  1. echoes of the dark 70
  2. all or nothing 65
  3. suicide is painless 60
  4. the way of the descent 60
  5. the new brave 60
  6. what it´s like to be a machine 65
  7. blasted and broken 55
  8. me myself and I 50
  9. black eyed 65
  10. revelation mine 65
  11. nightcrawler 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 55
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
63

 

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