Thisorder «Inner Island» (2010)

Thisorder «Inner Island» | MetalWave.it Recensioni Autore:
carnival creation »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
1504

 

Band:
Thisorder
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Titolo:
Inner Island

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Emanuele Rontino :: Vocals
Marco Albanelli :: Guitars
Domenico Muscariello :: Bass
Thomas Manna :: Drums

 

Genere:

 

Durata:
56' 30"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2010

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Come poter biasimare i Thisorder per aver scelto un sound come Pearl Jam, Alice In Chains, Soundgarden e Tool (quelli di “Undertow” ovvio!) come punto di partenza? No non possiamo biasimarli e nemmeno vorremmo!
I nostri nascono nella bellissima località di Ischia, non certo uno dei nodi principali del panorama rock e forse anche per questo la “stranezza” del souno della band è talmente particolare da apparire quasi estranea a tutto ciò che siamo abituati ad ascoltare in questo periodo.
Miracoli delle isole quindi? Forse ma intanto vi invito a dare più di una possibilità a questo quartetto di ottimi musicisti.

Il disco si apre immediatamente con una buona interazione rta momenti melodici ed energia, componente, quest'ultima, che non verrà mai a mancare in nessun canzone dell'album, malgrado diversissime atmosfere che si verranno a creare con lo scorrere delle tracce.
Strutturalmente le canzoni appaiono subito complesse, fatte di buoni momenti melodici ed atmoferici, passionali ogni tanto e tecnici quando occorre, persino psichedelici come nella bella canzone “Rashua”.

Interessante il sound molto Desert Rock della quinta traccia “Blood Upon The Wheel” dominata da distorsioni di basso e atmosfere acide nell'insieme, così come molto particolare mi è parsa “3 Dawns” in cui l'anima progressive dei nostri si apre finalmente la strada senza straripare nel pacchiano e generando atmosfere sognanti, oniriche anche se piuttosto contaminate da giri di chtiarra.
L'episodio più aggressivo dell'intero album resta “Fist”, buona assai e il tutto si conclude con “Late Empire”, ottima canzone seguita dopo un po' da una simpatica ghost track in cui la stessa Late Empire si “riavvolge” riprodotta al contrario; un piccolo tocco di classe quindi per terminare l'ascolto, piuttosto e anzichenò!

Il sottoscritto, inoltre, vorrebbe fare le più sentite congratulazioni ad una band che ha realizzato un album “rock e non solo rock” che scorre via come un fiumiciattolo con un complesso semplice ma non banale e che viene vissuto per intero lungi da ogni forma di noia.
Grandi Thisorder!

Track by Track
  1. I'm Sorry 65
  2. Fingers 70
  3. Unus 70
  4. Rashua 70
  5. Blood Upon The Wheel 70
  6. The Bitter Hail 75
  7. 3 Dawns 70
  8. Tomorrow Will Be Gone 65
  9. Fist 65
  10. Late Empire 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
70

 

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