Nahui «A Blue Fire» (2008)

Nahui «A Blue Fire» | MetalWave.it Recensioni Autore:
June »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1371

 

Band:
Nahui
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Titolo:
A Blue Fire

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Luca Giancotti :: vocals, guitars, bass, synth programming
Andrea Martella :: drums

 

Genere:

 

Durata:
35' 49"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2008

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Ho idea che quest'ultima uscita della MyKingdom cerchi di strizzare un po' l'occhio a delle produzioni meno profonde e più di massa. Penso questo alla luce delle composizioni che ho potuto ascoltare, che paragonate con altri gruppi, sempre pubblicati dalla medesima etichetta, figurano deboli, rimarcando su un approccio pop dalle venature malinconiche, di modo da evocare nomi altisonanti dell'attuale mainstream giovanile. Per Nahui, che ricordo si tratta di un progetto che gravità attorno alla persona di Luca Giancotti, coadiuvato da un paio di session men, vengono nominate band quali Muse e Radiohead. Mi sembra esagerato. Si badi bene: dico questo, non perché ritengo i suddetti gruppi inavvicinabili o in qualche maniera leader, ma proprio per l'impossibilità (monetaria, perché no?) di poter raggiungere, certi livelli di produzione. In altre parole non manca la volontà da parte di Nahui di rincorrere questi act di dream e synth pop, ma il risultato è alquanto povero e disadorno: le soluzioni banali e già sentite, le melodie non profonde, ne accattivanti. E' fuori dubbio che i ritornelli , così come generalmente ogni parte dei vari brani, si fissino rapidamente in testa, ma non certo per l'emotività che si portano a presso. Piuttosto per la consuetudine di creare delle sospensioni in attesa del ritornello, una tecnica abusata e ormai difficile da sfruttare in maniera originale. Nella traccia iniziale, “...And I” ci troviamo di fronte echi dei più banali U2, nella sdolcinata e pacchiana “Christmas”, si cerca la via dell'indie rock, ma senza una spinta emotiva ben riuscita, per quanto non totalmente deprecabile: vedi le linee di sintetizzatore sotto a certi stacchi strumentali, che arricchiscono di sfumature depresse l'atmosfera di un brano dall'andamento ruffiano. Il tutto inserito in una registrazione che cercando di emulare ampollosità da stadio, risultano frastagliate e artificiose, accompagnate da un cantato monotono e poco armonico.
Traccia acustica (“Broken Glasses”) prima della conclusiva “Crumbled From Stars”, dai toni epici, che sostanzialmente non sposta l'asse da ciò che si può ascoltare nel resto del disco.
E' un peccato accanirsi (anche se ho scritto queste righe a cuor leggero) contro realtà che probabilmente potrebbero esplodere come star, in una scena più ampia, contro produttori ed etichette che rifondono le loro energie anche per ricavarci, giustamente, qualcosa, ma un disco del genere può al massimo sbalordire qualcuno stanco dei soliti quattro nomi ultrapompati. Mi ha lasciato del tutto indifferente.

Track by Track
  1. ...And I 55
  2. Fluid Hollow 50
  3. Unlock The Door 55
  4. Christmas 50
  5. Berlin 50
  6. After The Wave 55
  7. Broken Glasses 50
  8. Crumbled From stars 50
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 50
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
55

 

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