Lost Reality «What Remains» (2008)

Lost Reality «What Remains» | MetalWave.it Recensioni Autore:
June »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
944

 

Band:
Lost Reality
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Titolo:
What Remains

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Garmo :: vocals, loops
Kekko :: guitars
Merx :: guitars
Luis :: Bass
Marcello :: Drums

 

Genere:

 

Durata:
58' 24"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2008

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

A giocare con l'elettronica bisognerebbe avere una perfetta conoscenza della strumentazione (nonché una riguardevole passione per il genere musicale), oppure una smodata capacità compositiva, tale che il suono inserito nella suddetta vi sia perché espressamente cercato. Troppe volte l'uso degli strumenti sintetizzati avviene per emulazione di altre band e altre ancora con un approccio assolutamente non cosciente, in grado di distruggere anche quanto di valido vi fosse senza l'utilizzo di queste tecnologie. Cito questa mia breve considerazione perché al giorno d'oggi è un gioco da ragazzi procurarsi programmini, groovebox, batterie elettroniche e inserirle all'interno di un disco. Non sempre ciò che ne esce é lodabile. Può sembrare che molte persone giudichino la strumentazione elettronica di semplice uso, che non richieda una conoscenza e che sia di comodo. Nulla di più sbagliato e fortunatamente per noi i Lost Reality ci tendono a ricordare non solo che rock ed elettronica si possono fondere assieme, ma che è anche possibile ottenere delle composizioni di interesse. In particolar caso il disco in questione più che una buona raccolta di ottime canzoni, contiene, in maniera saltuaria dei pezzi piuttosto convincenti, da ritrovarsi prevalente nelle parti più cupe e rarefatte e in quelle più prettamente elettroniche. Partendo dunque da una base di rock e pop atmosferici, citiamo la piacevole traccia iniziale (“If This Is Heaven”) dal gusto Radiohead, che ci trascina in un bel passaggio cupo per terminare in un ritornello che potrebbe ricordare i Paradise Lost. L'inizio del brano “Veil Of The Martyr”, presuppone dell'industrial, ma poi si lascia ad un punk rock di plastica, condito di chitarre ruvide. Validissima “Erase” con riff che ricordano gli Alien Sex Fiend.
Un lavoro strutturato bene, soprattutto per i genere attraverso cui si muove, con una registrazione non sempre brillante, ma comunque perfettamente ascoltabile. Si muove tra i nomi più altisonanti del pop rock d'avanguardia, la wave e il metal moderno (ad esempio in “The White Wall“ si sentono Depeche Mode e Marylin Manson), ma cede il passo alle volte a trame non troppo lontane da quello che offrono i Subsonica. Ed è qui che l'elettronica sembra solo un pretesto, è questo il punto debole di un disco che forse poteva essere anche più breve. Un'ora di musica tra alti e bassi tra la voglia di esser personali e quella di emulare i nomi del dark e dell'elettro rock; interessante, ma da una band che suona da quasi dieci anni ci si poteva aspettare anche di meglio.

Track by Track
  1. My Fragments 70
  2. Perfect Passion 55
  3. If This Is Heaven 75
  4. Poison Kiss 65
  5. Veil Of The Martyr 65
  6. What Remains 60
  7. The White Wall 50
  8. Erase 75
  9. Children Of Evil 60
  10. These Days 55
  11. Invisibility 70
  12. Nothing I Am 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
64

 

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