Tenebra «Moongazer» (2023)

Tenebra «Moongazer» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Bata »

 

Recensione Pubblicata il:
28.02.2023

 

Visualizzazioni:
646

 

Band:
Tenebra
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Titolo:
Moongazer

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Emilio Torregiani, chitarra
Claudio Troise, basso
Claudio "Mesca" Collina, batteria Silvia Feninno, voce

 

Genere:
Heavy Rock

 

Durata:
40' 50"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
29.04.2022

 

Etichetta:
New Heavy Sounds
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Metaversus - Press & Promo
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Recensione

Ed eccomi alle prese con un altro gruppo che non conoscevo: I Tenebra, band di Bologna attiva dal 2017. Band fondata dal chitarrista Emilio Torregiani, del bassista Claudio Troise e del batterista Claudio "Mesca" Collina, cui si aggiunse in seguito la cantante Silvia Feninno; e si buttano su un suono heavy rock anni 70.
Pubblicano il primo lavoro nel 2019 (“Gen Nero”), arrivano alla firma nel 2021 la firma con la label inglese New Heavy Sounds che li fa esordire con l'EP What We Do Is Sacred per arrivare finalmente al loro primo intero per la laber a titolo “Moongazer”.
Album che ti colpisce già dalla copertina di Marcello Crescenzi, che prende ispirazione dal trattato alchemico “Aurora Consurgens" e raffigura la vittoria di un cavaliere -rappresentazione della Luna- sul sole. Forse un riferimento al nome della band?
Passando alla musica è un album che ti tiene li per tutta la durata; non ha cali di tensione. E non è cosa da poca per 40 minuti di musica.
Si parte con un arpeggio malefico che ci porta alla prima canzone: Heavy Crusher, forte di una batteria che fa esplodere letteralmente le note… E’ invece un ipnotico riff di chitarra ad introdurci nel secondo pezzo: Cracked Path, già presente sul loro Ep. Un brano bello tosto, pesante che ti da un attimo di respiro solo nel finale. Finale che quasi si collega al terzo pezzo, Black Lace, dove appare anche un synth suonato dal chitarrista Emilio. Un brano dove la voce (molte versatile) la porta quasi…e perdonatemi se dico un’eresia, quasi su territori soul.
Carry Me Load ha una batteria con un ritmo quasi marziale, ma la chitarra ci riporta subito agli anni settanta (qualcuno ha detto Black Sabbath?),
Ancora synth, insieme alla chitarra, ci porta invece alla quinta canzone: Wind of Changes. Forse il pezzo che si diversifica di più coi suoi sapori southern rock.
Stranded ci riporta invece al suono malefico, maligno della band. Pezzo dove la lezioni dei Black Sabbath esce forte, sempre rielaborata dalla band.
Space Child ci porta invece su territori blues (non era forse la musica del diavolo?) dove appare anche il sax, suonato da Giorgio
Eccoci a Dark and Distant Sky, pezzo ascoltato più volte.. non riuscivo a staccarmi da questo brano.. Come se i Black Sabbath suonassero “Black dog” dei Led Zeppelin.. non so forse sto impazzendo io ma mi è venuto in mente questo.
Prima che perda il lume della ragione eccoci all’ultimo pezzo, Pezzo dove appare come ospite con un assolo di Gary Lee Conner, leggendario chitarrista degli Screaming Trees,
Che dire, per me sto album spacca, un album da avere! Dove la band tira fuori un sound molte personale!

Track by Track
  1. Heavy Crusher 90
  2. Cracked Path 85
  3. Black Lace 90
  4. Carry My Load 90
  5. Winds Of Change 90
  6. Stranded 85
  7. Space Child 90
  8. Dark And Distant Sky 90
  9. Moon Maiden 95
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 95
  • Qualità Artwork: 90
  • Originalità: 90
  • Tecnica: 95
Giudizio Finale
90

 

Recensione di Bata » pubblicata il 28.02.2023. Articolo letto 646 volte.

 

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