Tittytwisters «In the Silvery Waters» (2006)

Tittytwisters «In The Silvery Waters» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Ernando »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1349

 

Band:
Tittytwisters
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Titolo:
In the Silvery Waters

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Ele: vocal
Dani: Bass
Jonny: Guitar
Led: Drums

 

Genere:

 

Durata:
35' 7"

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2006

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Prima di ogni recensione che si rispetti l’obbligo di colui che deve criticare, positivamente o negativamente, un lavoro altrui è quello di raccogliere il maggior numero di informazioni affinché il quadro che ha davanti sia il più completo e lucido possibile. Quindi, si cerca anche di ascoltare almeno qualche stralcio di lavoro precedente; tutto questo preambolo per affermare che i nostri Tittytwisters, ascoltando qualche estratto del loro precedente EP, sono partiti con il chiaro intento di registrare apprezzabile nu-metal ma che, poi, hanno abbracciato, con questo “In the Silvery Waters”, in parte la causa Lacuna Coil ed il loro gothic, pur mantenendo, vivide, le influenze suddette. L’album esordisce così come ci avevano lasciato, con un una tonalità particolarmente bassa degli strumenti, che ci accompagnerà per tutto il lavoro, grazie all’uso della chitarra a sette corde e del basso a cinque. La struttura delle canzoni, l’uso della doppia voce, femminile l’una e quella urlata maschile l’altra, e le linee vocali accattivanti sono le peculiarità delle prime due song. Dopodiché, l’influenza gotica fa la sua apparizione, anche se in dosi differenti; difatti, mentre “The Road to Hell” è un ibrido la seguente “Eternal Pain” è un chiaro encomio al gruppo meneghino che tanto successo sta riscuotendo negli States. Con “Ritual” e “My Evil” si ritorna ai vecchi stilemi in cui l’impatto sonoro e le linee vocali della favolosa ugola Ele si sposano come “il diavolo e l’acqua santa”, mentre con il pezzo che si frappone tra i due e con “Turn Black” si ritorna all’ibridazione gotica. Invece, l’ultimo capitolo spiazza tutti grazie alle sue influenze elettro/industriali a testimonianza che i Tittytwisters non sono fermi ai cliché dettati dal nu-metal ma ben propensi alla sperimentazione ed alla ricerca di una strada, o a più strade, da percorrere in futuro.

Track by Track
  1. Phoenix 68
  2. In my Hands 67
  3. The Road to Hell 71
  4. Eternal Pain 65
  5. Ritual 67
  6. Bloody Childhood 67
  7. Wisphered Goodbye 65
  8. My Evil 68
  9. Turn Back 66
  10. Fuck the Power 71
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 88
  • Qualità Artwork: 83
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
70

 

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