Descent Into Maelstrom «Descent Into Maelstrom» (2017)
Recensione
Musicalmente non male ma sciatto il disco di debutto del progetto solista Descent into Maelstrom, mandato avanti unicamente dal Piacentino Andrea Bignardi.
Il punto è che Andrea in fase di presentazione dell’album si sforza di farci notare l’originalità e la ricercatezza del suo sound, ed è così: queste sette tracce più outro costituiscono un esempio di un death melodico curato nei riffs e fantasioso, che eccelle molto di più in queste parti che quando appaiono influenze black metal decisamente meno originali. La prova di questo punto saliente è disseminata un po’ in tutto l’album, con una “Ignis Fatuus” compatta ed estrema, o con parti più atmosferiche come quelle in “Castle of Otranto” o in “Atavic Enemies”, a cui però si affianca anche una maggiore aggressività di songwriting che rende il tutto variegato e competente, anche se l’episodio migliore delle capacità di questo progetto è dato dalla title track “Descent into maelstrom”, dove la vivacità dei riffs eccelle e spazia benissimo tra i due capisaldi di songwriting definiti poc’anzi.
Purtroppo però, buona parte dell’impatto viene letteralmente devastata da una drum machine anche decente nei sound ma che suona fin troppo meccanica, e che mal si sposa con un riffing che invece ha costantemente bisogno di avere maggiore fantasia per poter accompagnare lo stile di Andrea. Ma non è soltanto questo: i suoni in generale sono molto smorti e fanno sembrare i brani molto più piatti di ciò che in realtà non sono, sono poco taglienti e serve più spigolosità per farli uscire meglio. Tutto questo non rovina l’album, ma in un genere come il death melodico una pulizia sonora è necessaria così come più dinamicità ritmica, specialmente se lo stile musicale è anche atmosferico e dinamico, e per questo il disco seppur con molto potenziale ha anche uno sgradevole retrogusto di “disco di nicchia”.
In conclusione: “Descent into Maelstrom” è uno di quei casi in cui il disco poteva e doveva essere una bomba, ma per certe cose da rifinire o potenziare lo è solo fino a un certo punto. Consiglio l’acquisto di quest’album a chi cerca un disco death melodico degno di questo nome e magari anche a chi apprezza una certa quantità di atmosfere e melodie nel metal estremo, ma quei problemi vanno sanati perché sono un peccato grosso.
Track by Track
- Everything against 75
- Ignis fatuus 80
- Innerwhere 75
- Storm and Assault 75
- Castle of Otranto 80
- Atavic enemies 75
- Descent into maelstrom 80
- Peroratio in rebus - Outro S.V.
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 40
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 75
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
74Recensione di Snarl » pubblicata il 20.06.2017. Articolo letto 1210 volte.
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