Antipope «House Oh Harlot» (2011)

Antipope «House Oh Harlot» | MetalWave.it Recensioni Autore:
June »

 

Recensione Pubblicata il:
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1212

 

Band:
Antipope
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Titolo:
House Oh Harlot

 

Nazione:
Finlandia

 

Formazione:
M J Myllykangas - vocals
Juho Rikberg - guitar
Antti Karjalainen - guitar
Santtu Heinilehto - bass guitar
Tuska E. - drums

 

Genere:

 

Durata:
56' 31"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Gli Antipope sono una band finlandese dedita ad una miscela di black metal particolarmente variopinta, tanto che per le prime tre canzoni, non vi verrebbe in mente neppure per un secondo di definirli black. House Of Harlot, il titolo dell'album, pare essere un brand di vestiario in latex, per dominatrix, s/m e altre sigle bizzarre per godere torturandosi; non son certo la prima band metal ad utilizzare questo immaginario, ricordo ancora i tedeschi Tsatthoggua, ma anche gli Atrocity, dopo l'abbandono del death metal schietto. Dunque, a parte la breve parentesi in blastbeat di “The Carnal Ritual Of Self Aspyxiation”, la maggior parte del disco è basato su divagazioni di stampo gothic, il che li fa somigliare nei momenti migliori a King Diamon (ad esempio in “A Thing So Vile”, con le sue lugubri tastiere), in quelli meno riusciti (poiché più prevedibili) ad un qualsiasi gruppo di darkwave moderno, tipo Umbra Et Imago, con più parti metalliche (doppia cassa, distorsioni di chitarra più forte, ecc...); più alcune aperture tra Katatonia e Moonspell; definendo appunto un'ampia gamma di sound.
Anche dal punto stesso dell'esecuzione fanno di tutto per risultare eclettici, quando non addirittura enfatici; in primo piano la performance vocale di M. J. Myllykangas che spazia da evocative e pompose declamazioni, a rantolanti perversioni dark, fino a scream in puro stile black metal. La parte strumentale si basa prevalentemente su tempi medi dalla sezione ritmica imperiosa, con chitarre sature e corpose, che talvolta si lasciano andare anche in aperture acustiche e in gradevoli controcanti/solismi. Le tastiere sono il punto melodico, la parte che li avvicina di più alla darkwave, costruendo per lo più tappeti melodici di tastiere solenni, senza strafare, ma con una buona presenza.
Ho sempre apprezzato chi cerca di unire più generi senza timori e in questo lavoro i brani risultano molto ben composti, senza sbavature o forzature e senza provocare noia, benché la durata dell'album sfiori l'ora. Certo non tutti i brani sono strepitosi, ma non si scende mai sotto una discreta media e i pezzi più interessanti sono davvero sopra le righe. Se proprio dovessi notare una caratteristica che non mi è piaciuta, citerei quei fortunatamente sporadici momenti di pop moderno che affossano ogni buon proposito. Antipope: a modo loro sempre interessanti.

Track by Track
  1. House Of Harlot 70
  2. Communion 75
  3. A Thing So Vile 75
  4. The Carnal Ritual Of Self.Asphyxation 65
  5. The World Coming Down 75
  6. To Passer-By In Black 60
  7. Morning Star 65
  8. Waratah 65
  9. Rapeman 60
  10. The Man We Would Like To Hang 60
  11. Happiness In Crime 65
  12. Untitled 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
67

 

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