K2 «Black Garden» (2010)

K2 «Black Garden» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Maglor »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
753

 

Band:
K2
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Titolo:
Black Garden

 

Nazione:
Usa

 

Formazione:
Josh Gleason: Vocals
Ken Jaquess: Bass/keyboards Karl Johnson: Guitar
Ryo Okumoto: Piano/moog/hammond/synths
Doug Sanborn: Drums/percussion

 

Genere:

 

Durata:
55' 54"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2010

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Uomini senza paura che si librano con minuscole barche sul liquido abisso per giungere a scoprire paradisi inesplorati dove iniziare nuove vite. Questa la storia che gli americani K2 ci raccontano nel corso di Black Garden, concept album dedicato ai primi colonizzatori degli atolli dell’oceania.
Lo stile scelto per raccontare queste epiche gesta è un prog-rock molto old style, che ha le sue radici nei Genesis Gabriel-era e nei loro “Figliocci” Marillion di Fish, anche per la somiglianza vocale e nello stile con cui tinteggia le proprie melodie il singer Josh Gleason, uno stile particolare quindi, che certo non si adatta a tutti i palati.
I 5 annoverano tra le proprie fila una “star” del genere, Ryo Okumoto degli Spock’s Beard, e già questo basta a dare garanzia di innegabili doti tecniche, sfoggiate in lungo e in largo per i quasi 56 minuti di durata del disco, oltre che di una produzione di buon livello.
Nel corso di Black Garden i nostri toccano un po’ tutti gli stilemi classici del prog, strutture intricate, tempi dispari, ampie divagazioni strumentali creando pezzi il più delle volte estremamente complessi ed articolati. Una proposta che si incanala quindi in una precisa corrente stilistica e che non cerca nell’originalità il proprio punto di forza. Cosa che di per sé non è nulla di male.
La questione diviene un po’ più complessa quando durante l’ascolto dell’album diventa molto difficile trovare delle hooklines forti, delle parti che ti si stampano in testa facendoti venir voglia di ascoltare ancora e ancora questo disco.
Passata l’oretta scarsa di “Black Garden”, quello che ti rimane in testa è veramente poco, tutto scorre via abbastanza liscio, senza sussulti o colpi di scena, senza quel tocco di classe vincente qua e là che ti fa sussultare, cantare o aggrottare la fronte.
Non siamo di fronte a un brutto disco, ma penso si possa dire che si tratti di uno di qui lavori dove la buona forma supera la sostanza, un prodotto molto ben confezionato dedicato agli estimatori del genere.

Track by Track
  1. Black Garden 65
  2. Passage to the Deep 65
  3. Windows Watch 70
  4. Encounter or Absence 65
  5. Storm at Sunset 65
  6. Summer's Fall 70
  7. Path of The Warrior 65
  8. S.V.
  9. S.V.
  10. S.V.
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
70

 

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