Intervista: Secretpath

Nessuna Descrizione Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Paolo Ferrante, singer Secretpath, fautori di un black/death metal che inizia davvero a convincere tant'è che un bel balzo in avanti quanto a maturità musicale c'è stato, e anche grande! c'è ancora del lavoro da fare ma i nostri non sembrano scoraggiarsi e proseguono il loro cammino nel migliore dei modi! eccoli che ci presentano la loro creatura. signori, a voi i Secretpath!

 

Ciao ragazzi e benvenuti nello spazio delle interviste di MetalWave.it! Per iniziare che ne direste di raccontarci un po’ della creatura “Secretpath”? Quali sono le sue origini?

Il gruppo nasce a Cosenza, da un’idea di Pierluigi “Aries” Ammirata. Voleva creare un qualcosa di nuovo e si sentiva insoddisfatto dalle sue precedenti esperienze che non gli avevano permesso di esprimere a pieno le sue potenzialità. Così ha inizio una lunga serie di cambi di line-up che dal 2008 arriva al 2009 con il mio ingresso con il quale il gruppo riesce finalmente a trovare un cantante. Si registra “The Choice” nel 2010 con Pierluigi alla chitarra, me alla voce, Francesco “Storm” Borrelli alla batteria e Lisa bilotti al basso. Lisa lascerà la band alcuni mesi dopo, per dedicare più tempo agli studi universitari, e verrà sostituita da Giovanni De Luca il quale partecipa alla registrazione del secondo demo: “Wanderer”.

Quali sono le influenze musicali che maggiormente vi sentite di utilizzare all’interno delle vostre composizioni? E per quale motivo?

L’intento iniziale era proprio quello di creare un qualcosa che fosse il risultato del miscuglio di quanti più generi di Metal possibili. La base è indubbiamente il black Metal, che si presenta a volte nello stile svedese ed altre nello stile norvegese; questo si unisce facilmente al death (anche con influenze brutal) e poi qua e la ci sono passaggi progressive, gothic e la forte influenza della musica classica che risalta nei pezzi interamente classici. Il motivo è, maggiormente, il fatto che avevamo intenzione di fare qualcosa di originale e che, al contempo, desse ad ognuno di noi modo di esprimere quelle diverse culture ed influenze derivate dal proprio personale background. Tutti noi ascoltiamo musica di qualsiasi genere e quindi questa apertura mentale ha reso le cose ancora più facili.

Parlando di tecnica, come e quando avete imparato a suonare?

Ognuno di noi ha fatto o sta facendo degli studi musicali. Per quanto mi riguarda il discorso si fa particolare perché, di certo, gli studi di canto lirico non includevano cenni al growl o allo scream... Ho iniziato con le tecniche estreme e poi, per paura di farmi male cantando in modo scorretto, ho iniziato con degli studi di canto lirico per tenere la voce sotto controllo; ho scoperto che mi piaceva e quindi ho continuato cercando di applicare le nozioni che apprendevo anche agli stili estremi (ad insaputa del mio insegnante che avrebbe disapprovato). Ne è risultato che, dopo estenuanti esercizi e sperimentazioni, sono riuscito a costruirmi la mia tecnica. Lo stesso può dirsi per Pierluigi che, ad esempio, ha applicato la tecnica del finger-picking della mano destra (tipica della chitarra classica) alla chitarra elettrica e alle sonorità Metal.

Parlateci della gestazione di “Wanderer”, disco che ci ha lasciati piacevolmente sorpresi per l’enorme passo avanti dimostrato.

Gli audaci obiettivi musicali che volevamo raggiungere con “The Choice” sono rimasti ad ispirare anche la composizione e registrazione di “Wanderer”; la differenza è consistita nell’esperienza che, naturalmente, è arrivata con “The Choice”. Possiamo tranquillamente affermare che con “The Choice” abbiamo piantato i semi di un qualcosa che si è interamente sviluppato in “Wanderer”. E’ stato tutto molto semplice e spontaneo: con “The Choice” era una continua sperimentazione; mentre durante la gestazione di “Wanderer” le idee erano più chiare ed avevamo già in mente cosa volevamo ottenere. Grazie al meticoloso lavoro di Kami Plastik (KK Digital Recording) le nostre idee, in quanto a sound, si sono tradotte in realtà. Un altro ruolo importante lo ha rivestito la grafica ad opera di Fabrizio Pavia. Il tutto è stato registrato praticamente a casa, con calma e pazienza, i risultati hanno soddisfatto tutti noi.

Ci sono state difficoltà nella composizione dei pezzi e nelle registrazioni?

Forse sono il meno indicato a dirlo, visto che creavo le mie parti solo dopo che tutti gli altri avevano concluso le loro. In ogni caso la fase di composizione partiva - e parte tuttora - principalmente dai riff di Pierluigi “Aries” Ammirata; via via che si aggiungevano le parti di basso e batteria trovavo delle parti vocali e poi si ritoccava il tutto per renderlo più omogeneo. La composizione era praticamente una parte entusiasmante, era davvero bello aspettare per sentire cosa avrebbe tirato fuori Pierluigi e crearci delle belle parti sopra. La registrazione si è svolta in un clima sereno e scherzoso; c’era ovviamente molta attenzione ma questo non rovinava di certo l’atmosfera, questo ci ha permesso di lavorare a “Wanderer” per molto tempo senza stancarci.

Cambiamo argomento. Ascolti personali! Parlateci dei vostri gusti musicali.

Di tutto davvero! Penso sia abbastanza evidente dalla nostra proposta musicale. Ognuno di noi ha una mentalità molto aperta per quanto riguarda i gusti musicali, tranne forse Giovanni che è più radicato nel Rock alternativo. Pierluigi predilige il black melodico e la musica classica, Francesco il death-brutal tecnico, io vado a periodi, mi concentro più che altro sui cantanti eclettici, spesso ascolto gothic death. Il fatto è che ogni genere, preso singolarmente, inizia a non soddisfarci più e quindi cerchiamo di trarre da ogni ascolto, per quanto differente, qualche spunto da applicare alla nostra musica.

Scena metal italiana..un argomento molto discusso al momento. C’è chi ne dice bene e chi ne dice male ma ogni band ha in comune il pensiero che qualcosa in più si potrebbe davvero fare. Diteci la vostra a riguardo.

La scena Metal italiana si percepisce più all’estero che in Italia. Voglio dire che, spesso, i gruppi italiani riescono a riscuotere più apprezzamento all’estero che in Italia stessa... sarà un po’ perché nemo profeta in patria, ma penso sia anche dovuto al fatto che in Italia c’è poco sostegno alle realtà locali. Penso che questo sia dovuto, specialmente, alla scarsità degli eventi che vengono proposti e alla quasi assenza di underground... elementi che, assieme, contribuiscono ad impedire la formazione di una vera e propria cultura e quindi di un seguito di persone interessate alla cultura musicale Metal.

Parlando di file sharing, credete che possa servire ad una band semi-sconosciuta come mezzo di potente pubblicità in tutto il globo oppure che sia un impedimento per la vendita di dischi?

Il file sharing è sicuramente, in quanto mezzo di diffusione, un modo in più, a disposizione delle bands sconosciute come la nostra, per farsi conoscere. Non ritengo che il file sharing sia davvero un forte impedimento alla vendita dei CD, penso che forse sia un incentivo... Mi spiego: la forte diffusione di file musicali in sharing è capace di diffondere la cultura musicale, fa arrivare al grande pubblico tante bands che altrimenti questo non avrebbe degnato di attenzione. Dopo aver ascoltato tanta musica, ed aver accresciuto così la propria cultura musicale, l’ascoltatore avrà capito quali sono i suoi gusti e si saprà indirizzare verso le bands che più lo soddisfano. Questo soddisfacimento, a sua volta, porterà l’ascoltatore ad una passione tale che vorrà comprare tutti i CD dei propri artisti preferiti e non saprà più farne a meno. Un mercato chiuso, invece, porterebbe a vendite completamente controllate dal mainstream, ossia: l’ascoltatore che non conosce altri gruppi tranne che quelli pubblicizzati dai mass media si troverebbe a comprare quelli (con scarsa passione) oppure a non comprare nulla.

Cosa bolle in pentola per il futuro? Ci sono anticipazioni che ci concedete?

Certamente, adesso ci dedicheremo certamente alla composizione di nuovi brani che andranno a formare il nostro prossimo lavoro che, molto probabilmente, sarà un full lenght che sarà prodotto da un’etichetta che deciderà di scommettere su di noi o, altrimenti, sarà auto-prodotto. La voglia di fare e le diverse richieste che riceviamo, riguardo al creare un full, sono molto forti e quindi questo sembra essere il nostro futuro obiettivo.

Come ultima domanda, vi lascio aperto il campo. Aggiungete ciò che volete prima di lasciarci!

Un sentito ringraziamento a MetalWave.it per la piacevole intervista, nel caso in cui qualche lettore fosse interessato a scoprire la nostra musica segnalo il nostro sito http://www.wix.com/secretpath/secretpath ed il nostro profilo su Facebook https://www.facebook.com/secretpath

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Intervista di Carnival Creation Articolo letto 2360 volte.

 


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