Intervista: Delirium X Tremens

Nessuna Descrizione Abbiamo recensito entrambi i grandissimi lavori dei nostri amici delirium x tremens e ogni volta siamo rimasti eccezionalmente colpiti da tanta professionalità, dedizione e possedere una gran stima di questo combo italiano dedito ormai ad una forma di death metal più atipica e sperimentale che mai ci sembra doveroso. Bando alle ciance, leggiamoci la chiacchierata che ci siamo fatti con il simpatico e disponibile Ciardo.

 

Ciao ragazzi e benvenuti per la seconda volta nello spazio interviste di Metalwave! Iniziamo col parlare dell’ottima prova di “D Com’è nata l’idea alla base di questo album?

Ciao a voi , qui Ciardo voce dei DXT ! Per quest’album ci siamo trovati davanti a una svolta , abbiamo vagliato qualche idea che però non ci convinceva appieno perché legata sempre comunque alle “solite” cose. Volevamo creare qualcosa di molto più personale, di nostro. E ti assicuro che non è semplice perché il nostro genere non lascia molto spazio per uscire dai binari se non per idee già esistenti e create da altri. Abbiamo voluto “rischiare” e buttarci in qualcosa di nuovo, di conseguenza abbiamo scavato nella nostra storia,nelle nostre tradizioni, alle quali siamo profondamente legati , come siamo legati alle nostre montagne , al nostro territorio. E in più ti dirò che ci siamo anche stufati di gente che continua a vedere l’estero come l’idolo, a partire dalla Scandinavia…beh noi siamo montanari , non vichinghi o altro.

Ho notato ingenti cambiamenti nel vostro sound, dovuti principalmente ad una maggiore ricercatezza nei suoni oltre che ad una massiccia sperimentazione. Parlateci della gestazione del disco.

Per comporre e arrangiare il nostro nuovo lavoro ci sono voluti quasi 3 anni, 3 anni spesi a ragionare, ideare, creare, cancellare e riprovare varie soluzioni, scegliendo le storie o leggende da raccontare. C’è stato un gran lavoro sulla scelta dei suoni, volevamo qualcosa di grezzo e old school , ma che allo stesso tempo avesse una vena di naturalezza. Questa è una cosa molto importante secondo noi, la scelta dei suoni! Abbiamo lavorato molto anche sull’immagine visiva, per collegare il tutto al concept e nella ricerca del modo di vestire dei nostri avi, modo di vestire che porteremo anche sul palco! Per quel che riguarda i vari strumenti classici inseriti, quali fisarmonica, flauti, chitarre acustiche, cori Alpini, contrabbasso, abbiamo cercato di creare delle parti apposite che disegnassero i vari momenti delle canzoni nelle quali sono incastonati e che esprimessero quelle sensazioni necessarie a fare rendere un tutt’uno canzone e testo.

I temi affrontati sono da ricercare in esperienze/riflessioni personali?

Tutti i temi sono tratti dalle storie che ci raccontavano i nostri nonni, storie poi approfondite tramite libri e varie ricerche. E poi quando cammini nei nostri boschi o ammiri l’imponenza delle Dolomiti, respiri davvero un aria magica e ricca di ricordi, ricordi che le nostre montagne vogliono raccontare e tramandare. Basta saperle ascoltare.

L’intero album contribuisce a riscrivere lo stesso concetto di Death Metal poiché lo avete portato ad una più ampia visione musicale. Questi quattro anni di silenzio discografico immagino siano serviti per maturare maggiormente come band. Cosa avete da dirci in proposito?

Ti ringrazio, è un gran complimento! Non lo so se il nostro album contribuisce a riscrivere il concetto di Death Metal, però so che non riesco a trovare una band alla quale accostare il nostro stile. Sono stati 4 anni lunghi, durante i quali abbiamo perso il nostro buon vecchio chitarrista Lorenzo rallentandoci parecchio… 4 anni che sicuramente sono serviti a farci crescere come musicisti, questo anche merito delle innumerevoli prove che facciamo (almeno 2 alla settimana se non di più) e dei tanti concerti che abbiamo potuto fare condividendo il palco con realtà più o meno grosse.

Come è stato affrontato il discorso della composizione di “Belo Dunun, Echoes From The Past”? Ci sono state difficoltà? Se sì, quali?

Non parlerei di difficoltà nella composizione, ma di fatica, impegno e dedizione. Le difficoltà di solito nascono da contrattempi vari (trovare i musicisti che hanno suonato le parti acustiche del disco, mettersi d’accordo per le giornate di registrazione e prove etc etc) e quelli ci sono sempre, ma fa parte del gioco! Abbiamo avuto un po’ di sfortuna nei giorni in studio, in quanto sono successe cose pressoché inspiegabili.. Un calo di corrente improvviso ha fatto saltare oltre che l’impianto, anche i gruppi di continuità, cosa quasi impossibile, per di più era ferragosto quindi impossibile trovare assistenza, ma in qualche maniera Marino De Angeli del Majestic Studio ha risolto ! E altre sfighe varie, ma niente di grave. Forse le strumentazioni in quel di Scorzè non erano temprate al freddo delle montagne ahahah!! Il modus operandi di composizione invece è sempre lo stesso, si parte dalla linea completa di chitarra che solitamente compongo io, tenendo conto della storia che vogliamo narrare ed aggiungo già le parti di altri strumenti in modo da avere l’arrangiamento quasi definitivo. Ognuno poi ascolta, valuta e se ne discute, dopodiché gli altri DXT arrangiano il proprio strumento in base alla canzone , trovano nuove idee sempre tenendo conto dell’atmosfera che la canzone vuole esprimere. Un gran gioco di squadra, proprio come nel bosco: c’è chi taglia la legna,chi la trasporta, chi la spacca… per noi è la stessa cosa.

La parola a voi. Pensate che il precedente (e buonissimo) “CreHated From NO_Thing” possa apparire “minore” rispetto all’enorme e più articolato lavoro di “Belo Dunum..” oppure sono due lavori frutto di momenti della vostra vita molto diversi?

Io credo che ogni album creato da una band sia la fotografia esatta di come è la band in quel momento. In “CreHated From NO_Thing” eravamo i DXT del 2007. Quello che ti posso dire è che stiamo camminando per migliorarci e per arrivare a un qualcosa di più personale e vicino a noi, e “Belo Dunum…” è il primo grande passo.

Avete in programma tour promozionali? Cosa bolle in pentola?

Stiamo cercando di trovare date e location per suonare, ma ti dirò che qua in Italia non è così semplice come gli anni che furono. Ora tramite una ragazza di un agenzia francese (Lalchimie Destenebres) vedremo se riusciremo ad organizzare un tour di 4 o 5 date che comprenda Austria, Germania e altri stati verso fine Aprile. Cercheremo di suonare più possibile comunque!

Cosa ne pensate del tanto temuto file sharing?

Il file sharing è un arma a doppio taglio, è un ottimo mezzo per fare conoscere la propria musica, ma allo stesso tempo è un mezzo che non dà alla musica il valore e l’importanza che gli spetta. La facilità con cui scaricare musica, non rende merito alla fatica e all’impegno di chi suona. Va bene per conoscere nuovi gruppi, salvo poi comprare il loro cd se la band piace..Purtroppo però io credo che ormai stiamo andando verso un altro capitolo, verso il digitale. Personalmente non scarico, sono ancora un feticista del cd originale, mi piace averlo tra le mani, guardare l’artwork, leggere i testi..

Che pensiero vi siete fatti sul panorama Metal internazionale attuale? E su quello italiano?

Ormai tutto si muove in base music business e a quello che le major devono vendere. Una cosa che ho cominciato ad odiare è il significato che viene interpretato dalle parole “mainstream” e “underground”. La prima viene interpretata come “gruppo figo”, mentre l’altra viene affibbiata a band che vengono viste come gruppi “minori” o di qualità inferiore... La differenza sta invece nel fatto che purtroppo ci sono band che non hanno la fortuna di godere di certa pubblicità e visibilità, per mancanza di soldi ovviamente, e band che fortunatamente hanno la possibilità, in base all’etichetta discografica che hanno, di distribuire molto più capillarmente la propria musica e di avere delle campagne promozionali enormi. E’ quindi più facile che al pubblico arrivi in orecchio il nome di una band mainstream piuttosto che una underground. Questa è la legge e la situazione mondiale secondo me. Quando al giorno d’oggi ci sono band “underground” che avrebbero molto da insegnare a gruppi più blasonati. Così è anche in Italia.

A questo punto la curiosità sorge spontanea. Quali sono i vostri ascolti preferiti a prescindere dal genere?

I nostri ascolti sono svariati. Principalmente death e black metal, ma anche heavy, hard rock, thrash, musica anni ottanta, cori Alpini (ovviamente), musica folk e popolare…come vedi gli ascolti sono vari !

Con quali band o artisti vari vi piacerebbe dividere il palco nel 2011-12?

Con Gigi D’Alessio !! Gli direi “vecio, ciàpa sta manèra e va tajàrme ‘l bòsc che qua sul palco adès ghe pensòn noi!! ahahah” (traduzione dialetto Bellunese-Italiano: “Vecchio, prendi quest’accetta e vai a tagliarmi il bosco che qui sul palco ci pensiamo noi!!”)…a parte gli scherzi ci sono molte band con le quali ci piacerebbe dividere il palco: Vader, Deicide, Immortal, Coroner, Malevolent Creation…tanto per nominare qualche band che ascoltavamo in gioventù ! L’importante è suonare davanti a tanta gente che ti supporta e condividere il palco con band (famose o meno) assieme alle quali ti diverti e collabori!

Tornando a “Belo Dunum…”, è giusto dire che è stato il frutto di un lavoro di squadra oppure il concept è nato dalla mente di uno di voi e poi sviluppato con l’ausilio degli altri ragazzi della band?

In parte ti ho già risposto prima. Se mi parli di idea e concept comunque è una cosa partita da me, all’inizio gli altri non erano molto convinti, forse perché non avevano ben capito il concetto generale. Un giorno con un mio caro amico partii per fare qualche foto nel bosco, avevo già idea di cosa doveva scaturire da quelle immagini, era un modo per far visualizzare agli altri l’idea generale. Da lì è nato il tutto !

Cosa vi aspettate da quest’ultimo vostro disco?

Speriamo di suonare più possibile, magari di calcare qualche palco importante. E speriamo che questo nostro nuovo lavoro sia un input di sensibilizzazione per l’Italia, nel guardare le nostre realtà e la nostra grande storia, e non sempre l’estero come succede oggi.

Come vi vedete tra dieci anni? Con almeno due o tre album in più ad arricchire la vostra discografia oppure lascerete che questo sia ancora un mistero?

Chissà? per scaramanzia meglio non dire niente ahahah , vedremo dove ci porterà il vento delle nostre montagne !

Termino l’intervista lasciandovi una richiesta personale. Un vostro personalissimo consiglio alle band metal emergenti. Avete carta bianca.

Le difficoltà per suonare sono molte, l’importante è lavorare sempre con costanza, passione e caparbietà. I risultati non arrivano mai subito, bisogna metterselo in testa. Molte volte ci si trova a suonare in condizioni disastrose, ma non ci si deve abbattere perché sono soprattutto quelle situazioni che insegnano e bisogna ripartire ancora con più grinta! Altra cosa molto importante è imparare dalle band con più esperienza, mantenendo ben salda la propria umiltà. Grazie a voi di Metalwave per averci dato questo spazio, le band hanno bisogno di gente come voi ! Per ordinare il nostro cd basta inviare una mail a info@deliriumxtremens.com Visitate il nostro sito http://www.deliriumxtremens.com e lasciatevi avvolgere dal vento gelido delle Dolomiti !

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Intervista di Carnival Creation Articolo letto 2809 volte.

 


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