Regressive «Metal Talebani» (2008)

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Autore:
Atoragon »

Recensione Pubblicata il:
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Band:
Regressive

Titolo:
Metal Talebani

Nazione:
Italia

Formazione:
Voce: Andrea Fantoni
Chitarra/Basso: Carlo Fantoni
Chitarra: Italo Bombarda
Batteria: Slakto Tito Medvedevic

Genere:

Durata:
45' 10"

Formato:

Data di Uscita:
2008

Etichetta:

Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione

Questi ragazzi di Aprilia (in provincia di latina) ci propongono un metal che affonda le sue radici nella ruvidità del punk, ma la caratteristica più lampante della band sono i testi, in italiano, fortemente critici nei confronti dell'attuale politica, con critiche assolute sia nei confronti della destra che della sinistra. Sotto questo punto di vista, ci sono molte canzoni che possono prese come esempio, come le prime due: la title track e “Titanic Italia”. Sicuramente la critica sociale è presente, ma io credo che un cinquanta per cento di questi testi abbia anche un intento umoristico-goliardico, con incursioni che sfiorano (da lontano) i Prophilax, rendendo in generale i contenuti del disco più godibili e un po'meno pesanti a livello lirico. A livello strumentale è difficile giudicare una band del genere, la voce non si può certo dire che rispecchi i canoni di intonazione e pronuncia che insegnano a scuola di canto (anzi, ad essere schietti ci sono delle stecche micidiali), ma non credo neanche che la cosa li preoccupi più di tanto, la voce è dotata di personalità e tanto basta. Per gli altri strumenti, le chitarre sono molto potenti, il basso è quasi inudibile e la batteria è, diciamo “decisamente macchinosa”, per usare un eufemismo, tuttavia nel mix generale si è fatto un buon lavoro: tutto si sente bene e il sound generale è bello potente. In quanto ai contenuti musicali, i Regressive ci propongono una specie di thrash, non troppo estremo, con influenze tra il classic metal e il punk, un riffing semplice ed efficace, e in generale si sente una forte influenza del metal che va tra la fine degli anni 80 e la prima metà dei 90, specie americano. Un paio di pezzi da segnalare: “Cime e trincee” e “Mignottaro”, musicalmente i più riusciti, senza voler entrare nel merito dei testi, per i quali mi limito a dire che ravvedo un po'troppo qualunquismo e moralismo. Promossi!