«Antropofagus + Nihilo + Gravestone + Thecodontion»
08.02.2019
Nome dell'Evento:
Antropofagus + Nihilo + Gravestone + Thecodontion
Band:
Antropofagus
Nihilo
Gravestone
Thecodontion
Luogo dell'Evento:
Fucksia
Città:
Roma
Autore:
Snarl»
Visualizzazioni:
2079
Live Report
Da un po’ di mesi a questa parte c’è un locale a Dragona vicino Roma che si sta facendo notare sempre di più, direi praticamente a crescita verticale, ovvero il Fucksia, che è partito con alcuni eventi underground con bands romane per risalire sempre più il livello. L’occasione perfetta si è rivelata l’8 febbraio in occasione di un concerto puramente Death Metal e con un bill succoso e invitante, in cui Metalwave non ha perso l’appuntamento, visto che prevedeva la presenza degli Antropofagus come headliner e gli Svizzeri Nihilo che ultimamente si stanno facendo anche conoscere in Italia, con tanto di due gruppi della Capitale in apertura, decisione sempre giusta sia per dare spazio ed esperienza alle nuove leve, sia per aumentare il numero degli entranti, sia per dare ancora più sostanza al piatto.
Ed è proprio con un gruppo nuovissimo che si parte: i Thecodontion, band death metal caratterizzata dall’avere due bassi in formazione (nella quale spuntano anche alcune facce a me note anche nella costa Adriatica) e nessuna chitarra, solo un Ep all’attivo e anche pochi live come esperienza (gente del posto diceva che era solo il quinto o sesto concerto). Ora, fare Death metal senza chitarra non è poi così raro se si pensa a gruppi come Spasm e ultimi Neka, ma è una scelta comunque rischiosa, poiché se da un lato si accentuano alcune caratteristiche del sound, dall’altro se ne perdono altre che potrebbero rendere la musica troppo monodirezionale o affossata, specie in fase live.
Ma per fortuna non è così. Un po’ di problemi tecnici della strumentazione e una presenza sul palco ancora un po’ impacciata non impediscono ai Thecodontion di riscaldare abbastanza bene il pubblico con una manciata di brani per forza di cose scarni e lineari, ma comunque diretti e che fanno proprio per questo presa sul pubblico, il quale apprezza la violenza e la caparbietà dei brani, dei quali tuttavia non posso documentarmi sui titoli non essendo quasi mai stati annunciati. Il dovere di questa band viene comunque fatto bene, e semmai l’unico problema è dato da dei suoni non perfetti, dove le note soliste del basso col plettro finivano un po’ per perdersi a meno che non ti mettevi proprio sotto il palco e in faccia all’amplificatore, e dove soprattutto i due bassi possono secondo me migliorare in quanto a settaggio dei suoni, che devono essere un po’ più distorti e taglienti per avere ancora più impatto da live. Voto: 70/100.
Pensavo ora che i Gravestone, anch’essi romani, vengano un po’ sottovalutati, visto che in una serata a tema Death Metal, il loro Symphonic Death Metal con tastiere risultasse fuori contesto e poco digeribile, ma fortunatamente non è affatto stato così. Questo gruppo infatti non si è certo risparmiato nonostante il timore di essere fuori contesto e il fatto di non essere certo composto da dei giovanotti, e anzi è riuscito a proporci dei brani lunghi e musicalmente ricercati, a volte anche sconfinanti nel power con voce urlata, con quella convinzione necessaria per farsi apprezzare e riuscire a brillare di luce propria, per un concerto che è andato in crescendo col tempo e che ha accumulato sempre più consensi man mano che i brani venivano snocciolati, e dopo aver risolto alcuni problemi di suoni che riguardavano le chitarre un po’ basse e che hanno fiaccato la resa delle prime due canzoni.
Non c’è molto altro da dire: i Gravestone avevano un compito per niente facile, ovvero suonare bene nonostante fossero un po’ fuori contesto, e allo stesso tempo dovevano comunque finire di scaldare l’audience per gli headliners, pena i musi lunghi che il pubblico avrebbe portato per la mancanza di potenza del sound. In altre parole Potevano toppare alla grande, ma invece ce l’hanno fatta, e la scelta di mettere loro per secondi aggiunge anche una bene accetta poliedricità alla proposta musicale dell’intera serata. Ben fatto. Voto: 72/100.
Con i Nihilo finalmente si comincia a fare davvero sul serio: i cinque deathsters Elvetici da Berna prendono la loro scaletta composta perlopiù da brani del loro “Doom”, te la sbattono in faccia e cominciano a tirartele di santa ragione con il loro Death Metal old school. Un compito molto facile, visto il genere proposto.
Ed infatti il concerto è così, con i 5 ragazzi che non si risparmiano e che conquistano l’ascoltatore a forza di riffs semplici e lineari che centrano il bersaglio e con dei suoni che finalmente permettono all’audience di ascoltare tutti gli strumenti come si deve, per un concerto che fila liscio come l’olio e senza problemi, con il pubblico che comincia ad interagire come si deve sotto il palco con una serie di headbangings, e che apprezza anche la presentazione della band da parte del batterista in Italiano. Un ottimo gesto di cordialità che spezza la seriosità che troppo spesso vige di norma nei concerti metal estremi.
Non è molto facile trovare un momento saliente in un concerto come questo, che si è sempre tenuto su buoni standard, ma personalmente lo posizionerei a “Fueled by suspicion”, la quarta canzone in scaletta e quella dove si è decisamente visto un pubblico caldo e adrenalinico. In conclusione: tanti sanno atteggiarsi da metalheads old school, pochi sanno prenderti a ceffoni in faccia come si conviene a questo genere. I Nihilo lo fanno alla grande. Voto: 80/100.
E salgono ora sul palco gli Antropofagus, i quali senza giri di parole ci regalano un concerto molto migliore di quello che vidi nel 2012 all’Armageddon in the Park. Se infatti quel concerto mostrava una band che ho trovato spaesata e fuori forma, qui la convinzione era molto migliore, la formazione e i suoni erano davvero fatti meglio e in definitiva il concerto è infinitamente migliore, con tanto di moshpits che si formavano qua e là, e con un pubblico partecipe e convinto, che apprezza e tributa il gruppo Genovese su mazzate che a volte si chiamano “Praise to a hecatomb” e altre volte “Spawn of chaos”, anche se l’highlight del concerto è dato senz’altro dalla nota e ben apprezzata “Loving you in decay”, dove il pubblico si è scatenato e a giudicare dalla presenza scenica dei 4 deathsters liguri, così è stato anche per la band.
Questo è il concerto degli Antropofagus, un concerto che al limite è un po’ freddino e distaccato come interazione col pubblico, ma che basta e avanza per terminare la serata, che si sarebbe dovuta concludere con la cover di “Living in fear” dei Malevolent Creation, ma che invece termina con un ulteriore brano riproposto nei bis (credo sia “Architecture of lust”) a seguito della richiesta a gran voce di un pubblico stanco e sudato ma felice. Voto: 85/100.
In conclusione: la buona organizzazione e gli orari rispettati coronano un concerto che si è fatto in un locale che è ansioso di farsi notare nell’underground e di regalarvi serate metal su serate metal. Sinceramente, dedicatevi a serate e locali come il Fucksia, nonché alle cose che vi piacciono quando ce le avete, non quando non le avete più.
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Recensione di Snarl Articolo letto 2079 volte.
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