Intervista: Lionsoul
Parlateci un po’ degli steps evolutivi della band dalla vostra formazione fino a questo ultimo lavoro...
I LionSoul nascono nel 2012 come band dal sound in principio costruito su un power di stile europeo dalle chiare influenze heavy ma che ora si sta via via evolvendo verso uno stile sempre più personale.
Dopo le prime apparizioni dal vivo e un intenso periodo di composizione, registriamo il primo album "Omega", autoprodotto, che verrà pubblicato nel dicembre 2013, un disco di dodici tracce basato sulla storia e la mitologia greca, ne segue una serie di date promozionali a supporto.
Nel marzo 2015 è l’anno della pubblicazione dell’EP "The Throne" distribuito in formato digitale attraverso il sito ufficiale.
Sempre tra il 2015 e il 2017 la band comincia a calcare palchi importanti come quello del Metal For Emergency con Domine e Iron Savior e Gammaray, il Biker fest di Cologno al Serio (BG) con Kissin’ Dynamite
Qualche mese per completare la stesura dei nuovi brani e ad Aprile 2016 entriamo in studio per registrare il successore di Omega sotto la produzione di Alessandro del Vecchio, uno dei mentori del metal melodico.
A maggio 2017 la band firma un contratto con l'etichetta tedesca Limb Music con la quale pubblica il secondo LP "Welcome Storm" nel giugno dello stesso anno.
Tra il 2018 e il 2019 riprende in pieno l’attività live con diversi festival, aperture importanti come quella per Geoff Tate, alcuni concerti all'estero: Repubblica Ceca, Slovacchia e per la prima volta un tour spagnolo con i Tygers Of Pan Tang, in contemporanea vengono scritti i brani per il nuovo album, registrato tra il 2019 e il 2020, in attesa di pubblicazione.
Come tutti sapete, il biennio 2020 - 2021 è stato un periodo tragico per l'umanità, con il Covid tutto si è fermato e anche l'intero mondo musicale ne è stato pesantemente colpito, in tutto questo abbiamo deciso di soppesare i tempi di uscita del nuovo album. Torniamo a suonare dal vivo nel 2021 in due occasioni, a settembre nella casa di Bergamo e ad ottobre al fortunatissimo festival di Loud & Proud, tornando a godere del calore del pubblico in piedi dopo tanto tempo.
È ora di tornare a ruggire: a febbraio 2022 firmiamo un contratto per dischi Rockshots che li porterà all'uscita dell'atteso “A Pledge to Darkness” il 29 Aprile dello stesso anno.
(Aurelio) la Band è nata da me e Ivan, noi due siamo lo zoccolo duro, tutti gli altri membri sono cambiati, Francesco Pedrini (chitarra) è con noi dal 2015 infatti è presente anche in Welcome Storm, il nostro secondo disco, mentre Giuseppe Lombardo (basso) e Nicolò Bernini (batteria) sono arrivati rispettivamente a febbraio e settembre 2018 e spero vivamente che questa line up rimarrà stabile più a lungo possibile, ci troviamo benissimo sia come musicisti che come rapporti umani.
Quali sono le band o gli stili che hanno plasmato la vostra proposta?
(Ivan) Crediamo che la principale forza trainante della band sia l’eterogeneità dei nostri gusti musicali. Abbiamo chiaramente individuato e dimostrato negli anni che il power e l’heavy metal classico siano stati il collante stilistico principale dei LionSoul, ma ciò che sta plasmando via via sempre più la creatività dell’attuale line-up sono i diversi background di ciascuno di noi e che, nell’insieme, stanno dando una nuova e più originale forma al nostro sound. In a “A Pledge to Darkness” sono riconoscibili elementi che vanno dal Synth wave al Death metal melodico, cose che anni fa non avremmo mai pensato di inserire. Ci piace collocarci in un contesto sonoro evolutivo.
(Aurelio) avrei tanti nomi chiaramente non c’è solo una band, forse quelli a cui sono più legato e che restano una costante nella mia della mia evoluzione musicale sono i Judas Priest.
Perché volete “Brindare all’Oscurità”?
Brindiamo all’oscurità che ci ha messi al cospetto delle nostre paure, ci ha permesso di capirle e superarle, questa è la sintesi della parafrasi contenuta nel testo della title track, la comprensione del male è l’unico mezzo per arrivare a sconfiggerlo.
(Aurelio) Inoltre l’oscurità è anche un riferimento al sound generale di questo album molto più cupo rispetto ai nostri precedenti lavori, volevamo ricreare in musica quelle atmosfere enigmatiche e claustrofobiche che si respirano in Alien e Blade Runner.
Tra i comunicati stampa ricevuti e pubblicati mi ha particolarmente colpito questa vostra sinossi:"Immaginate che il vostro pianeta sia alla fine della sua vita e voi avete l'onere di preservare la conoscenza. Quindi prendete una navicella spaziale per Los Angeles nell'anno 2049, mentre passate attraverso un portale tra il 1953 e il 1986, e allo stesso tempo cambiate la pelle per salvare l'umanità da un virus”. Oggi, con l’escalation della guerra in corso ed il Covid19 che ancora miete vittime, come contestualizzate questa frase?
Avremmo preferito non fossero tematiche da contestualizzare in ciò che purtroppo sta accadendo da due anni a questa parte ma in qualche particolare il confronto con la realtà che ci circonda oggi è tangibile. In realtà i testi di APTD, oltre che al “Il Cacciatore di androidi” romanzo dal quale Ridley Scott e successivamente Denis Villeneuve prenderanno spunto per “Blade Runner”, sono tutti liberamente ispirati a temi di fantascienza: dal Ciclo delle fondazioni di Asimov, a serie televisive come “Dark” al romanzo “Bay City” di Richard Morgan per arrivare al film “L’esercito delle dodici scimmie” dove l’accostamento alla situazione pandemica è pressoché inevitabile La sinossi è ciò che uniforma il percorso tematico dell’album che porta al nostro “tributo all’oscurità”, l’oscurità che dev’essere compresa per poi essere stigmatizzata.
Parliamo un po’ dell’artwork del vostro lavoro…chi l’ha realizzato e quale messaggio porta con se?
La Cover Art è stata realizzata da Stan Decker, il cui nome è una garanzia: ha lavorato per grandi artisti come Megadeth, Blue Oyster Club, Blackmore's Night e molti altri, per noi si era già occupato della copertina di Welcome Storm. Per APTD Stan è riuscito a superare se stesso con un incredibile lavoro: ritroviamo la nostra "Lion Spaceship" (già sulla copertina dell’album precedente) che atterra in una città moderna popolata da umani e androidi in fuga. La città è cosparsa di simboli e “easter egg”, tutti elementi che provengono dal retaggio della nostra crescita, lasciamo a voi di scoprire di cosa si tratta.
C’è un qualche concept che lega i vari brani proposti?
No, non si tratta di un concept album, sono tutte storie slegate. Possiamo dire che l’oscurità nel mood generale sia il collante delle tematiche presenti nell’album.
Qual’è secondo voi il brano “di punta” del lavoro e perché?
(Ivan) Non abbiamo concepito un disco con le classiche 3 o 4 canzoni di punta ed il resto “filler”, APTD è un punto di svolta dove il processo compositivo ha portato alla stesura di un album che si discosta parecchio dai precedenti, ogni traccia contiene in sé una piccola parte del nostro stile attuale, ognuna con una sfaccettatura diversa. Per quanto mi riguarda “Wailing in Red", "Amber of Illusion” e “Man, Machine, almost rhyme” sono i tre brani “cardine” per diversità su cui si appoggia tutto l’album.
(Aurelio) non vedo brani di punta forse alcuni come Amber of illusion sono più predisposti ad un uso “commerciale “per il ritornello catchy, e altri piu’ impegnati che richiedono un attento ascolto .i miei preferiti restano comunque Wailing in Red e The Strangers.
Come siete arrivati alla collaborazione con la Rockshots Records? Siete soddisfatti di come stanno andando le cose fino ad ora?
Dopo la risoluzione consensuale del contratto con la nostra precedente etichetta siamo andati alla ricerca di una label che potesse valorizzarci come Band in termini di visibilità. Grazie all’intermediazione del nostro manager Fulvio (che sta facendo un lavoro pazzesco per la band) abbiamo avuto un confronto con Rockshots, ci sono piaciuti subito sia l’approccio professionale che il programma che ci hanno proposto per la nostra release e fin ora siamo pienamente soddisfatti: il nostro singolo “Wailing in Red” sul solo canale Spotify ha quasi raggiunto i 50000 stream in poco più di un mese, cifre importanti per una band come la nostra che arriva da 2 anni di completa inattività.
C’è qualcosa in merito a questo lavoro che avreste voluto fare diversamente (dagli arrangiamenti alle registrazioni al mixing, etc…)?
È ancora troppo presto, fammi questa domanda fra qualche anno e ti dirò che avrei cambiato tutto, hahaha. A parte gli scherzi no, è stato un ottimo lavoro: Izio che ha curato registrazioni e mix è riuscito a dare l’impronta giusta al nostro sound rendendolo più “pesante” rispetto ai lavori precedenti, era ciò che volevamo, a completare l’opera con il master è stato Simone Mularoni, ormai un’icona delle produzioni metal italiane, e quando lavori con lui ne capisci il perché.
Cosa pensate della scena Metal in Italia?
(Ivan) Abbiamo un panorama musicale florido in Italia, con tantissimi musicisti di alto livello più o meno conosciuti, ci stiamo sempre più ritagliando una bella fetta di spazio nella scena internazionale e questo non può che riflettere positivamente su tutta quella italiana.
(Aurelio) ci sono parecchie band valide io preferisco principalmente quelle dove non militano musicisti più’ o meno conosciuti della scena Italiana, si tende ad ascoltare quel determinato gruppo sempre perché c’è tizio o caio…io resto dell’idea che bisognerebbe ascoltare di più i contenuti musicali e guardare meno ai personaggi.
Quali sono i vostri prossimi obiettivi?
(Ivan) Suonare, suonare e suonare, siamo nati per questo, dopo i due anni passati ogni singola data sarà una liberazione.
(Aurelio) sicuramente fare Live il più possibile e probabilmente qualche Tour all’estero (sempre che la situazione sanitaria lo permetta).
Avete carta bianca per i ringraziamenti e saluti...
(Ivan) Grazie a Metalwave e a tutti i lettori per la piacevole chiacchierata, alla prossima.
(Aurelio) grazie dello spazio concessoci, ascoltate A Pledge to Darkness e scriveteci i vostri feedback belli o brutti che siano :)
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