Mombu «Mombu» (2011)

Mombu ĞMombuğ | MetalWave.it Recensioni Autore:
fabio HC »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1948

 

Band:
Mombu
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Titolo:
Mombu

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Luca T. Mai - sassofono
Antonio Zitarelli - batteria

 

Genere:

 

Durata:
52' 1"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Siamo sicuramente di fronte ad un gruppo molto creativo, che sa davvero cosa significhi fare musica sperimentale in base ai propri gusti. Il duo in questione è formato rispettivamente da un batterista ed un sassofonista, i quali hanno dato consistenza al mondo musicale con questo nuovo cd presto in uscita; il genere è molto opinabile, e certamente farà schifo a molte persone (me compreso), ma tuttavia è un sincretismo eccezionale, dove jazz e musica estrema stringono la mano ad atmosfere e suoni africani, andando a guardare verso un futuro molto prossimo (dati i tempi che corrono). Ma passiamo alle tracce.
L'intro è un parlato di un ritualista voodoo, dove la base musicale è quasi inesistente e la cassa scandisce un tempo inquietante. Però due minuti e rotti sono un po' eccessivi. Si passa allora a "Stutterer Ancestor", forse il miglior pezzo dell'album; qua la propensione alla violenza prettamente hardcore fa sentire la sua presenza, anche se i tempi cambiano improvvisamente e ricalcano più il jazz che non. La tematica musicale è indubbiamente quella africana, non solo in questo pezzo ma in tutti, e devo dire che molti passaggi di sassofono rimangono ben impressi. Il disco non è cantato, ma questo genere può rendere l'idea solo così, con atmosfere idilliache come in "Regla De Ocha", dove i bonghi suonano lo stesso tempo imperterriti, ma ci pensano maracas e strumentini meno conosciuti a ravvivare ed intensificare la traccia."Mombu Storm" riprende la linea della seconda traccia già citata, rendendo il disco meno palloso e più abbordabile. Inoltre si può sentire quella struttura musicale propria del metal. Molto bene. Anche il brano finale ricorda molto il metal, spaziando anche al grind molto groove (non è di certo così, è solo una cosa sensoriale).
In conclusione c'è solo una cosa da dire: a tanti non fregherà niente di questi due ragazzi, nè della loro musica nè delle loro performance live (quest'ultima pure a me), ma sono riusciti a creare qualcosa di quasi nuovo, di non facile realizzazione e di sofisticato. E questo, per quelli che dalla musica riescono a tirare fuori tutto, non è un piccolo dettaglio.

Track by Track
  1. Intro 253 55
  2. Stutterer Ancestor 75
  3. Orichas 70
  4. Radà 65
  5. Regla De Ocha 75
  6. Mombu Storm 70
  7. Kemi 65
  8. Ten Harpoon's Ritual 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 90
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
70

 

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