Marco Campanella «Vertigo» (2011)

Marco Campanella «Vertigo» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
June »

Recensione Pubblicata il:
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Band:
Marco Campanella

Titolo:
Vertigo

Nazione:
Italia

Formazione:
Marco Campanella - lead & rhythm guitars, bass
Enzo Caruso - keyboards, Fx, Synthesizers
Franco Fioriti - drums

Genere:

Durata:
21' 5"

Formato:
CD

Data di Uscita:
2011

Etichetta:

Distribuzione:
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Agenzia di Promozione:
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Recensione

Non è mai facile recensire un lavoro di un chitarrista solista ispirato da guitar hero, ma non mi tirerò certo indietro; sebbene non si possa citare me come chitarrista, credo che anzitutto un album venga composto per creare della musica che valga la pena ascoltare e che piaccia.
Marco Campanella suona da quando era bambino; oggi fa parte dei Werewolves, e di una cover band di hard rock, questo cd è il suo primo album solista; breve, poco più di venti minuti, ma veramente solido e convincente; potete tranquillamente accostarvi a questo disco senza timore alcuno di annoiarvi, se siete dei cultori del metal classico e dell'hard rock.
Il punto a favore di questo Ep è anzitutto il ritmo dei brani, si alternano con grande piacevolezza, non suonano mai prolissi, ma soprattutto si dimostrano ben variegati. Dopo l'introduzione pianistica di “Air”, si passa ad un brano hard rock che spinge fino allo speed metal come “Labyrinth”. Successivamente troviamo il primo dei due episodi scritti per Marco da Kiko Loureiro degli Angra, “La Force De Lame”, più cadenzato, ma particolarmente avvincente. "Vertigo" è una pezzo roccioso con molti richiami anni 80; “Feliz Desilusao” (l'altro scritto da Loureiro) invece è un numero tra sonorità acustiche, morbide, talvolta anche solari, con una chitarra quasi piangente, di sicuro commovente. La Chiusura di “X-Ray Eyes” riprende una marcia più heavy, tipica del nostro chitarrista, con interventi di sintetizzatore (ad opera di Enzo Caruso degli Arachnes), sempre particolarmente godibile.
In definitiva una prova piacevole con uno stile pulito, non necessariamente dedicato ai cultori, anzi indubbiamente di buon gusto, con una chitarra molto loquace, ma mai logorroica.