Burning Black «Fight to Dream» (2006)
Burning Black
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Titolo:
Fight to Dream
Nazione:
Italia
Formazione:
Giovanni: Moretto Chitarra Ritmica
Massimo de Nardi: Voce
Andrea Vedorin: Batteria
Brian Carraretto: Chitarra Solista
Alessandro Jacobi: Basso
Genere:
Durata:
12' 19"
Formato:
2006
Etichetta:
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
“Heavy Metal is our law…prendere o lasciare”. Questo è il claim con cui si chiude la breve biografia dei Burning Black in mio possesso, ed è un motto particolarmente azzeccato per descrivere appieno il sound e l’attitudine dei cinque trevigiani. Ma andiamo con ordine, la band nasce nel 2003 ad opera del chitarrisa Giovanni Moretto e del vocalist Massimo de Nardi. Dopo alcune vicissitudini viene trovata una line-up stabile che annovera Alessandro Jacobi al basso, Brian Carraretto alla chitarra solista e Andrea Vedorin alla batteria. Con questa formazione i nostri registrano il primo promo “Smell the Fire” nel 2005 e sul finire del 2006 il prodotto di cui parliamo qui, ovvero “Fight To Dream”. Per dovere di cronaca c’è da dire che dopo le registrazioni la band ha vissuto alcuni avvicendamenti; in particolare sono usciti Andrea e Brian sostituiti rispettivamente da Luca Scomparin e Marco Maffeis.
Veniamo al promo vero e proprio: “Fight To Dream” si presenta con un artwork minimale, non molto curato in verità, ma che rappresenta una vera e propria dichiarazione d’intenti: diretta, senza fronzoli e fottutamente heavy.
Esaminando il lato sonoro possiamo senz’altro dire, come avrete certamente già capito, che i Burning Black presentano una proposta fatta di purissimo metallo ottantiamo senza la benché minima intenzione di contaminazione o evoluzione di sorta. I punti di riferimento sono quelli ovvi, i grandi maestri: Judas Priest e Accept su tutti con varie spruzzate di NWOBHM (non molte in verità) alla Saxon e Maiden (Di Anno era) e tutti i relativi epigoni. C’è da sottolineare che i Burning Black non si adagiano sul sound di una band in particolare, creando quel fastidioso “effetto clone”, ma pescano qua e là forgiando un suono che non è riconducibile ad un gruppo piuttosto che ad un altro, ma ad uno stile preciso sicuramente sì: l’Heavy Metal, quando questo si chiamava così e basta.
La resa sonora del promo è buona, nulla di trascendentale ma comunque efficace, potente e non eccessivamente “laccata”, come si addice al genere. Magari le chitarre sono un po’ “fuzz” e la batteria manca di quella profondità che fa tanto Eighties sembrando un po’ “finta” (secondo il mio parere è anche un po’ bassa di volume rispetto alle chitarre), ma il risultato complessivo è comunque apprezzabile. La prova tecnica dei singoli musicisti è sicuramente positiva, precisa ed efficace, con una menzione particolare per il chitarrista solista Brian e il vocalist Massimo, entrambi autori di una performance particolarmente brillante.
Il CD si apre con “Prisoner of Steel”, un up-tempo incalzante fatto di riff semplici ma ficcanti e da azzeccate melodie dipinte dalla bella voce di Massimo, potente, chiara ed aggressiva allo stesso tempo. Al centro si snoda un lungo solo chitarristico dove Brian da sfoggio di una buona padronanza dello strumento e di una bella plettrata da “tritacarne”. L’unico appunto che mi sento di muovere a questo solo è che forse è un po’ troppo lungo, risultando a volte una serie di lick senza forte coesione, ma è comunque un appunto marginale.
Il secondo brano, la title track “Fight to Dream”, è un mid tempo dal classicissimo riff armonizzato, bella la strofa con Massimo che usa un impostazione più sporca mentre il coro del ritornello non mi ha convinto appieno, sicuramente molto efficace dal vivo (come tutti pezzi del promo del resto), ma un po’ banale su disco. Solo, strofa e chiusura, senza ripetere né bridge né ritornello, come i Priest di tanti anni fa.
La chiusura del promo è affidata a “Life Passengers”, mid tempo molto cadenzato e dal flavour epico. Ancora riff con chitarre armonizzate e melodie azzeccatissime che sfociano in un ritornello veramente riuscito, per me il migliore brano del lotto. Dopo il buon solo il ritornello si ripete salendo di tono in tono fino alla chiusura.
Il bilancio complessivo di queste sole tre tracce è a parer mio più che positivo, certo non ci si può riferire ai Burning Black in termini di originalità, loro sono i primi a rinnegare questa prerogativa, quindi a chi non piace l’Heavy Metal classico e crede che il capitolo relativo a questo genere si sia chiuso con Painkiller, questo promo e la band in genere faranno solo venire l’orticaria.
Per chi invece ancora ama queste sonorità qui c’è del buon materiale che merita di sicuro un ascolto, materiale che farà gonfiare il cuore a più di un defender.
Appurato che i Burning Black non desiderano né evoluzione né contaminazione, i soli consigli che mi sento di dare sono di curare maggiormente le melodie vocali, di dare più complessità e varietà alla struttura dei brani ed infine assicurare maggiore coesione alle parti soliste. Infatti l’impressione che ho avuto è che i pezzi presentati siano concepiti fondamentalmente per la resa live, e sono assolutamente d’accordo che quella debba essere la loro dimensione principale, però ho avuto come l’impressione che sentiti su cd manchi loro quel “non so che” che ti fa venire voglia di ascoltarli ancora e ancora, compromettendo così la loro longevità nel lettore. Si tratta di dettagli, ma questo lavoro non presenta lacune effettive e quindi se qualche critica va mossa, sperando di dare qualche spunto utile, va mossa sui dettagli.
Per il resto auguro ai Burning Black di trovare quel contratto che cercano per la produzione del full lenght già interamente composto e spero di poterli vedere presto dal vivo nel milanese.
Track by Track
- Prisoner Of Steel 75
- Fight To Dream 70
- Life Passengers 80
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 65
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
72Recensione di Maglor » pubblicata il --. Articolo letto 2799 volte.
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