«NWOIBM Fest - 4 Edizione»

Data dell'Evento:
12.10.2019

 

Nome dell'Evento:
NWOIBM Fest - 4 Edizione

 

Band:
Absentia Lunae [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Absentia Lunae [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Absentia Lunae [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Absentia Lunae
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Lapis Niger
Ulfedhnarr
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Luogo dell'Evento:
Equinox Music Club

 

Città:
Veroli (FR)

 

Promoter:
Ciociaria Black Fest [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Ciociaria Black Fest .
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Autore:
Snarl»

 

Visualizzazioni:
2484

 

Live Report

[MetalWave.it] Immagini Live Report: HERUKA Il NWOIBM Fest arriva alla sua quarta edizione e stavolta avviene in provincia di Frosinone, all’Equinox Music Club. Un posto non molto grande, ma dal buon palco, acustica abbastanza buona (forse c’era bisogno di qualche monitor per le chitarre, ma non è stato un problema grave) e trilioni di birra tutta per voi metalheads relativamente alcolisti da consumare, che hanno riempito il locale. Certo c’era poco spazio per pogare, ma di nuovo: non è qualcosa di così importante.

La prima band a salire sul palco è rappresentata dagli Heruka, una band che sinceramente conosco per aver fatto parlare bene di sé per qualche demo nel decennio scorso, ma della quale ho perso completamente le tracce fino ad ora. E a dire la verità si comincia bene con il loro concerto.
Certo, suonare in apertura non è mai facile, col pubblico da scaldare ammesso che ce ne sia, ma i 9 brani più intro presentati in questa scaletta vengono degnamente rappresentati e la band con una sicurezza crescente riesce a farsi notare positivamente, con una presenza scenica contenuta ma apprezzabile, nonché con alcuni riffs che riescono a fare presa per via di un vago feeling metal classico. Tutto questo gioca a favore del concerto degli Heruka che riescono a dominare le circostanze sfavorevoli date dal fatto di essere, come detto, la band d’apertura e anche di avere una chitarra dal sound un po’ debole, dove non ho tanto capito se serviva qualche monitor o semplicemente il volume era un po’ basso, ma non importa, gli Heruka ce la fanno, con il picco del concerto dettato dalla buona resa di “Deception’s end”. Ben fatto. Voto: 70/100.

Salgono ora sul palco i Romani Ulfhednar, una band Romana più giovane e mediamente nota nell’underground per qualche concerto fatto qua e là, tra cui uno nella mia città, Pescara.
E diciamo subito che per gli Ulfhednar il concerto si fa notare per i motivi opposti a quelli della band precedente: se infatti gli Heruka erano più composti ma dritti al punto musicale, gli Ulfhednar riescono a farsi notare e a convincere con i loro 8 brani per l’impatto e la presenza scenica con cui li propongono, ma questa forza e aggressività deve andare a sopperire (con successo, beninteso) a qualche fuori tempo iniziale, a una esecuzione non del tutto precisa, nonché ad una chitarra che (di nuovo) suona ok ma un po’ confusa nel muro sonoro. A metà concerto l’unico chitarrista presente sul palco prova a metterci una pezza alzando un po’ i bassi, ma la situazione migliorerà solo un po’ per via di un sound della chitarra che resta offuscato.
Per questo motivo la band di Eclipsis e di Hevn riesce a strappare consensi, ma si conferma (come visto in altri live) ancora un po’ acerba e che sa picchiare, ma anche un po’ a scapito della resa complessiva. C’è dunque questo, ma c’è l’entusiasmo e la forza, e da live questo si nota tutto, specialmente nel picco del concerto “In nomine cuius”. Voto: 70/100.

Si sale parecchio di livello con i Lapis Niger, ai più noti sommariamente noti come “l’altra band dei Noctifer” e che giunge a quanto pare al proprio debutto live, con risultati eccellenti.
Bastano le prime note per rendersene conto, con un sound sfocato ma estremamente ben fatto e comprensibile e una precisione esecutiva molto buona, che costituiscono il livello di riferimento per tutto il concerto, graziato da un tiro che non scema mai, e che rende i 7 brani più cover qui proposti qualcosa di valido e convincente, senza momenti di stanca e il cui picco sta nella opener “Cerbero” secondo me. Certo, si sente e si vede che i membri si conoscono da tempo e che sono affiatati e con esperienza, ma questo non sempre corrisponde a una elevata qualità in fase live o da studio, ma nel caso dei Lapis Niger siamo lieti di vedere che la regola è rispettata alla grande. Conclude una bella cover di “Under a funeral moon” dei Darkthrone, che conferma come tra tanti epigoni e wannabes del black metal alla Darkthrone, i Lapis Niger non imitano questa influenza musicale, ma la dominano e la sanno maneggiare perfettamente. Voto: 85/100, che rispecchia un concerto da ricordare, e che non avrebbe secondo me sfigurato a livello europeo. Proprio bravi.

Con i Luce D’Inverno defezionari per motivi che non so, tocca ora ai Voltumna a salire sul palco, una band che si è fatta notare per una cospicua attività live che li ha perfino portati a suonare in Sudafrica.
E il loro concerto si rivela, tuttavia, molto professionale e ben fatto, ma anche che mi ha lasciato non così eccitato come la band precedente. Non credo che il concerto dei Lapis Niger abbia oscurato quello dei Voltumna, credo piuttosto che il concerto dei Voltumna suona bene, ma anche un po’ asettico, dove la band trita corde e plettri e si fa notare per un sound granitico, ma non proponendo molto altro, con addirittura una tracklist un po’ omogenea e che probabilmente in questa sede manca di un brano o più di uno che davvero svetti sugli altri a livello di sound e soluzioni stilistiche. 10 sono i loro brani portati da live, tutti davvero ben suonati e arrangiati, ma che riproposti da live complessivamente mostrano una band un po’ fredda a livello di feeling e che non osa più di tanto in quanto a interazione col pubblico.
Di certo questo è dunque un concerto che va apprezzato nel suo complesso e non per qualche picco adrenalinico, e da questo punto di vista i nostri ci sanno senz’altro fare, anche se personalmente gradirei vederli con più grinta oltre che alle indubbie capacità tecniche mostrate. Voto: 70/100.

Salgono ora gli Eresia da Verona, un gruppo Death/thrash Metal decisamente fuori contesto col tema del festival e pertanto con un certo handicap in questa sede, ma invero gli Eresia riescono anche loro a convincere e a conquistare il pubblico grazie a una bella prestazione musicale decisamente più “metal” di tutte le altre, e che non si fa problemi a infiammare il pubblico e a portarlo alla pogata nel pur angusto locale, visto il tiro delle composizioni e il muro sonoro con cui queste venivano riproposte, con mazzate a volte chiamate “Dahmer” come la opener di questo concerto, e a volte chiamate “Fai o muori”, che secondo me costituisce anche il picco del live set di questo gruppo veneto.
Questo è il concerto degli Eresia: attitudine e potenza, uno di quei gruppi underground che fa bene quello che deve fare, con dinamismo mai sovrabbondante e savoir faire, che si traduce in un positivo 75/100, ovvero uno di quei concerti che costituisce la bella rivelazione della serata che finalmente riesci a vederti da live. Ben fatto.

E infine, è la volta degli headliner, gli Absentia Lunae, ovvero una band che, non lo nego, non ho mai apprezzato più di tanto. Ma come si sa, nei live reports non si giudica la qualità musicale (per quello ci sono le recensioni), ma l’impatto sul pubblico e la resa live.
E va detto che questo quartetto triestino senza bassista mette sin da subito una linea di demarcazione tra fans e non, con un approccio al palco definito e statico, dove il cantante sta fermo con le braccia sul microfono e i due chitarristi a non muoversi granché, il tutto condito da una maschera antigas ciascuno. Tutto il concerto composto di 7 pezzi è così, con movenze minime e elementari, come il cantante che fa il cenno di andare avanti nella canzone chiamata “Vorwarts!”, e si traduce sin da subito in una cosa che cattura solo l’attenzione dei fans pur presenti, mentre altri seguono passivamente il concerto. Questo è praticamente tutto il concerto degli Absentia Lunae: attenzione solo sulla musica e divisione massima tra followers e non followers, con buona pace di chi reputa questo approccio totalmente non creativo e troppo che va sul sicuro, tipo band in sala prove.
Insomma: un concerto degli Absentia Lunae va interpretato esattamente come lo si è immaginato in queste righe descrittive. Per questo motivo il voto è quanto mai soggettivo e quasi unicamente dipendente da quanto piace la band su disco senza fattori aggiunti da live, poiché per i fan sono i loro idoli che suonano senza fronzoli, per chi non li apprezza saranno un gruppo a cui continueranno a non interessare. Poi se questo approccio vuole essere denominato secondo voi “coerenza” o “approccio live non fantasioso”, non sta a noi dirlo, a ognuno la propria opinione. Diamo agli Absentia Lunae un 70/100 se siete loro fans, ma se non lo siete credo che difficilmente li apprezzerete almeno in fase live.

Si conclude così l’NWOIBM Fest, un festival tutto sommato molto ben riuscito, dalla buona affluenza di pubblico, non saturo di bands, non terminato a notte fonda quando l’headliner suona a orari da metronotte di fronte a due gatti stoici in pieno hangover da sbronza, e al massimo con la possibile miglioria di qualche monitor, tutto qua.
Un plauso all’organizzazione che ha reso possibile festivals come questi, che sono davvero oro. In un periodo infatti dove esistono o solo grandi eventi che non lasciano spazio a nessun underground, o al contrario dove ci sono eventi fin troppo underground, fatti da bands più o meno sconosciute e che suonano al più infimo baretto di paese difficile da raggiungere, questi concerti sono ciò che muove sia l’underground che il pubblico dei concerti di cui sopra, dove tante bands che potrebbero o hanno già pubblicato releases talentuose hanno finalmente il modo di esporle dal vivo senza vederle sprecate o sputtanate in uno dei due esempi di organizzazione di cui sopra. A certi livelli infatti il metal sarà anche mosso quanto si vuole dai soldi, ma la fanbase e i gruppi d’apertura che producono nuovi frequentatori dei locali e nuove leve musicali sono indubbiamente legati e mossi dallo spirito più puro e dalla passione. Date una chance, dunque, a festivals così, ché lo zoccolo duro dell’underground è qui. Il prossimo passo è conquistare i grandi locali delle città, cosicché non si suoni più nei paesi, ma in posti centrali di città, dove molta più gente può venire.

 

Immagini della Serata

 

Recensione di Snarl Articolo letto 2484 volte.

 

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