Intervista: Despite Exile

Jei Doublerice, cantante dei Despite Exile Siamo qui con Jei dei Despite Exile, una delle migliori band della scena Melodic Deathcore italiana!

 

Come nasce la band? C’è un significato particolare dietro al monicker?

Tanto tempo fa, quando eravamo dei giovini e baldanti ragazzi, abbiamo deciso di fare del metal insieme. Il nome proviene dalla leggenda di Lilith e del primo paradiso terrestre. Fate una ricerca perchè merita ed è più convincente della versione ufficiale.

“Sentience”, “Disperse” e infine “Relics” per poi passare agli ultimi singoli “Torch”, “Venom” e “Incinerate”: vi è una notevole evoluzione nel vostro sound che implementa Deathcore, Swedish Death Metal, Metalcore e sfumature Progressive. Quali sono le band che vi hanno influenzato di più e perchè?

Credo che da Disperse abbiamo dato una bella staccata al deathcore, cercando di andare più verso un sound death metal melodico. L’EP è stato un esperimento (direi ben riuscito) in cui abbiamo dato sfogo alla parte più “prog”, se mi passi il termine, mentre in Relics è stata riversata tutta la “melodicità” di cui eravamo a disposizione. I nuovi singoli devo ammettere che sono delle realtà a loro stanti, non c’è nessun vero e proprio filo conduttore a livello di sound, ma più a livello di struttura e tematiche. Torch era la canzone con più feelings, Venom quella cattiva e Incinerate quella death metal. Abbiamo cercato di puntare a una struttura più user friendly, qualcuno direbbe “standard”, inserendo questi ritornelloni che in passato abbiamo sempre quasi di proposito evitato. E soprattuto, era arrivato il momento di inserire delle voci pulite.

Da “Relics” sei passato al ruolo di produttore e mixing/mastering engineer: com’è stato vivere questo passaggio?

Abbastanza impegnativo ma molto gratificante. Fin dall’inizio mi sono sempre occupato della scrittura dei pezzi. Dopo che siamo andati da Simone Mularoni per registrare Disperse, vivendo la realtà dello studio, recording session, ricerca di toni, sound, ecc, ho cominciato a interessarmi davvero tanto a quel mondo. Prima facevo due cose in croce, qualche cover, delle pre al volo, ma che mi ricordi senza neanche mixarle, proprio plug and play. Relics è stato il “salto”. In realtà non era assolutamente in programma che venisse mixato da me, ma solo registrato e “prodotto”. Però alla fine, ci ho provato ed è andata bene. Da lì in poi mi sono buttato al 100% nella produzione e nel mix. Ti dico la verità, non è una cosa facile da fare, specialmente per la propria band. Manca sempre quella obiettività totale, però allo stesso tempo non affiderei a nessun altro la nostra musica. Anzi, solo a Will Putney per dire la verità, magari un giorno lo faremo pure, chissà. Ma ripeto, è una bella responsabilità perché ti devi sobbarcare il pensiero di scrivere bei pezzi e pure farli suonare bene!

I DESPITE EXILE hanno una grande reputazione anche dal vivo: come vi preparate di solito per uno show? E’ uno show “calcolato” oppure vi lasciate andare al “feel” del momento?

L’unica cosa programmata sono le luci, per il resto ci lasciamo prendere dal momento. In passato avevamo provato a fare degli schemini, scambi di posizione, discorsi, ecc, ma non ha mai funzionato troppo per noi. Fra l’altro, vivendo tutti sparpagliati, non avremmo neanche modo di provare tutte queste cose: ci troviamo tutti insieme per fare prove non più di 3/4 volte all’anno. Il resto sono (erano) i live.

Il Metal italiano e la scena Underground: quali sono secondo voi le band più sottovalutate nel bel paese?

Guarda mi verrebbe da dire la maggior parte, perché ci sono delle realtà che non hanno nulla da invidiare all’estero. Le prime che mi vengono in mente sono Noise Trail Immersion, Damned Spring Fragrantia, Prospective, Days Gone By, e una band che di recente ho prodotto che si chiama Noisy Silence. La situazione della musica qui purtroppo è messa male, ma per un discordo di sistema e mentalità, è inutile nascondersi dietro ad un dito. Sono le uniche cose che hanno in più all’estero, perché ripeto, a livello di qualità qui stiamo da dio.

Progetti per il futuro: è in lavorazione un nuovo LP, un EP o continuerete a far uscire dei singoli staccati l’uno dall’altro?

Avevamo un album pronto ma abbiamo deciso di ripartire, non era all’altezza delle nostre aspettative. Tornati dal Giappone nel 2019, avevamo messo in programma un Ep, poi scoppiata la pandemia era stato trasformato in un album, ma visto il protrarsi della situazione, e non avendo la possibilità di poter andare in giro a promuoverlo, la cosa più sensata è stata tirare il freno a mano e ripensare un paio di cose. Tanto nessuno ci corre dietro e mi sa che di tempo ne abbiamo!

Quali sono le cose di cui andate più fieri? E gli errori che non rifareste se aveste la possibilità di ricominciare tutto daccapo.

Sarò sincero, credo che cose e buone e cattive siano in equilibrio. Non saprei farti un elenco, ma parlando in generale, la maggior parte delle cose belle sono quelle che ci siamo creati da soli, mentre la maggior parte di quelle brutte hanno visto coinvolte persone esterne alla band. Sicuramente se tornassi indietro mi fiderei molto di meno di quelli che si spacciano per guru, fenomeni, santoni con la verità in tasca. E dovrebbero imparare a farlo un po’ tutti: bisogna basarsi sui fatti, non su quello che racconta o mostra la gente. Ascoltate uno scemo ;)

Ringraziamenti

Un grazie e un abbraccio a tutti quelli che continuano a supportarci e a credere in noi!
Bella Edo abbombazza <3 <3 <3

Intervista di Ozymandias Articolo letto 1380 volte.

 


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