The Magik Way «Ananke» (2017)

The Magik Way ĞAnankeğ | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
08.05.2017

 

Visualizzazioni:
1787

 

Band:
The Magik Way
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Titolo:
Ananke

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Nequam :: vocals, acoustic guitars, programming;
- Azàch :: drums and percussions, backing vocals;
- Maniac of Sacrifice :: electric guitars;
- Old Necromancer :: electric guitars;
- Tlalocàn :: doublebass;

 

Genere:
Ritualist Occult Music

 

Durata:
52' 47"

 

Formato:
DVD

 

Data di Uscita:
11.05.2017

 

Etichetta:
Sad Sun Music
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

“Ananke” è il titolo del documentario in supporto DVD suddiviso in otto capitoli interni che celebra, a distanza di circa diciotto anni dall’ultima comparsa dei The Magik Way, band esoterica piemontese al pubblico, il ventennale de L’ordine della Terra (1996-2016), così rilevando tutti i propri segreti attraverso un contesto musicale suonato, narrato e anche impostato vocalmente oltre che registrato dal vivo all’interno dell’Auditorium di Brescia solamente di fronte ai membri dell’Ordine della Terra che affronta, anche con l’aiuto dell’antropologa e medium Alexandra Rendhell, una serie di percorsi psicologici mentalmente pregni di varie sensazioni con l’ovvia quanto immancabile oscurità. Al di là del genere proposto dalla band, del tutto inclassificabile, ma pur sempre sopraffine per quanto attiene quell’insieme di sonorità ed effetti capaci di stimolare l’io racchiuso all’interno di ogni individuale coscienza, le andature, si rilevano moderate e pacate, lente e in alcuni casi dai contenuti sottoposti a pause narrate, quasi a voler indurre e sottoporre ad un qualcosa che in definitiva tende a dare regole al mondo dalla prospettiva dell’oscuro. Pur se disposto in un unico documentario, i contenuti del filmato si dividono in otto capitoli, tutti rigorosamente seguiti da un batteria pacata, un contrabbasso, chitarra e synth, il primo dei quali, “L’alleanza Ermetica/i Corpi Pesanti” è una sorta di andatura modulare, lenta pacata naturale e oscura che viene seguita dalla successiva “La Mano Raccoglie”, dove un imposto narrato in lingua rigorosamente madre, come del resto tutti i contenuti di questo video, danno poi impulso ad una sorta di andature sofferta, quasi offuscata e in penombra; si prosegue poi con i successivo capitolo “Cosmo Padre/A curva di Sterno” dove la medium Alexandra Rendhell narra con un sottofondo nuovamente lente e oscuro generato da alcune note di piano forte, di contrabbasso e piatti di batteria; il ruolo di narratore viene poi eseguito da Nequam; di seguito il brano pare divenire offre un ascolto più realistico, con un musica questa volta maggiormente andante ma pur sempre oscura e misteriosa nella struttura dove un nuovo parlato dai toni acerbi lascia percuotere le note di sotto fondo che a poco a poco si affievoliscono; “Yod-He-Vau – He”, una sorta di rito voodoo iniziale dove nuovamente una suono di pianoforte armonizzato supporta la voce della Medium per poi trasformarsi e chiudersi in una improvvisazione strumentale decisamente sperimentale nei contenuti; si prosegue poi con “Gli Spettri della Terra/Nel Tempo Restare”, nuovi inquietanti quanto oppressi effetti sonori generanti in maniera quasi spontanea e naturale, come del resto anche il filmato relativo a questo preciso brano, danno impulso ad un successivo quando delirante motivo dai toni oscuri e melodrammatici fatto di percussioni e da un successivo arpeggio di chitarra che indefinitiva offre un piacevole quanto malinconico ascolto; è poi la volta di “Orrore”, altro brano particolare nei contenuti nuovamente appoggiato dalla lettura di un passo di Platone per interpretazione della medium antropologa Alexandra Rendhell; è poi la volta di “Scuotiti o Vita” una sorta di inno a non lasciarsi mai andare nuovamente disposto da un parlato/narrato imposto su una base musicale nitida e lenta, che ci conduce al conclusivo “In Alto come in Basso” dall’andatura quasi ballante e più festosa nei contenuti stante l’immancabile impostazione clean vocale. Il filmato sostanzialmente si rileva, come già accennato, come un documentario attraverso il quale questa band tende di mettersi al passo coi in tempi stante la sua lunga assenza generando delle sonorità particolari, naturale e mai distorte che cercano di condurre come meglio si può nell’oscuro. Personalmente non condivido il ruolo della narrazione supportato dalla musica, soprattutto se tendente all’oscuro; in definitiva le basi, particolarmente semplici e non complesse, dimostrano tutto sommato e nella modalità proposta, una discreta una propensione a saper ambientare al meglio tematiche particolar come quelle trattate in questo lavoro.

Track by Track
  1. Ananke 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 60
Giudizio Finale
61

 

Recensione di Wolverine » pubblicata il 08.05.2017. Articolo letto 1787 volte.

 

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